di Stefano Zanotto
Il prossimo 14 ottobre, alle primarie del PD, chiunque abbia compiuto sedici anni potrà votare per il segretario e per l'assemblea costituente del nuovo partito. Un segnale del tanto auspicato "svecchiamento" della politica che da più parti si chiede al nuovo soggetto politico: speriamo che seguano altri passi concreti in questa direzione. Ma i giovani che finora nella loro vita mai si sono recati alle urne, come accolgono questa novità ? Come è vissuta dai ragazzi questa opportunità di partecipazione?
Abbiamo provato a rivolgere qualche domanda a dei potenziali diretti interessati, avvicinando alcuni studenti all'uscita del liceo classico Cavour di Torino, uno dei più prestigiosi della città . Ci infiliamo in un capannello di ragazzi e ragazze, tutti tra i 15 e i 17 anni, interrompendo una discussione sui libri di testo del nuovo anno scolastico. Quando chiediamo se sanno delle consultazioni del 14 ottobre, cadono dal pero: «No, non ne so niente, non seguiamo la politica, non ci interessa...», questo il tenore delle risposte. Soltanto Carla, 17 anni, precisa di sapere che il PD «Ã¨ il nuovo partito del centrosinistra», ma aggiunge che non era a conoscenza delle primarie. Ci facciamo indicare qualche amico che potrebbe essere interessato all'argomento: «Chiedi a Giuliano, lui sa sicuramente risponderti». Eccoci allora con Giuliano, 17 anni: è informato sulle primarie, però non andrà a votare, perché dice di non credere che col PD cambierà qualcosa e di avere comunque idee politiche diverse. Gli chiediamo allora cosa ne pensa, in ogni caso, della possibilità di votare a 16 anni: «Può essere una buona cosa - risponde subito - anche se... i pochi giovani che si interessano di politica sono quasi tutti comunisti o fascisti. Dai 16 ai 22 anni si tende all'estremismo, c'è poco equilibrio nei giudizi, quindi non è detto che sia una novità positiva».
Luca, 16 anni, dice che non gli interessa andare a votare per il PD; segue gli avvenimenti politici, ma non più di tanto, e in ogni caso non partecipa attivamente. Ci avviciniamo a un altro gruppetto, età tra i 17 e 18 anni: anche qua le reazioni spaziano da «la politica non mi interessa» a «non ci capisco nulla». Accenniamo alle primarie, spiegando che si potrà votare dai 16 anni in su devolvendo un contributo di un euro: «Ma che è? Si paga pure?» ribatte sorpresa Roberta, 17 anni.
Insomma, tanta indifferenza e poca fiducia verso la politica, vista come qualcosa di lontano, che non riguarda. Sarebbe sicuramente sbagliato trarre la conclusione che questi atteggiamenti sono quelli di tutti i giovani, ma a ritenere che a informarsi, a riflettere e a partecipare siano delle minoranze di ragazzi non si è probabilmente lontani dalla realtà dei fatti.