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LA MULTA: I 5 STELLE, IL PD E ALTRI ROTTAMI

E' bastata una multa a far crollare il castello. Fra macerie e rovine, ciò che resta dei partiti di successo.
Riassumendo: il capo di gabinetto del sindaco di Torino (M5S) viene intercettato in una conversazione con l'amministratore della GTT - azienda pubblica di trasporti, indebitatissima, sull'orlo del fallimento e da tanto tempo feudo elettorale dei partiti del sistema Torino, democratici in testa - in cui gli chiede di cancellare la multa che un suo amico ha preso perché colto senza biglietto sull'autobus. L'amministratore delegato, invece di mandarlo a stendere, lo rassicura: lo farà.
Appena la notizia comincia a circolare, il capo di gabinetto del sindaco si dimette. Non si sa se perché adeguatamente sollecitato a farlo o per sua autonoma decisione dettata dalla vergogna, ma lo fa e toglie il disturbo. D'altra parte il suo ruolo è talmente delicato che non è proprio possibile fare finta di nulla o risolvere la questione con delle scuse. Dunque - insisto - se ne va.
Evviva, Torino è successo quello che sarebbe successo in qualunque altro paese dell'Europa, solo che...

... l'amministratore delegato di GTT - di rigorosa nomina democratica - non ha sentito la stessa necessità: infatti a oggi è ancora al suo posto. E dire che oltretutto nei 4 anni del suo incarico la situazione dell'azienda è così tanto peggiorata che  si parla apertamente di proclamazione dello stato di crisi. Possibile che non avesse niente di più utile da fare che togliere multe ai nuovi potenti torinesi? Comunque, lui è ancora al suo posto, evidentemente non sente il bisogno di levarsi dall'impiccio..
L'imbarazzo è palpabile, tanto che il neosegretario del PD, Mimmo Carretta, si spinge a chiedere il suo allontanamento in un comunicato minaccioso dal quale traspare evidente la difficoltà di tenere insieme la doppia, tripla, quadrupla morale che sempre più spesso mette in difficoltà il partito e i suoi esponenti più acuti.
Lo stesso partito, il PD, che nella città in cui vivo non solo ha fatto finta di niente quando il suo sindaco (e portaborse in Regione) è stato beccato a non pagare le tasse al Comune, ha dato la colpa alla moglie, è stato sbugiardato, finalmente ha pagato. Lo ha anche ricandidato e aiutato a vincere con il contributo di liste messe in piedi da alcuni degli esponenti torinesi che oggi giustamente fanno della questione GTT un grimaldello per mettere in difficoltà la Appendino. Di buon peso lo ha anche nominato presidente di Avviso Pubblico, l'associazione degli enti pubblici che si battono per la legalità: nessuna contraddizione.
"Fate come dico, non fate come faccio!", una volta si diceva questo dei preti. Adesso è la politica a fare la predica agli ultimi creduloni. Solo che così il paese non migliora, le cose non cominciano a funzionare, le persone si sentono ogni giorno più estranee a questo teatrino dove parole e uomini valgono sempre meno.
Morale: M5S in crisi da autosufficienza e autoreferenzialità. Erano convinti che bastasse essere nuovi o dirsi tali per riuscire dove in tanti avevano fallito. Sapranno cambiare e cominciare a governare davvero i processi strategici, non esitando a coinvolgere persone competenti e risorse oggi accantonate? Dubito, è davvero un peccato, un'occasione buttata. PD, sempre uguale a se stesso e incapace di  scegliere una strada e percorrerla con coerenza: guardate che così non andrete da nessuna parte. Altri: non pervenuti.
Su tutto aleggia un vento spesso che dalla Val di Susa porta la cenere e il fumo in città. le persone faticano a respirare, la città si sporca, i giri sempre più stretti dei vari Sistemi Torino la stanno definitivamente affossando.
Mariano

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