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Mutui casa, unanalisi.

di Dotturbo

Come avevamo, ahimè, previsto qualche anno fa, quando i tempi non erano sospetti, la crisi dei mutui si è andata manifestando anche nel nostro Paese, con una virulenza la cui entità inizia a dare preoccupazioni. Non poteva, d’alta parte, essere altrimenti. Milioni di mutui ipotecari concessi indiscriminatamente a fasce della popolazione, se non deboli, quantomeno economicamente "borderline", per importi pari anche all’intero valore dell’immobile e con ammortamenti polidecennali non potevano, già di per sé, delineare rosee prospettive per il futuro.

Il fatto, poi, che il 90% dei mutui concessi in Italia dopo l’introduzione dell’euro (quindi in una situazione epocale ed irripetibile di ribasso dei tassi d’interesse per il nostro Paese), siano stati a tasso variabile (cioè, legati all’incognita del rialzo dei tassi d’interesse, come, purtroppo, si è puntualmente verificato) ha reso la situazione ancora più grave.

Ora toccherebbe correre ai ripari, data l’entità del problema, che sta diventando di ordine sociale e che si svilupperà inevitabilmente in senso negativo per i decenni a venire, ma è questo un toro che non si lascerà di certo afferrare facilmente per le corna. Trenta - quarant’anni di rate (con l’incognita ulteriore della crescita delle stesse, per chi ha stipulato un contratto a tasso variabile) non lasciano praticamente scampo a nessuno: una malattia, una separazione, la perdita del lavoro ed il pignoramento è dietro l’angolo.

 
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