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I PRENDITORI

A vederli schierati sul parco e in platea alle OGR tornava in mente il loro contributo al declino, nazionale e locale


C'è una differenza fondamentale fra un imprenditore e un prenditore: il primo investe - soldi energie, intelligenze, rischi - per realizzare un'impresa che produce beni e/o servizi che generano ricchezza. Innanzitutto per lui, poi anche per dipendenti e fornitori, indirettamente (attraverso le tasse) alla collettività. Questa commossa ringrazia, cerca di impiegarli al meglio e, quando occorre, interviene sul credito o con gli ammortizzatori per aiutare l'impresa quando va in difficoltà.
Il prenditore ricerca il massimo profitto con il minimo impegno: strutture e personale sono "risorse" da finanzializzare appena possibile, desertificando territorio e persone: non c'è bisogno di scomodare la delocalizzazione, fatta soprattutto di aziende che chiudono dall'oggi al domani senza vincoli, obblighi, magari affidandosi a un fallimento guidato (dopo aver messo in salvo i capitali) per non pagare i debiti con i dipendenti,  l'erario e  con l'INPS.

ESSERE ALL'ALTEZZA

Incontri, occasioni, storie e aspettative. Ogni tanto un bilancio per ripartire leggeri...


Nella vita càpitano i momenti in cui - riflettendo sulle esperienze passate, su quello che hanno prodotto, hanno lasciato e sulle conseguenze - osservi gli avvenimenti e le tue azioni da un'angolatura nuova, diversa da come avevi sempre affrontato le prove della vita. Si chiama "crescere", "maturare", "fare tesoro delle esperienze" e, più avanti con l'età, "invecchiare".
Non so se sia senescenza o maturazione, ma ragionando del passato, aumenta ogni giorno la gratitudine per le tante persone che mi hanno permesso di vivere esperienze ed emozioni che mai avrei pensato di realizzare: gli studenti e i colleghi a scuola, l'attività politica e le tante persone che si sono sbattute, con me e sovente anche per me, gli amici, le persone che mi manifestano ogni giorno stima e considerazione. E poi, gli amici di una vita, quelli di una stagione, i collaboratori degli infiniti lavori che ho fatto e che ancora coltivo.

VERGINI, ODALISCHE, SMEMORATI E GRANDI GIORNALISTI

Guardavo un telefilm in tv,  un amico mi dice di cambiare canale: c'erano Floris, Giannini e la Fornero che strapazzavano la vice-ministra dell'Economia Castelli sulla "riforma" delle pensioni e
... ho comesso l'errore di dargli retta e, osservando l'acredine con cui i soggetti affrontavano il tema e la vice-ministra, un moto di simpatia nei suoi confronti mi ha, per un momento, fatto dimenticare le poche brutte cose che hanno fin qui fatto al governo lei e i suoi compagni di movimento.
L'approccio rabbioso di Giannini sembrava quello di un giornalista che pensa di meritare molto di più della direzione della radio di Repubblica: almeno un tg nazionale, che diamine! E si comportava come se fosse la Castelli la causa della mancato riconoscimento della sua grandezza e bravura.
La Fornero è una valente professionista chiamata da un governo tecnico a prelevare 90 miliardi di euro in dieci anni dalle pensioni per trasferirli sul bilancio dello Stato a coprire buchi e  necessità. Il suo lavoro l'ha fatto abbastanza bene, non del tutto visti gli esodati e le storture del sistema, però l'ha fatto. Ma da questo a a farla passare per l'angelo delle pensioni davvero ce ne corre e solo dei disinformatori professionali possono avallare un'operazione come questa.

FORTI I VERDI A NORD...E DA NOI?

In Baviera, Belgio e Lussemburgo i Verdi vanno forte alle elezioni di domenica scorsa. Ma qui proprio non ce n'è, perchè?
Chi scrive ha avuto il piacere - esattamente 21 anni fa - di vedere la lista dei Verdi, il movimento in cui militava, raggiungere il 18,5% alle elezioni amministrative del suo comune, 40 mila abitanti in provincia di Torino.
Tutti ecologisti i miei concittadini? Non penso, almeno nel modo caricaturale in cui larga parte del ceto politico dei Verdi già allora contrassegnava nobilissime battaglie condotte nel modo più controproducente. Semplicemente avevano trovato un gruppo locale che faceva quello che aveva proposto, che aveva dato qualche dimostrazione di coerenza in precedenza e che, nei fallimenti e negli errori, si era preso le proprie responsabilità correggendo la rotta e spiegando perché alcune cose non si potevano proprio fare, mentre altre sì.
Quel gruppo si è disperso dopo aver partecipato a congressi con i cammelli che arrivavano in bus al traino dei ras locali, dopo aver assistito a infinite risse di cui non si sapeva neppure più la ragione, se non quell'individualismo sfrenato che spingeva anche i più scarsi a sentirsi dei deus ex-machina...

RENDERE CONTO

Sapere come spendono i soldi che incassano non rende meno dolorosa la privazione, ma almeno aiuta a capire cosa paghiamo davvero per i servizi di questo paese

Un giovane delle nostre parti appena tornato da un lungo periodo di lavoro in Australia ha ricevuto dal Governo di Camberra la comunicazione dell'avvenuto rimborso delle tasse che aveva pagato in eccesso, rimborso peraltro immediatamente accreditato sul suo conto.
Il governo australiano non è è limitato a questo, ha anche approfittato per fornire al giovane contribuente un resoconto di come sono spese le sue tasse, ripartendo la spesa fra i vari settori e servizi in cui si articola la cosa pubblica, a cominciare dal debito pubblico (globale e pro-capite) e dagli interessi pagati per onorare gli impegni assunti.
Però - mi sono detto - questo sì che è un servizio! Non ti aiuta a pagare le tasse più volentieri, ma almeno ti racconta come sono ripartiti i tuoi soldi fra i vari servizi dello Stato.
Subito mi vengono in mente i tanti evasori, quelli che nessun governo ha mai davvero cercato e punito, mi sono venuti in mente i servizi che paghiamo anche per loro che, magari, ne usufruiscono senza nemmeno apprezzarli. Mi viene anche in mente che in Australia il contribuente lo trattano bene, non come da noi...

PIETRO

E' proprio vero: all'eccitazione incontrollabile della nascita del primo/a nipote/ina, segue una più calma consapevolezza del loro futuro. Dopo Cloe e Maria, è arrivato Pietro!

Nei nonni i nipoti sono un impasto di preoccupazione per il mondo in cui sono arrivati e per la gente che lo abita, aspettative quasi spasmodiche condite dalla curiosità di cosa diventeranno e di cosa potremo fare noi per farli crescere al meglio.
Poi la solita girandola di parenti e amici che lo guardano e ci trovano qualcosa anche dei nonni. I quali sono preoccupati da ben altro: Pietro è nato bellissimo e in salute, scusate se è poco.
Non sappiamo di che colore saranno gli occhi (qualche vipera sussurra "come quelli del nonno", ma già altre comari vanno cercando il colore in altri rami collaterali della famiglia), neanche i capelli (adesso neri, come...), la mascella (proprio puntuta, come...), la forma del volto e tutti quei caratteri fisici che cambiano ogni giorno, come è giusto che sia.

ANTIMAFIA E POTERE, UN RAPPORTO CONTROVERSO. UNA STORIA

Una brutta storia coinvolge direttamente un'organizzazione, Libera, a cui sono molto legato, e una persona che la rappresenta con cui ho condiviso battaglie e idealità

Un dettagliato post di Alberto Crepaldi sul Fatto del 27 luglio  racconta una storia, ambientata a Modena, che ha come protagonisti Libera - nelle persone della sua vicepresidente nazionale Enza Rando e di Maurizio Piccinini referente provinciale della stessa associazione - e Giuseppe Leonelli, direttore di Prima Pagina, un quotidiano di Parma chiuso un anno e mezzo fa dall'editore, vicino al PD.
Siamo a inizio 2014 quando, in un lungo e dettagliato resoconto sui rapporto fra Enza Rando e il sistema di potere di Modena, Leonelli mette in luce intrecci, incarichi e prebende che legano il PD locale alla vicepresidente dell'associazione.

IL PUS

Negli ultimi tempi numerose anime belle si meravigliano di cosa è diventato questo paese. Come il malato che, allo scoppio delle pustole, si meraviglia del pus che ne cola fuori
Che una parte degli Italiani fosse (diventata?) egoista, razzista e attaccata al poco che ancora resta non si scopre certo adesso. Ignoranza a piene mani, astuzia dello zotico scambiata per intelligenza, scelte al ribasso in tutti i campi, una vita leopardata come ambizione di un intero paese, influencer calciatori veline coi procuratori famelici al seguito, cafonaggine come tratto distintivo fra  chi ce l'ha fatta da chi annaspa indietro. Questo e molto altro ci portiamo dietro dai vent'anni abbondanti di berlusconismo. Abbiamo dato a lui la colpa di tutto questo, ma che dire delle miserie di chi faceva finta di opporsi e ne sposava ogni giorno valori, stili di vita, comportamenti e concezioni del potere?

DALLA CENTRALITA' ALL'IRRILEVANZA: LA PARABOLA ESEMPLARE

Dopo l'ennesima scoppola elettorale riprendono le liti sulle macerie di un progetto politico oramai in fallimento
Ha davvero dell'incredibile il dibattito che si è scatenato, dopo la recente ulteriore sconfitta alle amministrative, sui giornali e  sui social fra i membri della classe dirigente del PD. Questi sembrano non aver ancora capito che il loro partito, le loro carriere politiche, le loro beghe e manovre, le loro idee se ancora ne hanno... sono tutta roba passata. Consegnata all'irrilevanza non tanto e solo dai dati numerici, ma soprattutto dalla sequenza di sconfitte che sta fiaccando anche i loro più tenaci sostenitori.
Hanno risolto la sconfitta del 4 marzo dando la colpa agli elettori che non hanno capito la serietà e la coerenza del loro partito, facendosi gabbare dalle promesse dei 5 stelle: gli stessi elettori che, quando votavano PD erano seri, maturi e responsabili.

LA SCUOLA SENZA DIRIGENTI: INCURIA O DISEGNO CONSAPEVOLE?

In oramai un terzo delle scuole di ogni ordine e grado del Piemonte al posto di un dirigente (una volta si chiamavano presidi) c'è un reggente. 
In qualche caso questa situazione si trascina da parecchi anni. Il reggente è un dirigente scolastico che, oltre al gruppo di scuole in cui è titolare, ne ha in gestione per un anno scolastico anche un altro. Non è infrequente che a un dirigente, quindi, vengano attribuiti anche 10/15 plessi scolastici sovente lontani e scollegati fra loro, qualche volta con storie e tradizioni opposte. In cambio di 6000 € l'anno, pensionabili.
Questa situazione - che va avanti da parecchi anni, ma che è diventata drammatica negli ultimi 5 perché l'ultimo concorso per dirigenti risale oramai a 7 anni fa - ha di fatto decretato la fine della figura del dirigente scolastico come coordinatore delle attività scolastiche, dei rapporti scuola famiglie. Non è neanche più il garante del corretto funzionamento dell'istituzione - dal punto di vista delle incombenze burocratiche sì, non sono mica dei kamikaze! - o l'interfaccia fra la scuola e il territorio, se non in rari casi e in presenza di figure ancora molto motivate al lavoro e piene di passione per quello che fanno. 

REGIONE. 8 ANNI DOPO, RIPARTE L'INCHIESTA

Dopo i controlli della Corte dei Conti, le controversie e i processi ad alcuni consiglieri regionali della legislatura Cota, la Procura scava più indietro nel tempo, quindi...
... faccio parte anche io della schiera di 51 ex consiglieri regionali (legislatura 2005/10) a cui è arrivato dalla Procura di Torino l'invito a presentarsi all'interrogatorio in qualità di persona sottoposta a indagini (leggi) Ho ricevuto stamattina prima la notizia da alcuni giornalisti che mi hanno chiamato, poi l'invito recapitatomi a casa contenente la sommaria descrizione delle contestazioni insieme all'invito a  presentarmi, fra poco di più di un mese, a un formale interrogatorio presso la sede della Guardia di Finanza.
Non è mai piacevole doversi difendere, tanto meno sopportare indagini e interrogatori, tuttavia sono convinto che sempre si debba rispondere della propria condotta pubblica e del modo con cui si è utilizzato, gestito e speso denaro pubblico. Dunque, meglio indagini approfondite che dubbi non risolti, a maggior ragione perché non ho davvero nulla da nascondere.

I SORRISINI SNOB DELL'INFORMAZIONE "LIBERA" ITALIANA

Mentre i pentastellati ce la mettono tutta a farsi del male, giornalisti autorevoli pontificano su di loro e sulle loro gesta con una libertà che non hanno quasi mai manifestato prima...
Quando fecero la loro comparsa nel governo Renzi i vari Lotti Madia Boschi, erano lì pronti a salutarli come una boccata di ossigeno e di giovinezza nella triste e vecchia politica italiana: di passare al vaglio i loro curriculum neanche  a parlarne, lo stesso per le parentele e i legami con lobbies o conventicole. Solo Il Fatto ci provò e con qualche bella chicca passata alla storia, ma che non cambiò il corso della politica del tempo.
Sul volto delle Gruber, Mieli e compagnia cantante non apparve allora quel sorrisetto - un po' di circostanza e un po' di superiorità - che contrassegna invece questi ultimi mesi e che torna a fare capolino ogni volta che nominano qualche esponente del M5S.
La Lega la lasciano stare, forse perché conservano un barlume di decoro.

CUPIO DISSOLVI

Il furore di distruggere tutto perché non si governa più il gioco è il tratto dominante di questa stagione politica che sembra non finire mai... 
L'espressione l'aveva riportata in auge Enrico Letta alla fine del 2013 quando Berlusconi, fresco di condanna interdizione e decadenza, voleva mettere fine al suo governo, cosa di cui poi si occuperà Renzi. Letta era in visita a Malta e commentava con questa espressione la reazione di B. alla mancata tutela della sua persona, visto che il PD aveva votato per la sua decadenza immediata. L'espressione "cupio dissolvi" arriva diretta da S. Paolo di Tarso nelle Lettere ai Filippesi (una dotta trattazione qui) che la significa come "desidero fortemente di essere dissolto" - quasi a giustificare il suicidio come forma di abbandono della vita terrena per assurgere a Dio, dissolvendo il corpo per liberarne l'anima -, insomma una questione di misticismo portato alle estreme conseguenze. Al giorno d'oggi sta a indicare l'atteggiamento del perdente che, pur di restare al centro del gioco, trascina tutta la squadra con sé nel baratro verso il quale sta precipitando (un po' alla "Muoia Sansone e tutti i Filistei!").

25 APRILE, ANTIFASCISMO E APATIA GIOVANILE: DIAMO I NUMERI?

Una volta l'anno si ricomincia con la tiritera sui giovani che non sanno la Storia, che sono apatici e che la scuola non tratta gli avvenimento che stanno alla base dell'Italia repubblicana. Nessuno è senza colpa, ma fare qualche calcolo aiuta magari a capire il fenomeno

1) Nel 1970 avevo 16 anni. La prima guerra mondiale era finita da 52 anni e i miei parenti più anziani me ne parlavano parecchio. Per me era preistoria, una volta l'anno con la scuola alla commemorazione, una svelta rilettura ai nomi dei caduti sulla lapide commemorativa alla ricerca dei parenti, il sindaco che dice cose che non capisci e il parroco che spruzza recitando giaculatorie in latino. Poca empatia con il Piave, che mormorava calmo e placido, la patria e tutto il seguito.
2) Sempre nel 1970 - avevo ancora 16 anni -  la seconda guerra mondiale era finita da 25. Mio padre me ne parlava  le rare volte che mi convinceva ad andare a pesca con lui, aveva 15 anni quando i partigiani avevano vinto e lui li aveva aiutati facendo qualche monelleria di cui un po' si vergognava. Mia nonna, con la quale avevo trascorso una buona parte della mia infanzia, raccontava della sua attività di giovane supporter partigiana, delle incursioni della X Mas nella nostra vallata, dei rastrellamenti. Mentre mi portava a funghi, mi indicava anche i rifugi dei partigiani, i luoghi dove alcuni di loro erano stati catturati e trucidati. Poi mi diceva delle famiglie "di città" che lei e suo fratello portavano in Francia attraverso il colle della Ballotta e delle tante avventure di quei giorni. La lotta partigiana per me era cosa viva, ne vedevo le tracce, anche nelle scelte politiche dei miei famigliari, ne leggevo le storie nei paesaggi, ne intuivo le disillusioni e le promesse non mantenute.

SANITA' CHE SPRECA: COSA SUCCEDE ALL'ASL TO3?

Forniture di prestazioni biomedicali, uno dei core business delle ASL, facile terreno di esercizio per spiranti finanzieri creativi. Ecco cosa sta succedendo in alcune ASL piemontesi, fra cui la TO3.
Hanno cominciato a sollevare la questione il consigliere regionale del M5S Gianpaolo Andrissi, novarese, e i consiglieri comunali Giovanni Lava di Civica per Collegno e Carlo Proietti di Grugliasco Democratica. Il primo ha presentato interrogazione all'assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta (leggi), gli altri due ai rispettivi sindaci. Nel mentre, sui giornali si dava conto del sequestro di documenti negli uffici del dott. Flavio Boraso, direttore generale dell'ASL TO3, recentemente "promosso" a pieni voti dai sindaci dei comuni dell'ASL che dirige
Facile immaginare che della questione si tratterà ancora e a lungo. Perciò, anche se è davvero complessa, conviene entrare un po' più in profondità. Come ha fatto Giovanni Lava nel suo post, a cui rimandiamo i lettori interessati. Lì sono raccontati i meccanismi che, se fossero verificati, svelerebbero una colossale dilapidazione di soldi pubblici. Per sapere a che punto stanno le indagini amministrative innescate dalle interrogazioni, abbiamo sentito il consigliere Andrissi.

MAGGIO 68, "LORO COMMEMORANO, NOI RICOMINCIAMO"

Scriveva Liberation un mese fa: Université du Mirail à Toulouse : «Mai 68, ils commémorent, on recommence».
La storia, in sintesi, è questa: nel quadro del ridisegno del sistema delle università pubbliche voluto dal governo Macron, i due poli principali di Tolosa avrebbero dovuto diventare uno solo. Comme d'abitude ai nostri giorni, il disegno è stato calato dall'alto e condito maldestramente con un referendum interno che ha bocciato la proposta con il 95% dei voti. Incurante, il governo è andato avanti come un treno, sostituendo il rettore con un commissario ministeriale, accendendo con questo la miccia. Da dicembre studenti in rivolta, lo stesso per il personale amministrativo, sembrano più defilati i professori (eredi del '68...) e le autorità cittadine. La lotta è ben presto decollata con l'occupazione di alcuni spazi strategici e minacce/tentativi di sgombero che anche oggi si susseguono senza che la situazione faccia alcun passo avanti. Interessante osservare come la lotta dell'università sia sia ben presto saldata con quella delle altre categorie di lavoratori...

L'ALTRA FACCIA DEL BULLISMO

C'è anche un altro bullismo: fa scuola a scuola e incoraggia i prepotenti. Meglio affrontarlo piuttosto che guardare altrove...
"Non capisci nulla, sei proprio tonto. Possibile che tu non possa fare attenzione e seguire le lezioni come fanno i tuoi compagni?", apostrofa  l'allievo che ha sbagliato il compito l'insegnante stizzita/o. Naturalmente davanti ai compagni che - per fortuna non sempre - posso anche essere aizzati con un ulteriore:
"Diteglielo anche voi che è proprio tonto e che non capisce nulla... Lo vedete no? Sembra che abbia lasciato il cervello a casa" e via dicendo.
Il tutto condito con un tono che, da arrabbiato e severo, si è via via fatto canzonatorio assumendo una velatura di derisione che passa attraverso il dialogo diretto ed esclusivo con il resto della classe. Il soggetto è presente, ma volutamente ignorato. Come se non fosse in grado di capire, come se fosse già escluso.
La classe asseconda l'insegnante - siamo Italiani, sempre stare dalla parte di chi comanda e poi quel compagno è davvero un po' lento, sembra fatto apposta per essere preso di mira - e si comporta di conseguenza.

SULL'AVENTINO CI SONO LE FARFALLE, IL POTERE È PIÙ SOTTO

Narrano gli storici dell'antichità che l'Aventino fu la zona di Roma che patì il saccheggio più feroce quando i Goti di Alarico nel 410 d.c. calarono sulla città...
 Questo perché lì sorgevano la case dei nobili, edifici ricchi di arredi e decori preziosi, pieni di soldi e tesori. Nei novecento anni precedenti il colle aveva fatto tempo a trasformarsi da luogo di rifugio della plebe nei momenti bui a zona-bene della Roma dei senatori e degli arricchiti dell'Impero. Forse per quello Renzi e ciò che resta del PD hanno deciso di ritirarsi lassù dopo l'ennesima rovinosa sconfitta elettorale.
E' davvero difficile spiegare a uno straniero come sia possibile che un partito che ha più che dimezzato i suoi voti in quattro anni continui a prendere ordini dal leader che l'ha condotto all'irrilevanza. Il problema, infatti, non è più se Renzi sia bello o brutto, bravo o cattivo, lungimirante o no...

IL FUNERALE

A tre settimane dalle elezioni si è consumato un funerale politico che attendevamo da 24 anni. Potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. 
L'elezione dei presidenti di Camera e Senato hanno  spiegato a tutti - anche a quelli più duri di comprendonio - che la musica è cambiata. Non è detto che sia migliore di quella passata, ma è proprio un'altra.
Il punto di partenza, a urne chiuse e risultato consolidato, è stato il rifiuto opposto da Di Maio al colloquio separato chiestogli da Berlusconi. Che il rifiuto fosse concordato con Salvini o meno, il messaggio era chiaro e più o meno diceva così: non ti incontro perché sei incandidabile, pregiudicato, ma soprattutto perché parlo con chi conta e decide per davvero nella tua area, Salvini.

INFORMATICA E TECNOLOGIA: SEMPRE MENO DONNE, MA QUALCOSA SI MUOVE

Come mai le "tante bambine" che nella scuola primaria eccellono nella tecnologia e nell'informatica, diventano "qualche ragazza" nelle scuole secondarie di primo grado, "un'esigua impalpabile minoranza" nella scuola superiore di secondo grado, fino a scendere oggi sotto il 10% sul totale degli iscritti alle facoltà di Informatica, dopo performances di ben altra portata negli anni '70 e '80 del secolo scorso? 
A questa domanda - e al bisogno urgente che segnala - prova  rispondere con proposte e attività l'associazione Rosadigitale, movimento per le pari opportunità nell'ambito della tecnologia e dell'informatica, che si definisce "una comunità di donne, uomini, ragazzi e ragazze che si impegna nell'abbattere la disuguaglianza di genere". Un fiorire di "petali" - così chiamano le loro iniziative e gli eventi in tutta Italia e non solo - che è sbocciata non a caso nei giorni a cavallo dell'8 marzo: presentazioni  nelle scuole, convegni, laboratori, tutto finalizzato a sensibilizzare, preparare coinvolgere e appassionare ragazzi e ragazze al digitale.

IL BIVIO

L'esito elettorale costituisce una grande possibilità di cambiamento, ma anche l'occasione per finte trasformazioni, magari simili a quelle degli anni passati che gli Italiani hanno già scartato col loro voto
Legge elettorale: ha prodotto i risultati attesi. Nessuno vince abbastanza da fare un governo da solo, confusione e difficoltà ulteriori per un paese già stremato. Pensavano forse alle difficoltà dell'Italia, e a darle un governo stabile, Gentiloni (col voto di fiducia), Renzi e Berlusconi quando l'hanno confezionata, i parlamentari che l'hanno votata? Dato che si sapeva prima qual era lo scopo, a qualcuno verrà chiesto conto o passerà ancora una volta tutto in campana con la complicità dei giornalisti di facciata e della proverbiale "memoria corta" degli Italiani?
Vincitori: il M5S vince, poco importa stabilire se vinca per meriti propri o per demeriti altrui, per tantissimi anni abbiamo scelto il meno peggio con la sola forza della disperazione, farsi queste domande adesso non serve proprio a nulla. Ed è l'unico che vinca davvero.

CAVIGLIE VIOLA

I rigori invernali non aiutano la moda: stare al passo coi tempi, d'altra, parte comporta qualche sacrificio in più...
Scarpa bassa, possibilmente di tela. Spunta appena il lembo del calzino bassissimo, il "fantasmino", meglio se non si vede proprio. C'è chi va senza calze pure di non rischiare che si veda. Pantalone abbondantemente sopra la caviglia, meglio se con elastico in fondo, modello tuta, così la caviglia resta bella scoperta. Va bene anche il pantalone normale purché risvoltato. 
E' la moda, bellezza, e bisogna seguirla per non essere diversi dalla massa, tema centrale della tua esistenza se hai meno di vent'anni e fai attenzione e non risultare troppo eccentrico nel tuo personale percorso a consolidare personalità, gusti e stili di vita.
Solo che questo inverno un po' più rigido del solito non aiuta mica tanto: le caviglie, esposte al freddo di questi giorni, prima diventano pallidissime, poi verdognole per la bassa temperatura, infine violacee, in modo particolare quando entri ed esci la luoghi caldi. Ma chi ci bada a queste cose... solo le mamme che si interrogano sui social, preoccupate sugli effetti del freddo sulle caviglie scoperte dei loro pargoli. E medici perditempo rispondono loro rassicurandole.
Si ricorda ancora la calata dei pantaloni sul culo - rigorosamente senza cintura, come il galeotto americano dei film - fino a scendere addirittura sotto, per valorizzare le mutande colorate.

ANTIFASCISTI PER DIRE

La vicenda di Macerata ha spalancato una finestra sulla pancia degli Italiani, che a guardarci dentro vengono i brividi. Fra fascisti per ignoranza e antifascisti per dire si preparano tempi bui per tutti per tutti
Davvero, è come se il paese - troppo a lungo compresso, ingannato, illuso e solleticato con mezzi e sogni ignobili e offensivi - stesse spurgando l'infezione che da troppi anni cova al suo interno senza cura alcuna, abbandonato ai capricci della fortuna. La malattia è nota, la cura ci sarebbe pure, ma nessuno ha finora provato seriamente a illustrarne le caratteristiche e il peso per l'organismo intero. Se qualcuno l'ha fatto, il malato l'ha prontamente scartato a favore di chi prometteva benessere salute e ricchezza senza sforzo e impegno.
Problemi non governati, solo agitati come spauracchio, sciatteria a piene mani (mi faccio i fatti miei, così nessuno mi rompe le palle; faccio meno che posso, così nessuno mi chiede conto) a cominciare da chi ha responsabilità ed è perfino pagato per questo. E dosi industriali di retorica, a impastare tutto in un composto vischioso che impedisce al paese di cambiare, di andare avanti, di diventare più simile a quello che vorremmo.
Così si riorganizzano coloro che immaginano il sentire delle società come la sommatoria dei rancori e delle frustrazioni che alimentano la loro vita quotidiana. Si richiamano al fascismo, come tanti pupazzi ripetono sempre le stesse frasi per evitare la fatica di articolare un pensiero, uno sforzo di conoscenza e di riflessione sul passato che non torna, anche quando lo si vorrebbe tanto...

LEGGE TRUFFA E LISTE FUFFA

In questi giorni di faticosa composizione delle liste dei partiti emerge con forza la sostanza di ciò che questo Parlamento ha prodotto per inchiodare il paese a un ceto politico senza pudore. 
Che la legge elettorale fosse una porcata perfino peggiore del Porcellum lo sostenevano in tanti, alcuni insospettabili vista la contiguità col partito al potere. Che le elezioni - la massima espressione della democrazia - fossero ridotte a una affare che riguardava stretti ambienti politici, prodotti di una selezione al ribasso che affonda le sue radici nel ventennio scorso e che adesso disvela i suoi frutti marci, lo si sospettava da qualche mese. Che nessuno volesse "mollare l'osso" si sapeva.
Così nei mesi scorsi si sono a lungo criticate le storture più evidenti di una legge che mira a inchiodare ancora di più un paese già inchiodato da troppi anni, per mettere al sicuro le carriere politiche dei cerchi magici politicanti. Sostanzialmente il proporzionalismo, che porterebbe instabilità; le soglie di sbarramento comprensive di liste civetta, foriere di candidature non radicate e neanche molto coerenti con l'aspirazione meritocratica che tutti dicono di voler perseguire; le candidature plurime, che servirebbero a predeterminare ulteriormente la composizione del futuro parlamento per via del gioco delle rinunce a urne chiuse. Tutti handicap verificati e di cui ancora di tratterà a elezioni concluse.

LE BANCHE E I SOLDI, I NOSTRI

Una signora a me molto cara mi ha raccontato la storia della sua banca. Somiglia a quelle dei finti camionisti venditori di mattoni (spacciati per aggeggi tecnologici) negli autogrill nazionali
Poco meno di vent'anni fa l'acquisto di una casa: lei e suo marito avevano deciso di cambiare abitazione, si imbarcano nell'impresa di mettere in vendita quella che possiedono e di accendere un mutuo per diluire la differenza di prezzo.  Come tanti nella loro condizione, cercano la banca che pratica le condizioni migliori in base alle loro capacità di guadagno e perciò di risparmio. Sono entrambi lavoratori statali, godono di uno stipendio modesto ma sicuro; ottenere un mutuo non sarà difficile, specie se garantito dall'accredito, sul nuovo conto da aprire, dello stipendio di almeno uno dei due. Prescelta la Banca Sella.
Dato che la nuova abitazione è intestata solo a lei, il conto presso la banca che erogherà il mutuo sarà intestato ancora a lei e sarà il suo stipendio ad essere accreditato lì. Tutto procede come da copione e senza recriminazioni particolari per il decennio successivo. Fino a  quando...