di Stefano Zanotto
Per alcuni è una fonte pulita e rinnovabile su cui puntare a occhi chiusi, per altri è causa di scempi paesaggistici e ambientali. L’eolico nel nostro Paese divide e fa discutere, anche all’interno del movimento ecologista. La costruzione o la semplice progettazione di parchi eolici in diverse zone nel centro-sud e delle isole (unici posti, in Italia, dove i grossi investimenti nell’eolico sono remunerativi per la ventosità dei siti) ha portato molte comunità locali sul piede di guerra: file di torri alte 100 metri sui crinali delle colline non sono in effetti un belvedere…
Una soluzione per il futuro potrebbe essere quella del microeolico: mini impianti domestici che forniscono energia elettrica a coprire una parte del fabbisogno dell’unità abitativa. Quando invece non c’è vento o la produzione non soddisfa la richiesta del momento, l’energia viene prelevata dalla rete elettrica. Negli Usa sono già piuttosto diffusi presso abitazioni private, industrie, capannoni, fattorie. In Gran Bretagna, da diversi mesi, i kit per installarsi una turbina eolica in giardino o sul tetto di casa sono in vendita nelle catene di bricolage a poco più di 2 mila euro.
Potenzialità e punti di forza di questi impianti sono molti: non bruciano combustibili fossili, sfruttano una fonte rinnovabile, hanno un impatto paesaggistico limitato. Particolarmente vantaggiosi potrebbero essere se situati in posti poco accessibili per la rete elettrica tradizionale o nei Paesi in via di sviluppo, vista anche la semplicità della tecnologia e dei mezzi necessari per l’impianto. I punti deboli sono invece l’efficacia del funzionamento condizionata dalla ventosità del sito e i costi di installazione ancora piuttosto elevati, inversamente proporzionali alle dimensioni dell’impianto. Il "rientro dalle spese" attualmente si ha solo dopo diversi anni di utilizzo; il sistema di incentivi vigente non comporta gli stessi vantaggi che ci sono ad esempio per il fotovoltaico. A questo proposito segnaliamo una lettera del Kyoto Club a Bersani e a Pecoraro Scanio per inserire opportuni incentivi per il microeolico con un emendamento al ddl sulle liberalizzazioni in campo energetico, al momento fermo in Senato.
Per approfondimenti sul microeolico vi rimandiamo invece a questo link.