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LA MALINCONIA DI UN PAESE STORDITO

Polizze a insaputa, sconfitti che si atteggiano a vincitori, evasori che fanno i moralisti, istituzioni ridotte a suk e tanta pochezza. Come sperare che le cose possano migliorare?

Se i giornalisti avessero trattato nello stesso modo gli scandali ripetuti e quotidiani, quelli che costano centinaia di milioni quando non miliardi, avrei seguito le paginate sulla Raggi e le sue polizze con uno spirito diverso dalla nausea che invece mi producono. A beneficio degli amici che hanno la pazienza di leggermi, ricordo quello CONSIP, di cui parla solo il Fatto: i vertici dell'Ente che deve gestire gli appalti per la scelta dei fornitori delle amministrazioni pubbliche (al fine di evitare corruzioni e maneggi nelle gare) si erano messi d'accordo! E, già che ci sono, è coinvolto anche un ministro e il premier era probabilmente al corrente dell'inchiesta.
Dunque i prezzi e le forniture che, a partire dalle gare, pagano comuni, scuole  e tanti altri acquirenti coatti, potrebbero non essere giusti. In altre parole, le pubbliche amministrazioni comprano ogni giorno apparecchiature e servizi CONSIP che, probabilmente, sono state prezzate previo accordo sottobanco fra il venditore e l'acquirente, magari condito da qualche mazzetta. Alzi la mano chi ne sente parlare, chi conosce il colore delle mutande dei protagonisti di questa storiaccia, chi si vede ragguagliato sulle loro relazioni sessuali e sentimentali eccetera.
E la voragine dell'Expo, gli arresti operati ancora in questi giorni - ricordiamo che l'attuale sindaco di Milano era il capo dell'impresa e miracolosamente non aveva capito cosa stava succedendo nei suoi stessi uffici -, giù giù fino al fiume di miliardi di cui ancora non si è capito che fine abbiano fatto. Zitti, una notiziola a fondo pagina. Così la Raggi - mai avuta in simpatia e neanche l'avrei votata - finisce per diventarmi simpatica. Più dei dirigenti del Movimento che hanno permesso che una persona così evidentemente inadatta diventasse sindaco di Roma.
Di storie così ce ne sono tante, troppe. L'effetto che producono è quello di desensibilizzare l'opinione pubblica: sono tutti uguali, vecchi e nuovi, alti e bassi, destra e sinistra. Questo sembrano dire stuoli di giornalisti abituati a vedere nel segreto delle loro redazioni film e scene simili a quelle che raccontano, se l'editore glielo permette.
Così Renzi torna a impazzare, con l'imbarazzo dei suoi ex sostenitori che vorrebbero cancellarlo in attesa di ricollocare altrove le loro importanti figure, i responsabili del disastro tornano maestri di politica e di futuro. E tutti fingono che all'Italia serva questo: che ai nostri giovani vada insegnato che è così che si fa, che gli adulti siano legittimati nel comportamento cafonal quando trattano gli insegnanti dei loro figli come pezze da piedi, che ai vecchi si continui a prospettare una vita sulle spalle delle giovani generazioni (abbiamo pagato i contributi, vorrai mica che si mettano in discussione i diritti acquisiti... i giovani lottino, si incazzino)
Allora ti prende la malinconia, vedi che è tutto un paese così. Troppi si fanno gli affari loro, quelli che dirigono si parano le terga, quelli che controllano girano lo sguardo altrove se si rendono conto di poterlo fare impunemente, quelli che fingono di credere a cialtroni che andrebbero cacciati a pedate perché pensano che potrebbe essercene anche per loro. La società civile è spesso un vero cesso.
Tutti si lamentano della troppa burocrazia, perfino quelli che l'hanno invocata e ingarbugliata per non essere chiamati a rispondere o per scaricare su altri responsabilità e compiti che non avevano voglia o coraggio di svolgere. Fra fiumi di scartoffie e notizie farlocche, è più facile che si perdano le tracce del nostro passaggio, diventa tutto anonimo, impastato.
Come questo paese alla deriva.
Mariano
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