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REGIONE. ELEZIONI ANNULLATE

Il TAR, con soli quattro anni di ritardo, rigetta i verbali di proclamazione degli eletti delle elezioni del 2010. Il Consiglio regionale non c’è più, la giunta nemmeno e Cota attende istruzioni.
C’è da esultare?
Finalmente oggi il TAR del Piemonte ha formulato una sentenza che, per le carte e i riscontri, avrebbe potuto essere tranquillamente assunta da almeno due anni. A chi avesse dei dubbi in proposito, suggerisco una rapida ricognizione delle storie analoghe che hanno coinvolto Abruzzo e Molise, risolte in meno di un anno.
Se un Consiglio regionale illegittimo ha potuto restare in carica tutto questo tempo, pur pendenti ricorsi e procedimenti civili e penali, la colpa è anche delle faraginosità del diritto italico e delle sue procedure; ricordo a chi legge che queste pastoie non garantiscono quasi mai che ha davvero dei diritti da fare valere, come bene sanno i pochi investitori che ancora provano a mettere quattrini nel made in Italy. Quella del diritto civile e delle sue procedure è una delle riforme che porterebbero lavoro e investimenti ben più delle chiacchiere dei governo, ma questa è un’altra storia.
Naturalmente adesso c’è chi esulta – dimenticandosi di come aveva fatto a perdere le elezioni nel 2010 – e chi manda i suoi accidenti, annunciando ricorsi e iniziative legali ulteriori.
Nello stesso giorno della sentenza i giornali incoronano Chiamparino futuro candidato del centrosinistra: ma non avevano appena deciso che il metodo per individuare candidati sono le primarie? La Bresso, bontà sua, fa sapere che intende farsi da parte, vuole andare in Europa, dunque la questione parrebbero giocarsela i notabili del PD e basta.
Pochi si accorgono che il TAR non ha mandato a casa Cota, li ha mandati a casa tutti. Lì è bene che andassero e riflettessero, per una volta laicamente, sui guai che pratiche poco civili e regole fatte per non essere rispettate producono nella società, nell’economia, nel mondo della gente comune.
Difficile dire o immaginare l’evolversi delle cose, ma ho l’impressione di un grande ballo sulla tolda di una nave piena di falle. Oltretutto con ballerini che hanno fatto i conti senza l’oste.
Certo è che questa regione ha bisogno di un po’ di respiro, di un deciso investimento sulla manifattura e sulla ricerca, di un impulso al sistema universitario e dell’istruzione, già in brache di tela ai tempi della zarina e oggi ancora peggiorato. Ha bisogno di un ceto politico che sappia assumersi delle responsabilità, facendo bene e secondo legge, tutto quello che deve per aiutare la ripartenza. La partenza non è delle migliori.

Mariano

P.S. Un anno e mezzo fa ho pubblicato questo post: credo che sia ancora attuale (leggi)
A proposito delle regole, vi invito a leggere qui e qui: ci sono gli articoli usciti sui principali quotidiani italiani oltre un anno fa e lo scenario si completa...
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