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La piazza merita rispetto.

 

 

di Guglielmo Riccardi 

 

La piazza merita rispetto. Per una volta non è difficile essere d’accordo con Walter Veltroni. La manifestazione romana di sabato scorso non può essere né minimizzata né bollata alla stregua di un prodotto di “frottole, invettive e calunnie”, come ha invece affermato uno stizzito Silvio Berlusconi.
La piazza merita rispetto così come i numeri: i due milioni e mezzo di manifestanti di sabato scorso sono credibili quanto i due milioni 200 mila del 2 dicembre 2006, chiamati a raccolta dall’allora CdL. Non ha senso ed è puramente strumentale scannarsi sul numero preciso di presenti, molto più utile sarebbe invece prendere atto di due evidenti verità che rappresentano altrettanti problemi: 1) la gente è scontenta e va in piazza; 2) il paese non potrà essere governato fino a quando ci sarà almeno mezza Italia pronta a scendere in piazza per manifestare la propria insoddisfazione.
E’ chiaro che per affrontare il problema numero uno occorre prima risolvere il problema numero due. Né Pdl né Pd sono oggi in grado di farlo: il dialogo è assente, penalizzato da interpreti imbarazzanti ai quali l’elettorato non riconosce quella capacità necessaria a fare uscire la politica e il paese dallo stallo in cui si ritrovano. Il centro destra paga la disinvoltura estrema di un leader (di recente più di una volta indigesto ai suoi stessi compagni di cordata) che è lo stesso da quasi quindici anni, mentre il centro sinistra accusa amnesie e difetti di costruzione (“Che classe dirigente è – chiedeva ieri polemicamente su Repubblica Ettore Boffano  - a Torino, quella imposta al Pd dalle scelte romane e grazie a una legge elettorale che predetermina deputati e senatori?”) che ne rendono spesso impalpabile la presenza.
Stupisce allora che la gente non si senta rappresentata né dall’una né dall’altra parte? No. L’Italia potrà essere governata solo quando la politica penserà a lavorare davvero per il bene del paese e non a tutelare interessi personali e posti di potere. L’attuale classe dirigente pare del tutto inadeguata al compito ed è questo grave deficit a portare la gente a manifestare in piazza. Servono persone libere, capaci di ragionare senza preconcetti e in grado di trasmettere all’elettorato quella credibilità oggi inesistente. Serve qualcosa che oggi in Italia non c’è o - se c’è – è presente solo tra la folla che va in piazza e non tra chi sale un palco ad arringarla.

 
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