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SPECCHIO DELLE MIE BRAME CHI E IL PEGGIORE DEL REAME?.

Anteprima

di Patrizio Brusasco

E' fin troppo evidente che la mega manifestazione dipietrista dell'8 luglio in quel di Roma, in piazza Navona, sia stata l'ennesimo esempio di come il meccanismo della nostra democrazia, con tutte le sue variegate e poliedriche forme di espressione, sia gravemente malato e alla deriva, anche in considerazione di come vengano sempre date le notizie dalla stampa nazionale, vale a dire cercando il massimo della spettacolarizzazione di ogni evento, meglio se intriso di sangue, turpiloquio, sesso e quant'altro.

Si può anche dire che forse molti in cuor loro se lo aspettavano già, viste alcune premesse e alcune più o meno tacite preoccupazioni, soprattutto in seno al Pd,  sull'esito del bagno di  folla dell'urbe; ma forse questa volta si è andati oltre ogni ragionevole supposizione, con le invettive e i turpiloqui dispensati al Colle, al Pd e al Santo Padre.

Che le istituzioni secolari e millenarie ormai vacillino sotto i colpi spesso di un insensato relativismo maleducato, talvolta ben peggiore o comunque paritetico ai Palazzi che si vorrebbero messi a fuoco e fiamme, è cosa arcinota; tuttavia è evidente come, al di là di azioni distruttive, peraltro da ambo le parti con la differenza che talune si fregiano di una presunta e sedicente legittimità, non si sappia e non si voglia andare. E' come se i cervelli si fossero svuotati di ogni ragionamento, che implica necessariamente fatica, e si appellassero al pensiero debole che diviene foriero di azioni inconsulte. E' come se le nostre sinapsi fossero mortalmente inquinate, monche e mutile; come se la leggerezza dell'essere soppiantasse, senza appello alcuno, buon senso e logica dell'argomentare...in una parola è come se la più atroce delle volgarità si impadronisse dei nostri esseri, drogandoli e rendendoli incapaci e nolenti di concepire un qualcosa che, fino a poco tempo fa, distingueva l'uomo dalla bestia. E' come vivere in un enorme girone infernale dantesco dove i lumi sono obnubilati dalla più nera delle oscurità...un medioevo al contrario!

Ma non si deve parimenti, per colpa dell'opinabilissima suddetta tipologia rappresentativa, dimenticare il fiume di persone sincere (pare circa 50mila, prescindendo dal solito giochino delle cifre brandite ora dall'uno ora dall'altro) che si sono recate in piazza Navona per dimostrare un leale attaccamento ai valori principi della Repubblica  e contro le presunte leggi ad personam o canaglia che dir si voglia. E neppure si devono dimenticare gli interventi  politici di reali rappresentanti del popolo dell'opposizione (Furio Colombo, Di Pietro e Pancho Pardi) che hanno rappresentato il vero senso della manifestazione di piazza, in attesa che il Pd individui una formula di opposizione più efficace di quanto, a dir di molti, non sia riuscito a fare sinora per vari e plurimi motivi. Tutto ciò per dimostrare che esiste realmente un'emergenza democratica in questo Paese, al di là di presunte persecuzioni di parte. Del resto il "problema" Berlusconi in Italia regna da molto tempo e se  oggi ci troviamo nella medesima situazione di stallo di quindici anni or sono e se ancora ci troviamo a parlare di conflitto di interessi, di lodo Schifani-Alfano, della magistratura che si accanisce col Berlusca, di Rete 4 sul satellite, forse la colpa non è tutta dell'attuale presidente del Consiglio. Si sarebbe potuta gestire in altro modo? Difficile il dirlo, ma oramai è così e si deve andare avanti con gli ingredienti che abbiamo. E se poi i colleghi giornalisti si sforzassero di insistere maggiormente sul significato di tali eventi e sulle problematiche che hanno comunque mosso una cospicua forza popolare, evitando così talvolta la ineludibile rincorsa alla politica-spettacolo per ragioni di cassa,  saremmo già a buon punto. Mi permetto ancora di ricordare al Sig. Grillo che la sua lotta contro i giornalisti troverebbe un maggior senso e consenso se volesse veramente mirare al cuore del problema: vale a dire che sono gli editori che mantengono le linee e le scelte editoriali, oltre che gli inciuci e la riscossione dei finanziamenti pubblici  (le note provvidenze) all'editoria, mentre i giornalisti quasi sempre, anzi sempre a certi livelli superni, attaccano l'asino dove il padrone desidera.

 

Ora non vogliamo addossare le responsabilità a Di Pietro per quello che è stato detto da altre persone, per lo più comici e attori dello spettacolo - possibile che la politica sia finita in mano a loro?! - con l'eccezione di un Travaglio che discetta e argomenta col giusto piglio della sacrosanta critica giornalistica - , ma per sua sfortuna è sempre sull'organizzatore di un evento che si concentrano sempre e più eventuali critiche per l'andamento e il bilancio inevitabili della serata....e francamente non penso che lo stesso Di Pietro si possa ritenere soddisfatto per l'esito della serata capitolina.

E' un gran peccato perché i motivi sui quali si voleva, e si sarebbe potuto,  contestare erano pazzescamente importanti ed evidenti a tutti. Il pensiero che mi avvolge ora è: ma se non si riesce più a dare una risposta sensata a questioni fondamentali per una democrazia, figurarsi sulle mille altre questioni lievemente meno epocali! Certo è che siamo ben messi.

In sostanza la "protesta" di Roma si è trasformata in un parziale autogoal straordinario. Passare per cafoni non era proprio l'intento di coloro, peraltro molti, che vedevano nella piazza un'occasione importante per far valere la loro flebile voce in difesa di una democrazia sempre più vacillante. Anch'essi boicottati dal trivial agire di comici e attori: che ci avessero informato male e che fosse tutto solo un grande avanspettacolo estivo, scambiato per una mobilitazione di massa politica?...sarebbe meglio che fosse stato così!

 

 
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