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VENARIA REALE, UNA LEZIONE CHE NESSUNO COGLIERA'

Per la prima volta nella sua storia (breve parentesi 20 anni fa) Venaria passa al centrodestra. La dimostrazione dei guasti della cattiva politica

In poche parole, questa la situazione: al primo turno vanno a votare 18.382 venariesi, Giulivi (CDX) ottiene 7.330 voti, Schillaci (CSX) 5.674, Brescia (Civiche) 3.295 e Barcellona (M5S) quello di 1.232 coraggiosi, visto il disastro dell'amministrazione pentastellata uscente. 

Quindici giorni dopo vanno a votare 13.285 venariesi, vale a dire 5.097 in meno. Giulivi raccatta 6.757 voti, dunque ne perde 573  e la Schillaci raggiunge i 6.528 voti, cioè ne guadagna  854. Un esito sorprendente, visto che i due candidati non ammessi al ballottaggio (Brescia e Barcellona) avevano ottenuto ben 4527 voti. Conoscendo la fragilità della candidata del csx e della sua coalizione sarebbe stato logico attendersi un riconoscimento del valore del risultato di Brescia e della sue liste, nel tentativo di intercettare almeno una parte dell'elettorato (in gran parte di sinistra) deluso e in libertà. Invece piccolo cabotaggio, schermaglia, sottovalutazione del rischio e la solita supponenza. Nonostante questo una parte dell'elettorato di Brescia & C è lo stesso andato alla Schillaci, il resto è rimasto a casa.

Infatti, riportando le percentuali di Giulivi e Schillaci al numero dei votanti al ballottaggio (13.285 invece che 18.382) ipotizzando che l'astensione colpisse entrambi nella stessa misura, il primo avrebbe avuto circa 5.450 voti, la Seconda 4.400. Si capisce facilmente che agli elettori di Giulivi non se ne sono aggiunti molti altri. A differenza della Schillaci che - per amore o disperazione - ha convogliato su di sé numerosi elettori di Brescia e Barcellona. In compenso gli elettori di Giulivi si sono rivelati così fedeli da andare a rivoltarlo una seconda volta, cosa che l'elettorato più legato al singolo candidato consigliere non fa quasi mai e che di solito penalizza la destra. Si vede che a Venaria parte del voto al csx ha caratteristiche clientelari così smaccate da far sì che una parte dell'elettorato diserti il ballottaggio ritenendo di aver già reso il servizio al capobastone col voto del primo turno e che tocchi agli elettori in libera uscita farsi carico del gioco democratico. 

Considerazioni: 

1) solita manifestazione di arroganza del PD, convinto come sempre di poter imporre i suoi giochetti e le sue mezze calzette non solo alla corte dei satelliti, ma anche a una città. La città ha risposto. Se non capiscono che la "vocazione maggioritaria" è solo una fantasia nella loro testolina autoreferenziale, meglio starci lontani e continuare a provare altre strade. Il candidato Giulivi, a differenza della Schillaci, ha trainato la coalizione di cdx, l'ha dotata di una sua fisionomia. La città ha scelto, perfino oltre la sua tradizione antifascista e senza premiare neanche troppo le liste dei partiti di destra.

2) il M5S ha contribuito a depotenziare l'unica candidatura in grado di opporsi a Giulivi: quella di Alessandro Brescia. In questo senso è come se i grillini si fossero alleati col PD senza dirlo. Un altro capolavoro, non credo che si debbano più praticare aperture di credito o riporre speranze: sono come il PD, stessa arroganza, stessa incultura, stessa incapacità di scegliere alzando lo sguardo dei giochi di potere e interesse per abbracciare la città.

3) l'ottimo risultato della candidatura Brescia e delle liste collegate (qualcuno si è accorto, ad esempio,  che quella di sinistra ha preso il 4%, vale a dire ben di più delle medie di questa stagione?) lascia intendere che Venaria è in movimento. Il futuro della politica cittadina è nelle loro mani perché il cambiamento passa di lì. Sta a Brescia alle persone che si sono mobilitate con lui decidere se chiudere questa avventura o se farne l'inizio di una bella riscossa per e della città.

Mariano  

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