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Muhammad Yunus.

L’opera di un banchiere sui generis è alla ribalta in questi giorni grazie all’attribuzione del Nobel per la pace.

All'inizio degli anni Settanta ero professore di economia all'università di Chittagong, in Bangladesh. Insegnavo eleganti teorie ma ben presto il mio entusiasmo cominciò a diminuire. Iniziai a considerarle con sospetto quando il mio paese, dovette affrontare una carestia: fu allora che scoprii la distanza tra la vita reale dei poveri e degli affamati e l'astrattezza di quelle teorie economiche.

Muhammad Yunus, economista originario del Bangladesh, è l’inventore del sistema del microcredito, il sistema di prestiti concesso ai poveri per sostenere e incrementare la microimprenditorialità a scapito del circolo vizioso dell’usura, estremamente diffuso tra le fasce più deboli della popolazione del Terzo Mondo.

Prestai io stesso quel denaro a quelli che erano sulla mia lista: me lo avrebbero restituito come avrebbero potuto.

Il miliardo di persone che costituisce il 20% più povero della popolazione produce l'1% del risparmio mondiale. La perplessità che l’ambiente finanziario sollevò di fronte all’impresa di Yunus dipendeva dalla sfiducia in un progetto che contasse di ricavare margini interessanti da un’operazione come quella che lui aveva in mente.

Mi rivolsi alla banca del campus. L'impiegato della banca rispose che non si poteva prestare denaro a quella gente perché non la si poteva considerare degna di credito.

Il microcredito, è strumento ormai riconosciuto di un modello di sviluppo sostenibile. Le banche etiche hanno diffuso e consolidato nelle zone più povere del mondo l’idea di Yunus, attraverso la concessione dei prestiti a individui esclusi dal sistema tradizionale.

Tutti mi restituirono i loro prestiti senza problemi. Ma la banca non cambiò la sua opinione.

Oggi l’istituto di credito a cui fa capo il Nobel, la Grameen Bank conta partecipazioni in 137 organizzazioni e 37 paesi. A partire dal 2001 lo sviluppo del sistema è stato esponenziale. Al momento attuale il capitale ceduto supera i 250 milioni di dollari e il tasso di restituzione dei prestiti (che si aggirano in media sui totale del 100 dollari l'uno) in rari casi è inferiore al 97%.

Cominciai a capire che non si tratta di sapere se le persone sono degne di credito, sono le banche che non sono degne delle persone. Decisi allora di creare io stesso una banca per i poveri.

Già l’assegnazione del premio Petersberg nel 2004 aveva sancito un grande riconoscimento internazionale al banchiere dei poveri, confermato e nel 2005 dalla proclamazione, da parte dell’Onu, dell’ Anno internazionale del microcredito, incluso nei Millenium Development Goals, il programma Obiettivi di sviluppo del millennio.

Quando si chiedono garanzie collaterali non si è al livello delle persone che hanno necessità.

Tutto qua. A volte le idee vincenti e rivoluzionarie consistono nel saper gestire constatazioni banali come quella che chi ha bisogno di soldi, di solito non ne ha.

I brani autobiografici di Muhammad Yunus sono tratti da: Il banchiere dei poveri, Feltrinelli, Milano.

 Eva Milano

 

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