Noci di karité
di Dida Neirotti
Dopo dieci giorni di full immersion africana, di ritorno alla nostra quotidianità , si impongono alcune riflessioni. In un paese che è penultimo nella graduatoria degli indici di povertà , il calore e l'accoglienza delle persone nei nostri confronti sono state veramente eccezionali: aperti e disponibili hanno fatto di tutto per farci sentire a nostro agio, mettendo a nostra disposizione tutto (il poco) che hanno ma conservando sempre la loro dignità .
La situazione genrale del paese è disastrosa sotto tutti i punti di vista: per questo però un progetto anche piccolo come il nostro può effettivamente cambiare la vita di un certo numero di persone. Nella fattispecie la vita delle donne che producono con enorme fatica il burro di karitè può diventare più sopportabile con l'introduzione delle semplici macchine che saranno installate: l'obiettivo è infatti quello di trasformare questo gruppo, già ben strutturato e solidale, in una piccola impresa da cui ricavare anche un profitto più adeguato.
Ricordiamo infatti che ad oggi, quando va bene, le donne ricavano meno di un euro al giorno, che permette loro di comprare qualcosa da mangiare! La notizia del finanziamento da parte della Regione, che ringraziamo insieme a tutti i partner italiani e burkinabè, è arrivata durante il nostro soggiorno e si è scatenata una gioia incontenibile e subito dopo, sono cominciate le discussioni sulla realizzazione delle varie opere: le donne già si vedevano in un bel capannone pulito, con le macchine, la luce, l'acqua a produrre quel burro di karitè che per loro è fondamentale.
E noi pensavamo a tutti gli sprechi di casa nostra, a tutto il nostro superfluo, a tutte le beghe e le miserie che qui ci sembrano così importanti e non ci sentivamo tanto bene....ma non per un melenso buonismo ma perchè ci rendevamo conto che "un altro mondo è possibile" dovrebbe veramente diventare una linea guida per tutti.
Vorrei finire con una delle ultime frasi che ci hanno detto e che ci ha particolarmente colpito: "Noi burkinabè non abbiamo il mare ma abbiamo il sorriso".