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LA CLASSE DIRIGENTE

Osservare chi è al vertice, studiarne le mosse e le parole sono attività alla portata di tutti. Perché si fa così fatica ad associare il trionfo della mediocrità al declino del paese?
Non c'è persona dotata di cervello e un po' di spirito critico che non lamenti il declino di questa povera Italia che da molti anni (troppi!) ha perso il gusto di immaginare  e lavorare - qualche volta fare sacrifici - per costruire un futuro più accettabile per le giovani generazioni. E' come se - ciascuno avviluppato alle sue proprietà, al lavoro da conservare, al mutuo da pagare, al benessere faticosamente raggiunto e sempre in pericolo - avessimo perso la capacità di metterci in gioco, di scommettere davvero qualcosa di noi per mettere in pista i nostri figli e nipoti.
Non è solo l'egoismo dei vecchi a paralizzare qualunque iniziativa di cambiamento di sostanza, è il terrore che ci portino via anche quello che ci è rimasto e  con cui, spesso, soccorriamo la parte più giovane della nostra famiglia quando si trova in difficoltà: la paura di vivere in un posto dove nessuno si occupa veramente della popolazione e, se lo fa, è per fotterci. Questo è il sentimento diffuso ed è anche il motivo per cui la sfiducia nella politica porta poi gli Italiani a votare comunque sempre gli stessi. Li disprezzi, ma li voti.
Non solo perché ti assomigliano tanto, ma perché, in fondo preferisci qualcuno che puoi disprezzare tranquillamente a qualcuno in cui potresti perfino credere, ma che finirebbe per chiederti qualche sforzo o sacrificio che non hai proprio più voglia di fare. La politica è così, ma è così il mondo dell'economia, della cultura, della finanza... è così al lavoro e, sovente, è così anche a casa. Le classi dirigenti sono di una ignoranza disarmante, di una incompetenza che a volte spaventa, di una superbia che non lascia presagire nulla di buono. Spesso sono anche nocive e arraffone, stupidamente arraffone. E si vede, perfino chi non vuol vedere se ne accorge.
Alla voglia di cambiare, di cercare alleanze e intese con chi la condivide, preferiamo il comodo borbottio della lamentela e la malcelata convinzione che, se sono i mediocri a comandare, magari ce n'è anche per noi. Ci beviamo con ipocrisia le spiegazioni che ci danno quelli che comandano: secondo loro la colpa delle cose che non vanno è sempre  di qualcun altro, hanno origine sempre da decisioni prese da altri sulle quali loro non erano d'accordo e magari l'hanno perfino detto. A noi i capi piacciono così: incantatori, bugiardi, ma simpatici e pieni di verve... Solo che, così facendo, il paese va a fondo e noi con lui.
Sarebbe come se, alle prese con una malattia degenerativa, ci affidassimo alle cure di un dottore sexy, dal sorriso smagliante che, mentre la malattia avanza, ci spiegasse che la terapie era giusta, ma che il corpo (il nostro) non è quello che avrebbe dovuto essere. Ecco, noi siamo così, solo che sta finendo il tempo in cui abbiamo potuto permettercelo.
Mariano
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