di Dida Neirotti
Su Repubblica di lunedì 30 giugno un'intera pagina è occupata dalla notizia che una zanzara geneticamente modificata riuscirà asconfiggere la malaria.Il progetto si basa sulla creazione di maschi sterili coabitanti con le femmine portatrici del protozoo Plasmodium, responsabile della malaria in modo da impedire la loro riproduzione.
Tutto ciò dovrebbe avvenire in enormi gabbie che possono contenere da 50 a 100 mila insetti in modo da poter controllare l'andamento dell'esperimento.
La notizia di per sè sembra entusiasmante però.... andando a leggere l'articolo si scopre che queste gabbie saranno sistemate in Italia, non si sa ancora dove, con motivazioni che fanno per lo meno sorridere.
"Qui la ricerca sarà più sicura" afferma il Prof. Andrea Crisanti che lavora tra Londra e Perugia e che sarà il coordinatore del progetto. E prosegue "Il livello di sicurezza ambientale nel nostro paese è superiore a quello di un paese africano" e già questa affermazione dovrebbe molto tranquillizzarci. In più, afferma ancora che "I rischi sono minimi" e, a questo punto il panico è totale.
Conosciamo troppo bene i "rischi minimi" all'italiana (immondizia, inceneritori, alluvioni, dissesto idrogeologico, altavelocità...) e poi questi maschi sterili pungono o non pungono? e se pungono quali possono essere le conseguenze sui viventi?
Vorremmo qualche informazione in più per evitare la nascita di comitati antizanzare o, naturalmente, la militarizzazione attorno alle benedette gabbie!