di Patrizio Brusasco
L'ultima seduta del Consiglio regionale del Piemonte ha visto una duplice attività: la presentazione del piano della giunta regionale per supportare la difficile situazione economica che potrebbe incombere sulla nostra regione, a seguito della caduta globale delle banche e dei listini borsistici - peraltro perseguendo la stessa filosofia del piano anticrisi messo a punto dal governo centrale -; la conclusione con un nulla di fatto per quanto concerne l'apertura a livello regionale delle narcosale, proposte circa un anno fa presso il Comune di Torino, suscitando un vero vespaio.
L'ordine del giorno, che presentava proprio la proposta sulle narcosale, ha avuto come primo firmatario il consigliere Vincenzo Chieppa dei Comunisti Italiani, seguito a ruota dal rappresentante dell'Italia dei Valori Andrea Buquicchio. Ma qui la maggioranza si è spaccata, come già era accaduto la scorsa settimana sul medesimo punto, a causa o in virtù - dipende dai punti di vista - delle diverse anime che contraddistingono giustamente il Pd. L'epilogo è stato dunque un'astensione generale come scelta di opportunità politica per non rischiare di alimentare contrapposizioni ideologiche e divisioni interne in un momento non propriamente felice per l'unità della maggiore forza di opposizione nazionale, maggioranza in questa regione.
E la minoranza di palazzo Lascaris? Angelo Burzi, capogruppo di Fi, si è detto disposto a istituire una conferenza regionale permanente sulle tossicodipendenze, convocata annualmente, oltre a creare un'agenzia operativa che coordini tutte le politiche in materia.
Secondo il consigliere Nino Boeti, in forza Pd, peraltro medico di professione, il dibattito sulle narcosale si sarebbe caratterizzato per la confusione e l'equivoco. "Il sindaco Chiamparino - ha dichiarato Boeti - si era detto favorevole non alle narcosale, ma a una sperimentazione, peraltro non praticabile in Italia. Nell'esperienza di Vancouver le narcosale hanno avuto il merito di agganciare i tossicodipendenti e di metterli a contatto con la struttura pubblica. Da noi questo viene già fatto dai Sert e dai diversi servizi, anche mobili, come le unità di strada, che operano sul territorio; una commissione tecnica - ha concluso il consigliere Pd - ha operato per mesi in assessorato per definire un piano di intervento nei confronti delle tossicodipendenze. In questo quadro imporre con un ordine del giorno una legge alla giunta mi pare sbagliato. Chiediamo di discutere al più presto in Commissione i risultati della commissione tecnica e di decidere su questa base le azioni da compiere in modo che una discussione così importante, che riguarda oltre 15 mila tossicodipendenti in Piemonte, sia sottratta all'ideologia e alla strumentalizzazione e sia affrontata da un punto di vista scientifico".