Sono passati più di vent’anni, ma mi sembra ancora di vederla sfrecciare per le strade della mia città . A bordo le Thelma & Louise di quassù…
Passioni, ricordi e assenze
Ieri ho visto una Uno rossa, tutta scalcagnata e dalla vernice sbiadita. Mi ha scatenato ricordi, nostalgie e strani sentimenti, soprattutto un pensiero insistente con al centro una persona che non c’è più.
“Spiegami bene che cosa possiamo fare e cosa no. Dimmi cosa devo dire a Vigili e Carabinieri se ci fermano mentre attacchiamo i tuoi manifesti… scusa i nostri manifesti, soprattutto se posso prendere a cazzotti quegli … che li staccano”, mi chiedeva Thelma con aria perentoria mentre la sua socia, Louise, sbatteva con decisione il secchiello con la colla da tappezziere che aveva preparato qualche ora prima, lasciandola maturare fino a farne un impasto denso. Non aveva ancora aggiunto il vinavil che sarebbe poi servito a rendere il tutto così appiccicoso che nulla si sarebbe più staccato dai tabelloni elettorali.
Thelma e Louise, le chiamavamo così per sfotterle e vezzeggiarle insieme. Ricordavano le due eroine del film, solo meno disperate e infinitamente più perbene. Erano le pasionarie della lista civica che avevano contribuito a mettere in piedi – più donne che uomini, buon segno di buona salute - con l’obiettivo dichiarato di convincere gli elettori a fare loro lo slogan “Non farti incantare, scegli chi è come te”.
Davvero un bel gruppo, quello e quelli delle altre liste che si stavano cimentando in una impresa impossibile: mandare a casa una intera generazione di politici (molti li conoscevano anche personalmente) che aveva portato la città alla depressione prima e alla corruzione poi. Io ero il candidato a sindaco di questa strana e commovente coalizione.
Thelma aveva una Uno rossa e un soprabito/cappotto abbastanza lungo, che rendeva ancora più statutaria e magnetica la figura già imponente di suo. Una bella donna, straordinariamente impegnata in una attività che, fino a qualche mese prima, sarebbe stata completamente lontana dai suoi interessi e dalle sue prospettive. Louise, la sua socia, la completava, non tanto perché opposta esteticamente – una bionda, l’altra bruna; una alta, l’altra più bassa; una quasi aggressiva, l’altra più mite –, ma soprattutto in quanto riusciva ad occuparsi con naturalezza e apparentemente senza fatica delle incombenze pratiche più complicate, quelle che a Thelma non riuscivano proprio. Tutte e due profondamente coinvolte in una avventura che le divertiva e le stimolava a cercare (e scoprire) lati e capacità che fino ad allora erano state nascoste dentro di loro e a loro insaputa. Intelligenti, anche in questo diverse.
Thelma guidava l’auto con un manifesto stropicciato per riparare l’interno dagli schizzi di colla, Louise seduta accanto col secchiello fra le gambe. Piantina dei tabelloni elettorali, rapidi accordi con le altre squadre e via. Di nascosto qualche striscia compromettente (inquisito!) da attaccare sui manifesti della concorrenza, specialmente di quei candidati che erano già nel mirino della Magistratura, qualcuno di loro era perfino già stato condannato. E loro glielo appiccicavano sul faccione, così che tutti potessero vederlo il giorno dopo. Anche la concorrenza cercava di rimuovere i manifesti delle liste e del candidato a sindaco delle due pasionarie, dunque loro rendevano la pariglia divertendosi come pazze.
Sere su sere dentro e fuori dalla Uno rossa a costruire una campagna elettorale che rappresentava anche l’emersione delle tante persone che, come loro, scoprivano che la partecipazione libera l’anima e tonifica il corpo. Soprattutto ti mette in contatto con persone, idee e situazioni che non immagineresti mai, così che anche tu diventi ricco arricchendo gli altri.
Quella volta non vincemmo, lo facemmo sei mesi dopo, ma questa è un’altra storia. Louise è sempre lo stesso simpatico frullatore che era, Thelma non c’è più. Se l’è mangiata un po’ alla volta la brutta bestia. Ricordarla al passato è impossibile, sarebbe bello onorarla con una nuova stagione di partecipazione, di scambio, di volontà di gettare il cuore oltre l’ostacolo, sconfiggendo una volta per tutte questa cappa grigia che avvolge le nostre vite e le nostre città .
Mariano
L'auto elettrica va bene? ... perché se la doccia è di sinistra ed il bagno
è di destra ....
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Perché non sono convinto dalla* politica europea sulle auto elettriche.*
Il problema reale è che oggi la produzione elettrica da fonti rinnovabili è
solo...