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ELEZIONI AMMINISTRATIVE

La faccia della Moratti

moratti_letiziaL’avete vista la faccia della Moratti ieri sera? Parlava da sola, ogni sua smorfia, ogni piega del volto esprimeva il disagio di una nobildonna che all’improvviso e inaspettatamente cade dal trono su cui sedeva da troppo tempo.
Milioni spesi per la campagna elettorale, una rete fittissima di interessi e di clan nel mondo dell’economia, della finanza e della cultura, cinque anni di governo della città, un figlio con la bat caverna, una famiglia facoltosa, l’appoggio di berlusconi…. insomma, aveva tutto e la sua faccia incredula ci diceva che non aveva ancora realizzato la profondità del tonfo.

Il suo capolista - tal silvio berlusconi - almeno poteva starsene rintanato ad Arcore, nella villa che venne custodita così bene dal mafioso Mangano, lontano dalle ribalte televisive e magari in compagni delle escort rimaste dopo gli scandali. Non doveva, lui, stare davanti alle telecamere a farsi inquadrare impietosamente nel momento della disfatta, anche la pasdaran Santanché si affidava a comunicati stampa da analfabeta che dimostravano la sua scarsa intelligenza nel comprendere che bisogna cambiare registro.

La faccia della Moratti non riusciva a nascondere la sorpresa per questi suoi concittadini che devono averne davvero avuto abbastanza di lei e dei suoi cortigiani. Così stufi, questi Milanesi, da votare massicciamente un candidato additato dai più come incapace di vincere e far vincere la sua coalizione. La Moratti credeva che le sparate e i trucchetti di prima delle elezioni bastassero da soli a risolvere una partita che solo la sua inefficienza – e il referendum voluto dal suo padrone - aveva riaperto, la sua faccia dimostrava l’incredulità.

Poi il vuoto della sua sede elettorale, i clienti andati altrove a cercare nuove occasioni e a tentare di accreditarsi ai vincitori, i manifesti che cadevano a terra, gli sforzi della giornalista per non rendere troppo cruda la pateticità della scena di un re improvvisamente nudo.
Già solo per questo la giornata di ieri è stata memorabile, adesso bisogna darci dentro perché il cambiamento non sia solo da quella parte lì. C’è bisogno di vincere i ballottaggi, ma ancora di più di leggere con attenzione i messaggi che arrivano da quella parte del paese che ne ha le tasche piene e fa ciò che riesce per dare sostanza a questa voglia di cambiamento.

Mariano
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