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GARANTISTI A SENSO UNICO

Una sindaca piccola piccola
Qualche riflessione sulle vicende collegnesi dopo la condanna di Valentino

E' di ieri la notizia della condanna  a due anni di reclusione dell'assessore Valentino (leggi il blog di Civica). Quando qualcuno viene condannato - specialmente per reati contro la Pubblica Amministrazione e cittadini vessati nell'esercizio delle proprie funzioni pubbliche - non è mai una bella cosa. Spiace per lui, per chi ha patito dei reati che ha commesso, per la brutta situazione in cui ha messo l'ente e se stesso. Dunque non è davvero il caso di infierire: la legge ha fatto il suo corso e una brutta storia ha trovato un suo primo (e rapido) epilogo.
Quello che è davvero incomprensibile - lo era anche quest'estate quando la storia è cominciata -, è la reazione della sindaca collegnese, che ha trattato la cosa con una colpevole leggerezza, giurando e spergiurando sull'innocenza del suo assessore e lasciando la città per tutto questo tempo senza un'importante figura di governo.
Anche lei preda del vizio oramai diffuso per cui, una volta eletti, si sentono padroni della città e passano in secondo piano la necessità di esserne anche oculati amministratori e umili servitori del bene pubblico. Non c'era bisogno di consulenti legali per immaginare come andasse a finire la storia e nemmeno fini politici per capire che, in ogni caso, la saggezza dell'amministratore pubblico suggeriva di chiudere la collaborazione con Valentino già nel momento in cui del tutto casualmente la città aveva appreso del suo rinvio a giudizio.
Eh, già! Perché c'è anche questo: la notizia del coinvolgimento di Valentino nella brutta storia che l'ha portato alla condanna sarebbe probabilmente rimasta ancora nascosta se casualmente Giovanni ed io non fossimo stati a Palazzo di Giustizia quel giorno....

Se la sindaca sapeva prima di ciò che stava accadendo, avrebbe dovuto prendere provvedimenti e comunicarlo agli organi di democrazia della sua città, quelli eletti dai cittadini, proprio come lei. Una volta appreso dai giornali della storia, ci si sarebbe aspettati che intervenisse con energia per chiudere la faccenda... invece niente: sospensioni, sentenze di assoluzione anticipate, parole di conforto a tutti tranne che ai danneggiati.
In altre latitudini in molti chiederebbero ora le sue dimissioni, qui neanche a parlarne.
Accompagnata, come sempre, dalle boccucce a culo di gallina di larga parte del ceto politico collegnese - di una parte come dell'altra - che con sussiego "aspettavano la sentenza della magistratura" e manifestavano umana comprensione e solidarietà a Valentino ben prima che la sentenza intervenisse a stroncarne le velleità. Insomma, ben che vada, la casta collegnese si è ripiegata su se stessa a solidarizzarsi, mal che vada una prospettiva miope e un modo davvero bizzarro di pensare alla legalità ha oramai pervaso tutto l'arco costituzionale, contagiando perfino quelli che della moralità hanno fatto bandiera e slogan.
Tutti a deplorare il giustizialismo e a solidarizzare con uno dei loro. Riconosciuto colpevole.
E adesso, come la metteranno?

Mariano

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