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VENARIA, MON AMOUR

Non è il solito post celebrativo delle meraviglie del passato, tornate a risplendere e ad attrarre turisti e curiosi, si tratta invece di
Un presente che incoraggia
Oltre 2500 voti al primo turno (il 17%, risultato in linea con le liste grilline), 9150 al ballottaggio (quasi il 70%) contro il candidato della nomenklatura PD. Con questo risultato Roberto Falcone si appresta a governare una città di 35 mila abitanti con 15 consiglieri comunali (su 24), tutti new entries nelle istituzioni cittadine. Una bella soddisfazione per lui, i suoi compagni di avventura e per i molti che, come me, nella sua vittoria ci speravano tanto per mandare a casa il peggiore PD (sempre che esista ancora uno migliore) insieme ai suoi usi, costumi, metodi, cooperative e camarille.
E’ inutile negare che questo risultato è stato reso possibile dalla frammentazione di liste e candidati a sindaco. Credo, per esempio, che siano incomprensibili ai più le ragioni che hanno prodotto la divisione fra le liste a sostegno di Saverio Mercadante e Fosca Gennari (insieme circa il 20% al primo turno), ma il M5S è stato bravo a cogliere le contraddizioni di un partito senza più nerbo e radicamento sociale.
Costretto anche lui a seguire le fluttuazioni della politica nazionale accontentandosi di candidare capibastone sempre più squallidi e lontani dal sentire perfino di quella parte di elettori che lo vota a prescindere.
Durante la campagna elettorale del candidato del PD a Venaria si sono proprio visti tutti: Fassino, Chiamparino solo per citare i leaders piemontesi, tutti accolti da un’indifferenza che ingenerava cattivi pensieri, fino ad ottenere l’effetto opposto a quello voluto dalla loro calata. Dopo il primo turno anche gli altri candidati di centrosinistra hanno dato indicazione di voto a favore di Roberto Falcone, senza chiedere nulla in cambio, ma prendendo atto che lo strumento per il cambiamento poteva essere lui e solo lui. Hanno preso posizione in tempi non sospetti e si sono presi palate di fango dai supporter e dai clienti del PD con i soliti metodi a cui siamo abituati. Un buon esempio da seguire anche altrove, che segna al fine della sudditanza nei confronti di un partito che ha mantenuto l’impronta leninista nei metodi senza conservare una linea politica che guarda a chi sta peggio.
Sbaglierebbero nello stesso modo i consiglieri del M5S se non considerassero con la dovuta umiltà e disponibilità gli aiuti importanti che hanno ricevuto nel fare di Venaria Reale la prima città a 5 stelle del Piemonte. Soprattutto perché per governare bene c’è bisogno di tanto sostegno, di tante critiche e di altrettante spinte a migliorarsi continuamente.
Ma a questo ci penseranno da domani: oggi loro si godono la vittoria, noi forestieri ci godiamo la sberla a un ceto politico stracco e sfibrato, finalmente rottamato per davvero, coltivando nel cuore il sogno di 10, 100, 1000 Venaria!
Mariano 
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