Se anche la Carfagna lascia la casa...
Vuol proprio dire che siamo alla frutta, anzi oltre. Ogni giorno la politichetta nazionale ci riserva sorprese che lasciano esterrefatti e ci fanno dimenticare quella del giorno prima, travolti come siamo un un vorticare di avvenimenti che testimoniano uno sfacelo senza precedenti.
Il boss non ha ancora finito di dire che tutto va bene da Lisbona che, come se fosse tutto programmato, la Carfagna si fa intervistare per annunciare il suo abbandono a tutto. Il capo sta ancora spiegando che governerà fino al 2013 e anche coltre e le motivazioni della sentenza su Dell'Utri ci confermano ciò che già sapevamo dei suoi legami con la Mafia siciliana. Chissà cos'altro ci riserveranno i prossimi giorni.
Ciò che stupisce è la rappresentazione degli ultimi giorni di berlusca che danno giornali e tivù: non è tanto un problema di schieramento, o ancora di sudditanza, o peggio di sottovalutazione di9 ciò che sta accadendo.
E' come se i giornali e le tivù fossero parte di un reality che rappresenta un mondo diverso da quello che si conosce andando in giro per strada, nei negozi, nei luoghi di lavoro e in quelli di vita come scuole, case di riposo, asili, ambulatori, ospedali. Un mondo fatto di compravendite di parlamentari trasformate in totoscommesse, di pagine e pagine con notizie zero e tante dichiarazioni di questo e quello che non leggono più neppure i diretti interessati.
Qualcuno ci prova a fare qualche inchiesta, ad andare a caccia di qualche notizia curiosa, a cercare nelle cronache anticipazioni di persone e avvenimenti che forse pre-costituiscono il futuro. Si ha l'idea che siano tollerati, a volte stoppati dei direttori e dai capicronaca, tante volte scelti con gli stessi criteri con cui in questi anni si è selezionata la classe politica e quella imprenditoriale. Così anche le poche cose che fa l'opposizione sono trasformate in elementi di un pollaio avvelenato, interrotto ogni tanto dalle grida di dolore degli editori che lamentano il calo delle vendite e degli introiti pubblicitari.
Forse ragazzi, siamo pronti per la prossima carfagnata o, se preferite, per la prossima puntuale cronaca di chi viene e chi va da un polo all'altro in questo troiaio di gente in vendita che è il paese che si rappresenta.
A chi non vuole stare nel reality non resta che usare il telecomando per spegnere tutto.
Mariano
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