Ecco l’intervista di Claudio Velardi sul Fatto quotidiano di oggi. Si parla di D’Alema
Miele…
E questo è il suo pezzo apparso sul blog “Front Page”il 4 ottobre scorso.
Caro Massimo,
noi che (come molti altri) ti abbiamo seguito, condiviso e amato quando cercavi di fare dell’Italia un “paese normale”, oggi non riusciamo a riconoscerti nella parte che ti sei assegnato. O meglio: ti riconosciamo fin troppo bene, e per questo vorremmo dirti, con affetto e con serenità , di smettere.
Questa battaglia – la battaglia dell’amalgama mal riuscito contro Matteo Renzi – non è la tua battaglia. Il partito (con la minuscola) che vorresti difendere dall’attacco dei barbari non è da tempo il Partito (con la maiuscola) in cui sei cresciuto e di cui orgogliosamente custodisci l’eredità .
Il gruppo dirigente che hai contribuito a nominare si prende gioco della tua politica di un tempo e non vede l’ora di farti fuori. Il segretario che hai incoronato ha voluto le primarie prima di tutto per rottamare la tua generazione e governare senza tutele, e se oggi rischia l’osso del collo è anche perché in questi mesi ha preferito far di testa propria. Il centro-sinistra (col trattino e con Casini) cui hai lavorato in questi anni si è capovolto nella caricatura della gioiosa macchina da guerra occhettiana, sulla cui meritata disfatta tu hai costruito la svolta politica che ha fatto di te un leader.
Massimo, lascia perdere. Il Pd che non hai mai amato è giunto al suo capolinea, e la memoria del Pci che serbi nel cuore non merita una battaglia conservatrice e inutile.
Dovremmo invece essere tutti orgogliosi di un fatto: la disastrata sinistra italiana, al termine del disastroso ventennio berlusconiano, oggi esprime Renzi, un leader capace di parlare al Paese, di riscaldare i cuori, di conquistare consensi e di vincere le elezioni. E per di più su una linea che somiglia in modo impressionante alla Terza via di cui tu discutevi (a Firenze!) con Blair, Clinton e Schroeder. Non è incredibile? E non è un’ottima notizia che Renzi venga dalla sinistra, anziché dall’avanspettacolo o dalla Bocconi o da Publitalia, e che nei sondaggi sia preferito ad ogni altro leader politico?
La tua dedizione e il tuo spirito di servizio sono al di sopra di ogni sospetto, e chi ti accusa di interesse o ambizione personale è uno sciocco. Ma questa battaglia non ti merita: non perché la perderai (di questo potresti persino andare orgoglioso), ma perché è profondamente sbagliata. E tu non puoi non saperlo.
Massimo Micucci
Fabrizio Rondolino
Claudio Velardi
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