E' arrivata la nube... e non ho niente da mettermi!
Questo è il tono - fra il divertito e l'incredulo - con cui larga parte del mondo dei mass media nostrani tratta il tema dell'arrivo della nube radioattiva rilasciata dalla centrale di Fukushima oramai 13 giorni fa.
La notizia viene messa insieme a quelle che riguardano i "disagi" che patiscono i Giapponesi costretti alla cura dello iodio o a sottoporre tutto al contatore Geiger solo per scoprire che la loro vita è diventata radioattiva, per qualcuno è tornata ad esserlo.
L'Italia settentrionale è da oggi interessata al fenomeno, pochi mettono in guardia dalle possibili conseguenze e ancora meno spiegano con scienza e coscienza delle possibili ricadute sulla popolazione, sulla salute e sugli stili di vita, forse anche sull'economia. Non si tratta solo di pretendere una maggiore informazione, quella chiarezza che viene meno ogni volta che si parla di nucleare, è proprio che il tono leggero con cui - nelle pagine interne dei giornali e nelle code dei telegiornali - si parla della questione ad allarmare.
Sembrerebbe quasi che si voglia ingenerare l'idea che non si tratti di qualcosa di pericoloso - magari poco ma pur sempre pericoloso - semmai di una interruzione curiosa nello scorrere delle nostre calme e piatte esistenze, appena scosse dal bunga bunga o dal ministro forse mafioso appena nominato da b e sottoscritto da Napolitano con comunicato a seguire.
Non si reclama certamente che i mass media facciano dell'allarmismo, ma che la situazione sia tutt'altro che serena lo sostengono proprio tutti. Allora, un po' di prudenza, quella serietà che serve a trasmettere il senso della gravità dell'incidente, quella attenzione all'evolversi delle cose, forse potremmo tutti rivendicarla con più forza.
Non si tratta di essere pro o contro l'atomo, alla maniera dei guelfi e ghibellini e riducendo con questo ogni storia a una storiella, ma di pretendere che la democrazia permei anche il mondo dell'informazione e che la serierà del mezzo sia accompagnata da contenuti e atteggiamenti all'altezza.
Un'ultima considerazione riguarda i Giapponesi: vengono dipinti anche oggi come un popolo operoso, disciplinato, rispettoso, insomma come il nostro contrario. Secondo voi, si saranno accorti di essere stati sommersi sotto tonnellate di balle, manipolati dal mondo dell'informazione? Si saranno accorti che anche oggi, in quest'ansia di minimizzazione dei rischi alla salute, l'informazione non sta facendo loro bel servizio?
Intanto la Merkel, pericolosa ecologista, parla esplicitamente di uscita dell'atomo e non credo che lo faccia perché condizionata dai pur fortissimi Verdi tedeschi. Forse anche lei sa che cosa sta davvero succedendo a Fukushima e si preoccupa, sa che chi guarda avanti, questo atomo non lo vede proprio come una risorsa. Al contrario, è già diventato un handicap.
Mariano
Questo è il tono - fra il divertito e l'incredulo - con cui larga parte del mondo dei mass media nostrani tratta il tema dell'arrivo della nube radioattiva rilasciata dalla centrale di Fukushima oramai 13 giorni fa.
La notizia viene messa insieme a quelle che riguardano i "disagi" che patiscono i Giapponesi costretti alla cura dello iodio o a sottoporre tutto al contatore Geiger solo per scoprire che la loro vita è diventata radioattiva, per qualcuno è tornata ad esserlo.
L'Italia settentrionale è da oggi interessata al fenomeno, pochi mettono in guardia dalle possibili conseguenze e ancora meno spiegano con scienza e coscienza delle possibili ricadute sulla popolazione, sulla salute e sugli stili di vita, forse anche sull'economia. Non si tratta solo di pretendere una maggiore informazione, quella chiarezza che viene meno ogni volta che si parla di nucleare, è proprio che il tono leggero con cui - nelle pagine interne dei giornali e nelle code dei telegiornali - si parla della questione ad allarmare.
Sembrerebbe quasi che si voglia ingenerare l'idea che non si tratti di qualcosa di pericoloso - magari poco ma pur sempre pericoloso - semmai di una interruzione curiosa nello scorrere delle nostre calme e piatte esistenze, appena scosse dal bunga bunga o dal ministro forse mafioso appena nominato da b e sottoscritto da Napolitano con comunicato a seguire.
Non si reclama certamente che i mass media facciano dell'allarmismo, ma che la situazione sia tutt'altro che serena lo sostengono proprio tutti. Allora, un po' di prudenza, quella serietà che serve a trasmettere il senso della gravità dell'incidente, quella attenzione all'evolversi delle cose, forse potremmo tutti rivendicarla con più forza.
Non si tratta di essere pro o contro l'atomo, alla maniera dei guelfi e ghibellini e riducendo con questo ogni storia a una storiella, ma di pretendere che la democrazia permei anche il mondo dell'informazione e che la serierà del mezzo sia accompagnata da contenuti e atteggiamenti all'altezza.
Un'ultima considerazione riguarda i Giapponesi: vengono dipinti anche oggi come un popolo operoso, disciplinato, rispettoso, insomma come il nostro contrario. Secondo voi, si saranno accorti di essere stati sommersi sotto tonnellate di balle, manipolati dal mondo dell'informazione? Si saranno accorti che anche oggi, in quest'ansia di minimizzazione dei rischi alla salute, l'informazione non sta facendo loro bel servizio?
Intanto la Merkel, pericolosa ecologista, parla esplicitamente di uscita dell'atomo e non credo che lo faccia perché condizionata dai pur fortissimi Verdi tedeschi. Forse anche lei sa che cosa sta davvero succedendo a Fukushima e si preoccupa, sa che chi guarda avanti, questo atomo non lo vede proprio come una risorsa. Al contrario, è già diventato un handicap.
Mariano