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REFERENDUM?

Oramai tutto quello ce c'era da dire è stato detto e quello che c'era da fare è stato fatto... Forse è il tempo di riflettere sul senso di tutto quello che è accaduto e sta ancora accadendo intorno a questo referendum/fuffa
Se fosse necessario raggiungere il quorum per validarlo (come per i referendum abrogativi), non avrei avuto alcun dubbio fin da subito: avrei lavorato per l'astensione. La questione è mal posta, il compito è fatto male e, ancora una volta, per dare risposta a un problema vero si sceglie la strada della demagogia della propaganda, del cambiare tutto perché non cambi nulla.
L'abbiamo già visto con la "modernizzazione del lavoro" in inglese, i salvataggi delle banche, gli 80 euro, la buona scuola, senza insegnanti ancora oggi, e così via. Non una di queste pseudo riforme aveva aggredito il problema alla radice con soluzioni capaci di segnare una svolta vera: fuffa in prevalenza e tanta, tanta propaganda. Giusto ciò di cui penso questo paese non abbia proprio bisogno.
Se poi avessi avuto ancora qualche dubbio, avrei gettato uno sguardo sugli effetti concreti della cosiddetta "abolizione delle province", la legge Del Rio. Ero anche io fanaticamente convinto che fosse una cosa da fare, speravo che si facesse con competenza, trasferendo prerogative e risorse in modo che i compiti delle province passassero a comuni e regioni. Se qualcuno ancora pensasse che davvero è andata così, vada a vedere lo scempio delle scuole superiori, prive di manutenzione e interventi al punto che non si taglia neanche più l'erba nei cortili...

L'INVIDIA

Brutto sentimento, specie quando le cose non vanno poi così bene e appare naturale cominciare a guardarsi intorno per sminuire quelli a cui va meglio che a noi. Con effetti disgustosi e tossici

"Hai visto quella? Non le daresti un centesimo eppure ha fatto carriera. Chissà a quanti l'ha data! Io, che non sono una zoccola, sono ancora qui ad arrancare e a sperare in un contratto a tempo indeterminato...". "Ma no, guarda che è davvero brava. Un tantino legnosetta e sempre molto precisina: sarà per quello che tutti i pazienti chiedono di lei... Sai, arrivano qui in condizioni tali che non stanno mica a guardare se una è simpatica o no. Disperati come sono, cercano quella che pensano essere più brava..."
"Quello fa il santarellino, tutto dalla parte della legalità e del merito, ma se solo sapessi che cosa ha combinato e che individuo turpe esso sia..". "Ma davvero, non l'avrei mai detto. Fammi qualche esempio, spiegami, perché sono molto sorpresa". "Ah, ma allora stai dalla sua parte!"
Questi e altri esempi di conversazioni che si colgono nelle sedi in cui si può ancora origliare rendono bene l'idea di un paese che, non sapendo più cosa fare per contrastare l'immiserimento, convoglia le sue energie residue nell'invidiare il prossimo. Più vai giù, più vorresti portarci quelli che, a tuo dire, stanno meglio di te. Così non rifletti mai sinceramente sulle cause del tuo sprofondare e sulle misure che potresti provare ad adottare per fermare la discesa e, magari, invertire la direzione.

BERTOLDO, LEOPOLDINI E CACASENNI

Si è conclusa una Leopolda, la settima, in tono decisamente minore, ma assai utile ad aiutare Bertoldo, che è anche presidente del Consiglio, a occupare ancora di più (se possibile) giornali e televisioni. 
Per la verità, i giornali meno delle Leopolde precedenti: vuoi vedere che comincia a stufare o che, i giornalisti, notoriamente sensibili ai cambi padronali, hanno fiutato l'aria?
Non è però neanche giusto dare sempre l'interpretazione peggiore a questo come ad altri avvenimenti simili. Conosco gente di Comunione e Liberazione che rinuncerebbe a tutto il mese di ferie pur di avere il tempo di andare come volontario per pochi giorni al Meeting annuale a Rimini. Lo stesso per i sempre più rari volontari delle Feste dell'Unità. Persone ammirabili che si ammazzano di fatica, gratis e sottraendo tempo alla loro ricreazione, alle ferie, al riposo. Perché la loro ricreazione è anche questo: fare qualcosa di utile al servizio di un'idea cogliendo nel contempo l'occasione di incontrare tanti altri che sono lì per la sessa passione e lo stesso slancio. Scambiare quattro chiacchiere, lavorare insieme, accogliere i visitatori, condividere esperienze, storie, obbiettivi speranze e, a volte, illusioni. Poi c'è anche il trovarsi a diretto contatto con personaggi famosi, non solo della politica, di quelli che vivono su un altro pianeta, che li vedi solo in televisione. C'è la libertà di spezzare la monotonia della vita di tutti i giorni con un periodo di socialità accentuata e paritaria.
La Leopolda nasce e ha successo anche per questo: sono questi i tempi in cui la politica è insulto sul web - trionfo di mediocrità che si credono divinità e fanno danni che ogni giorno dovrebbero essere riparati e che invece ne generano altri - ed enunciazione di asserzioni autoreferenziali.