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TANGENTOPOLI RETURNS

Da qualche giorno i principali quotidiani nazionali, i cui giornalisti sembra che vivano su Marte, scopre che le retate in corso e gli arresti eccellenti indicano l’esistenza di un sistema mafioso organizzato. Ma guarda…
Le anime belle
soldi Ora anche Napolitano si è accorto che nella Repubblica di cui è presidente i fatti stanno superando le fantasie più malate e perverse: neanche quei forcaioli de “Il Fatto” si erano spinti ad immaginare uno schifo di queste proporzioni.
E così abbiamo manager di stato che non solo pagano mazzette per promuovere le imprese che governano, ma addirittura che fanno rientrare parte delle tangenti destinate ad acquirenti esteri per incassarsele loro o destinarle e chissà chi: la mazzetta sulla mazzetta. Per adesso non si conoscono ancora i nomi dei destinatari della politica, ma già si sussurrano le prime indiscrezioni. Si aspetta domenica prossima, poi l’apocalisse.
Abbiamo anche banchieri nominati dal PD che non avevano (naturalmente!) alcun contatto con i notabili di quel partito, che erano perciò all’oscuro di tutto.
Così come erano all’oscuro delle prodezze di Penati, dei traffici sulle società autostradali e così via, ignoravano perfino lo stile di governo di Formigoni al quale hanno riservato un opposizione talmente nobile da concorrere con quella che sempre il PD ha dedicato in Lazio alla Polverini.
Abbiamo un centrodestra che, oramai ridotto ad un’associazione a delinquere allo sbando, prova ancora una volta ad approfittare dell’insipienza dei collusi per rosicchiare più del possibile. Ma non è tanto questo che sconcerta, si sa che sono così.

Dove erano Napolitano, i legalitari, le opposizioni, le sinistre e le destre con senso dello Stato quando, anche ultimamente, continuava lo spolpamento dell’Italia? Non è che anche loro sedevano al tavolo, magari accontentandosi delle briciole sperando così di lavarsi la coscienza? Possibile che non vedessero cose succedeva sotto i loro occhi (se fosse così bisognerebbe mandarli tutti a fare robusti corsi di alfabetizzazione di base prima di metterli in lista)? Possibile che siano davvero tutti al contempo ricattati e ricattatori, avviluppati in una ragnatela che li tiene tutti insieme?
Qualcuno si è chiesto che trattamento hanno riservato quelle forze, che adesso si autoproclamano “sane”, a tutti coloro che denunciavano ciò che accadeva, ignorati dalla politica (quando non eliminati del tutto) e ignorati dai giornali, perfino da quelli d’assalto? Il trattamento è stato spietato, l’indifferenza, la supponenza, il compatimento. Quando i giornalisti vengono a chiederti (sempre a posteriori) di questioni di cui ci siamo occupati denunciandole prima che diventasse di moda, verrebbe voglia di mandarli a cagare. Non sempre lo si fa, ma la stampa e l’informazione non sono meglio della politica…

Sarà l’età, ma non li sopporto proprio più questi giornali nazionali, specchio di un paese piccolo piccolo e pieni solo della prosopopea dei loro fondatori, dei loro editori e dei loro direttori. Così come mi piacerebbe chiedere a Napolitano e ai centrosinistri del “voto utile”, dove fossero e verso dove guardassero negli anni e nei mesi in cui ci sarebbe stato bisogno della loro vigilanza, del loro rispetto, della loro funzione.
Se almeno tacessero…

Mariano
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