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LA PRATICA QUOTIDIANA DELL’ILLEGALITA’. UNA STORIA ESEMPLARE

Poirino: asparagi, tinca gobba e un pizzico di trasgressione.

La berlusconizzazione del paese ha legalizzato l’illegalità, al punto che comportamenti truffaldini finiscono per essere vissuti come del tutto legittimi da coloro che ne sono autori. L’impunità, la sfacciataggine, l’idea che tutto è permesso hanno permeato le pubbliche amministrazioni come un cancro che invade l’organismo fino a provocarne il collasso. La politica se ne disinteressa, è troppo scomodo occuparsene, è sovente troppo difficile entrare nel merito; i giornali neanche a parlarne, vanno pettegolezzi e polemiche politiche e cronache rosa, non queste storie che intristiscono.
Questa storia è il paradigma di un paese alla deriva, per questo merita di essere raccontata almeno per coloro che ancora credono che sia possibile cambiare strada.


La provincia anticipa il paese.
Location: comune di Poirino, paesone nella cintura sud di Torino, noto per la tinca gobba dorata e per gli asparagi, circa 10 mila abitanti, molta vecchia immigrazione dal sud e struttura sociale famigliare. Poirino, come gran parte dei paesi d’Italia, ha un suo centro - diremo “vecchio” perché di “storico” non ha molto – una specie di carta di identità dei suoi abitanti, un po’ sperduti e disorientati dalla gran quantità di capannoni e palazzine sorte nei dintorni.
Le amministrazioni comunali – prima democristiane, poi forzaitaliote – hanno in qualche momento manifestato una qualche sensibilità verso la preservazione e il recupero del vecchio centro. Nel 1992 dotano il paese di un Piano regolatore che pone limiti precisi agli interventi sulle case del centro: obbligo di ricostruzione identica all’originale, divieto di operare varianti che snaturino l’armonia dell’intervento e del contesto urbano, obbligo di presentazione dei progetti di recupero alla Commissione regionale Beni culturali ed ambientali. Niente di speciale, norma di tutela simili a quelle di tanti altri Comuni, ma un bel passo avanti rispetto alla deregulation del passato. Notevole il fatto che i provvedimenti di tutela venissero da amministrazioni non certo ben disposte verso le istanze ambientaliste, infarcite com’erano e sono di architetti, ingegneri e geometri, che qualche volta operano nelle imprese del paese.
Un ruolo importante ce l’hanno sicuramente alcuni consiglieri di minoranza della lista “Porino Ambiente e Lavoro”, capeggiata da Beppe Stuardi, una specie di castigamatti locale, più volte consigliere comunale, sportivo, guardia ecologica e amico degli ultimi. Il tema della preservazione lo pongono mettendo in campo battaglie che serviranno a frenare la speculazione edilizia e a rendere più difficili i traffici sulle aree.

Parte il recupero del centro storico: cominciano i guai.
E arriviamo nel 2003, quando un privato presenta agli uffici comunali una richiesta di ristrutturazione edilizia su un vecchio edificio compreso nella zona centrale tutelata. Come da prescrizione il Comune invia la pratica alla Commissione regionale Beni culturali e ambientali della Regione Piemonte (allora amministrata dal centrodestra) che esprime parere contrario, tra l’altro, perché la proposta di intervento prevede una sostanziale modifica della sagoma dell’edificio oltre a un aumento della sua superficie. Non seguono altre proposte né modifiche al progetto bocciato fino a metà 2005. Si aspettano forse tempi migliori.
Nel 2004 il vecchio sindaco è stato sostituito da uno nuovo, sempre di Forza Italia. Tempo di insediarsi e di familiarizzare con il Comune e ricompare un progetto di intervento sullo stesso edificio molto simile a quello bocciato due anni prima dalla Regione. Il Comune, senza colpo ferire, rilascia immediatamente il permesso di costruire, evitando di fare tutte quelle cose che sono prescritte dal piano regolatore e che avevano prodotto la bocciatura precedente.
E’ il 27 luglio 2005. Attenzione alle date!
Il 28 luglio 2005 si riunisce il Consiglio comunale di Poirino con all’ordine del giorno una variante al Piano regolatore che, fra l’altro, elimina l’obbligo di richiedere parere alla Regione sui progetti di intervento edilizio nelle aree tutelate. Alcuni consiglieri eccepiscono sui contenuti della variante, fra loro Stuardi. Non ottengono risposta e riscontro, come peraltro succede sempre più spesso. La variante seguirà tutto l’iter previsto dalla legge per entrare definitivamente in vigore il 28 novembre del 2005. Una delle difformità del progetto per il quale il Comune ha già rilasciato il permesso di costruire è stata messa a posto. Adesso bisogna occuparsi di aumentare le superfici e rendere più elastiche le norme che riguardano la preservazione delle caratteristiche costruttive. L’amministrazione comunale provvederà con altre due varianti al Piano regolatore. I consiglieri comunali di minoranza per la verità un risultato riescono ad ottenerlo: fanno talmente tanto baccano – chiamando in causa la Provincia di Torino e la Regione Piemonte – che riescono a mantenere un minimo di vincoli che l’amministrazione voleva spazzare via del tutto con una variante di fine 2007.

Fuori da Poirino, il cerchio si allarga.
Ad agosto 2007, coinvolto da Beppe Stuardi che mi ha chiesto di intervenire, presento un’interrogazione all’assessore all’Urbanistica, Sergio Cont,i per sapere quale ruolo abbia avuto la Regione in questa vicenda dai contorni inquietanti. L’assessore interpella il sindaco di Poirino chiedendo spiegazioni, poi trascrive la sua risposta nel testo di quella che invierà il 15 ottobre dello stesso anno al consigliere regionale interrogante. Come ulteriore documentazione allega alla sua nota proprio la lettera del sindaco di Poirino: sostiene che non c’è stata nessuna violazione urbanistica relativamente al permesso di costruire. Il sindaco di Poirino si spinge a scrivere che “[…] Per quanto sopra esposto si ribadisce che l’intervento, così come assentito, è da intendersi pienamente legittimo”, e subito dopo che “Pur tuttavia, a seguito dell’esposto, si è ritenuto necessario e doveroso predisporre un accertamento edilizio in loco al fine di verificare la presenza di eventuali abusi edilizi. Dal sopralluogo è risultato che in effetti sono stati effettuati alcuni abusi edilizi già segnalati all’Autorità Giudiziaria. A oggi è giacente presso l’ufficio Edilizia Privata un’istanza di sanatoria degli abusi rilevati”. Dunque, non solo le varianti a posteriori, ma anche altri abusi edilizi consumati nel corso della costruzione… L’assessore regionale, nel trasmettere la nota del sindaco, ne prende atto e non dispone altri accertamenti, considerando la risposta esauriente e conclusiva.

Arriva l’esposto alla procura della Repubblica.
Per questo il 24 novembre del 2007, insieme con il consigliere comunale di Poirino Beppe Stuardi, presentiamo esposto alla Procura della Repubblica di Torino e di Alba. Nel testo ripercorriamo tutto l’iter amministrativo, le varianti, le difformità, le irregolarità riscontrate. Evidenziamo come alcune delle varianti del Piano Regolatore potessero essere state adottate per sanare a posteriori il contenuto illegittimo del permesso di costruire. La Procura di Alba dispone una perizia affidata all’architetto Elena Dazzi. L’8 febbraio 2008 il perito consegna la sua memoria: la sua conclusione è che vi sono sì delle difformità, ma non si tratta di abusi edilizi. Il permesso di costruire è del tutto legittimo e corretto.
Dunque avremmo preso un abbaglio e il nostro esposto viene archiviato. Strano, perché abbiamo studiato bene tutta la questione, ma bisogna rassegnarsi.


Il sindaco decide di strafare.
Con ogni probabilità la cosa sarebbe finita qui e il sindaco di Poirino avrebbe potuto dormire sonni tranquilli, visto che persino la magistratura aveva certificato come legittimo l’intervento e quindi i provvedimenti che l’avevano autorizzato.
Ma ecco un altro segno dei tempi: decide di strafare, forse pressato da una campagna elettorale che si sta avvicinando, forse per mania di grandezza, forse per onnipotenza. Presenta denuncia per calunnia nei nostri confronti : noi avremmo mentito sapendo di mentire, gettando ombre sulla correttezza del suo operato. Ovviamente le spese legali della denuncia le accolla al Comune di Poirino facendo votare una delibera di patrocinio legale della Giunta municipale.
Noi due, su suggerimento del nostro avvocato, chiediamo al Procuratore di essere sentiti, ma solo dopo aver preso visione degli atti; tra questi la famosa perizia dell’architetto Dazzi. Una rapida lettura e subito diventa chiaro un incredibile fatto: alla perita del Tribunale gli uffici comunali hanno fornito la documentazione sbagliata! All’architetto Dazzi sono stati infatti consegnate le norme del Piano regolatore in vigore al momento della sua richiesta (quelle che erano state cambiate per ben quattro volte per rendere legittimo ciò che non era).
Nessuno le aveva detto delle varianti precedenti, probabilmente inducendola a credere che le norme di piano in vigore nel 2005, al momento del rilascio del famoso permesso di costruire, fossero identiche a quelle in vigore tre anni dopo. Insomma, era chiaro che il parere finale della perizia andava rivisto alla luce della carenza documentale, per non dire dell’altro.
Data la complessità della materia e la difficoltà di esporre con parole semplici e comprensibili la faccenda, noi due e i nostri avvocati decidiamo di incaricare due periti di parte a cui commissioniano il compito di riportare le cose alla giusta dimensione e di controdedurre la perizia del Tribunale.
La loro perizia porta alcune conclusioni che non lasciano dubbi:: “ I documenti forniti al perito del tribunale sono relativi a norme in vigore al momento della redazione della memoria e non quelle in vigore al momento della istruttoria e del rilascio del permesso di costruire” e poi ancora: “Sulla scorta di quanto sopra, si ritiene che l’esame correttamente effettuato sulla normativa di riferimento puntuale potrebbe portare a risultanze conclusive assai diverse”.
Forti della perizia, ci presentiamo all’interrogatorio che avevamo richiesto con i nostri avvocati. Spieghiamo il tutto all’ispettore capo che redige verbale e depositiamo tutta la documentazione.


Emerge il marciume.
Il 17 febbraio 2009 il Procuratore della Repubblica di Alba chiede di sentire il perito architetto Dazzi di voler dire la sua in merito alla perizia prodotta dai professionisti nostri incaricati. “Si chiede in particolare di far emergere quali sarebbero state le conclusioni dell’architetto Dazzi se risultassero fondiate le circostanze di pag. 3 della perizia di parte” (la parte di perizia in cui si denuncia la voluta confusione documentale indotta dagli uffici del Comune di Poirino), scrive il Procuratore Tarditi.
Due giorni dopo l’architetto Dazzi rende testimonianza di fronte all’Ispettore capo della Polizia di Stato. Racconta di essere andata più volte negli Uffici del Comune di Poirino chiedendo documenti e chiarimenti. Indica anche le date e le persone con cui ha avuto a che fare. Prende visione delle osservazioni prodotte dalla perizia di parte e dichiara testualmente: “Le mie conclusioni, alla luce di queste schede A e B che ho appreso oggi, sarebbe stata diversa. Nel caso in cui l’edificio fosse effettivamente soggetto a tutela, sarebbe stato necessario il parere vincolante della commissione regionale per i beni Culturali e Ambientali ed il primo permesso di costruire risulterebbe carente del sopraccitato parere che è necessario per il rilascio del permesso di costruire. Ribadisco di non essere venuta in possesso di questa precedente scheda A e B variata, né tantomeno di essere stata messa al corrente di questa variazione”.
Continua poi l’architetto Dazzi: “Ribadisco di non essere venuta in possesso di questa precedente scheda A e B variata, né tantomeno di essere stata messa al corrente di questa variazione. Posso aggiungere che quanto meno l’ufficio tecnico del Comune di Poirino avrebbe dovuto informarmi nonché produrmi copia di questa variazione delle schede in vigore in quanto il mio lavoro di consulente riguardava il primo permesso di costruire nr. 95/05 rilasciato in data 27 luglio 2005, quindi ancora sotto richiamo delle schede A e B e poi chi altri permessi di costruire sono stati rilasciati dopo il 28 luglio 2005, quindi con le schede A e B modificate dalla delibera del Consiglio Comunale dello stesso giorno”.
Dunque l’arcano è chiarito: l’ufficio tecnico del Comune ha fornito al perito del Tribunale i documenti sbagliati. Invece che fotocopiare le norme in vigore al momento del rilascio del permesso di costruire, le ha rifilato quelle già “aggiustate” in un secondo tempo.
Dunque i due consiglieri affermavano cose vere, altro che calunnie al sindaco! Ma c’è di più!


Lo scaricabarile dei funzionari comunali.
Eh già! Vengono ovviamente sentiti anche loro, per fornire tutti gli elementi necessari a ripercorrere il gigantesco equivoco. Sono Federica Villa, geometra e impiegata pressi l’ufficio tecnico del comune, e Piero Becchio, geometra anche lui e suo superiore. Vengono sentiti nello stesso giorno, il 25 febbraio di quest’anno e scaricano l’uno la colpa sull’altro.
Federica Villa a domanda risponde: “Ricordo di aver provveduto ad effettuare delle copie relative […] su espresso incarico del geometra Becchio Piero responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Poirino. Ho certamente effettuato delle copie relative al permesso di costruire nr. 95/05 allegando le schede A e B quelle di cui, al momento dell’esecuzione delle copie erano in vigore al PRGC [ndr. è proprio scritto così nel verbale]”.
Continua la geom.Villa: “Probabilmente non mi sono avveduta della variazione delle schede A e B avvenute il giorno seguente il permesso di costruire anzidetto ed è pertanto per tale motivo che non ho eseguito le citate copie”, e fin qui solamente timidi accenni di scusa. Ma poi arriva il siluro: “Ricordo di aver conosciuto il CT del PM che era venuta di persona per ritirare altre copie costituenti il citato faldone. Non avevo in quel caso eseguito copie in quanto la citata consulente era stata trattata direttamente dal geometra Becchio Piero”.
Caso mai ci fossero dei dubbi – qualcuno potrebbe venirne, visto che su quella vicenda i giornali avevano già scritto pagine e pagine, rendendo difficile ignorarne l’impatto. Specialmente per chi lavorava nell’ufficio dove la pratica era stata “lavorata” – la geom. Villa conclude la sua deposizione puntualizzando: “Posso ribadire la mia buona fede nel non aver rilevato eseguendo le copie l’avvenuta modifica della scheda A variata il giorno seguente al permesso di costruire nr. 95/05”.
E’ il momento del suo superiore, il geometra Becchio. Esordisce con due affermazioni perentorie: “Non ho eseguito personalmente l’estrapolazione delle copie. […] Ritengo che sarebbe stato necessario consegnare anche le schede vigenti al 27 luglio 2005, data nella quale era stato rilasciato il primo permesso di costruire nr. 95/05”.
Poi cade miseramente: “Ritengo che nessuno ha fatto caso a questa immediatezza di date tra la prima scheda vigente al 27 luglio 2005 e la successiva variante avvenuta in consiglio comunale il giorno seguente”. Ma come, a Poirino non si parlava l’altro! Ne scrivevano i giornali, ma anche ne discuteva il Consiglio Comunale e perfino le coalizioni elettorali che andavano costituendosi in vista delle elezioni di lì a venire.
Si sospetta una grande coda di paglia, confermata dal seguito delle dichiarazioni del geometra: “Leggendo le differenze fra le due schede, posso precisare che la modifica apportata dal consiglio va nell’unica direzione di precisare un orientamento interpretativo da sempre in vigore presso il comune […]. Secondo la mia opinione, è una coincidenza l’adozione della variante il giorno successivo al rilascio del permesso di costruire, anche perché ritengo assolutamente legittimo il rilascio del citato permesso […]. Ribadisco che il non aver fornito la scheda vigente al 27 luglio 2005, potrebbe anche essere frutto di una svista dell’ufficio che non si è accorto della modifica limitatissima della scheda ritenendola sempre con lo stesso contenuto”. La delibera di variante l’ha preparata l’ufficio tecnico ed è sottoscritta dal geom. Becchio, dunque… Anche lui ci tiene a dichiarare la buona fede in conclusione della deposizione.

Le conclusioni della Procura.
Il 26 marzo 2009 il PM della Procura della Repubblica di Alba chiede l’archiviazione della denuncia per calunnia sporta dal sindaco di Porino nei nostri confronti, con la seguente motivazione: “Rilevato che all’esito dell’interrogatorio dopo il 415 bis cp reso da Turigliatto Mariano e da Stuardi Giuseppe, dopo l’escussione del CT del PM Dazzi Elenza la quale ha espressamente dichiarato che “le mie conclusioni alla luce di questa schede A e B che ho appreso oggi sarebbero state diverse”; dopo l’esito del geometri Becchio e Villa dell’ufficio tecnico del Comune di Poirino che hanno in buona sostanza dichiarato di essersi sbagliati nel fornire alla consulente dati che, se correttamente indicati, avrebbero fatto emergere l’assoluta correttezza degli indagati che quindi non offesero affatto la reputazione del Tamagnone perché affermarono assolutamente il vero”.
Due mesi dopo l’archiviazione verrà disposta, chiudendo il procedimento. Il sindaco si guarda bene dall’opporsi: è appena stato rieletto e spera che tutto finisca qui.


Provvisorie conclusioni della vicenda poirinese.
Per denunciare i due consiglieri il sindaco ha fatto deliberare il patrocinio alla sua Giunta. Significa che il comune paga le spese legali che egli ha sostenuto per questa prodezza.
I due consiglieri, oltre alle spese legali, hanno dovuto sopportare anche quelle di una perizia per veder riconosciuto ciò che già era chiaro. Andranno avanti le indagini per l’illecito edilizio? Non si sa. Certo che un normale cittadino sarebbe stato schiacciato da un simile dispiegamento di forze e da una corazzata fatta da sindaco e uffici: alla faccia delle democrazia.
Giova ricordare che una casa costruita con un permesso illegittimo è un abuso edilizio, dunque non sarà in regola e abitabile fino a quando l’abuso non verrà sanato. Dunque non è finita qui.
Intanto però il Sindaco è stato rieletto (l’opposizione era divisa fra due liste, tanto per cambiare) e ha altri cinque anni a disposizione per completare l’opera, il consigliere comunale Stuardi è diventato ex, visto che non è stato rieletto. Lo stesso per il sottoscritto, trombato di recente.


Piaciuta?


Mariano Turigliatto
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