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PIANO SOCIO-SANITARIO TORNA IN AULA.

di Patrizio Brusasco

Si erano lasciati lo scorso luglio, maggioranza e opposizione, con l'intento di approvare l'attesissimo Piano socio-sanitaro regionale entro la fine dell'estate. Un accordo e una vana promessa che sono saltati per colpa, a detta della coalizione governativa, del mancato rispetto del patto pre-vacanziero, vale a dire di far tornare in Commissione sanità la discussione sul testo per poi approvarlo in aula consiliare.

Per ostacolare il regolare funzionamento dell'emiciclo di Palazzo Lascaris, il centrodestra ha presentato infatti oltre cento richieste di inversione dell'ordine del giorno (purtroppo il regolamento lo prevede), mentre il capogruppo Udc, Deodato Scanderebech, non ha lesinato energie nell'offrire al pubblico un triste spettacolo di malapolitica, fatto di locuzioni ad effetto e forti, col risultato di far sospendere la seduta per qualche minuto in attesa che tornasse la calma in aula.

Gli argomenti che il centrodestra avrebbe voluto discutere, con l'unico scopo di impedire l'avanzamento dei lavori consiliari sul piano sanitario, spaziano provocatoriamente dagli ascensori per i disabili alla tutela del commercio al dettaglio, dalle norme per lo smaltimento dell'amianto a quelle per la raccolta dei tartufi: richieste che sono state ovviamente tutte respinte, ma il metterle ai voti ha comportato la perdita di molto tempo. 

L'unico risultato ottenuto dalle intemperanze e dalla melina dell'opposizione è stato quello di inasprire il braccio di ferro spingendo la presidente Bresso a convocare il Consiglio per tutta la corrente settimana.

 

Mercedes Bresso ha inoltre dichiarato: "L'accordo sulla sanità è palesemente saltato, ma noi siamo qui e non ci muoviamo fino a venerdì sera. Se il centrodestra intende rispettare gli impegni e permettere l'approvazione del piano sanitario e della delibera dell'accorpamento delle Asl entro settembre c'è tutto il tempo". "Il rispetto dei tempi previsti dall'intesa sottoscritta lo scorso luglio con l'opposizione è fondamentale - ha continuato la presidente dell'Esecutivo regionale - , e se non dovessimo stare nei tempi finiremmo in regime di accompagnamento; che significa che tutte le delibere della giunta regionale piemontese dovrebbero essere vistate dal governo e approvate dal consiglio regionale, con la conseguenza che i tempi si dilaterebbero enormemente, e questo non posso permetterlo".

 
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