Una signora, che chiameremo Anna, decide di trasferire la sua abitazione per avvicinarsi ai figli: deve aiutarli in negozio e badando ai nipoti quando i loro genitori sono l lavoro. Meglio stare a Grugliasco, nei paraggi, è più comodo per tutti. Le dispiaceva però di lasciare, insieme all’abitazione a Torino città, anche il suo medico di famiglia. Va da lui e gli chiede come fare (se si può) per mantenerlo come medico della mutua. Lui, gentile, rilascia una dichiarazione di disponibilità a continuare a prendersi cura della signora Anna, anche se, cambiando abitazione cambierà anche ASL. Nel frattempo Anna si è trasferita e, dieci giorni dopo l’avvenuto accertamento del cambio di residenza, ha anche ricevuto la comunicazione della vecchia ASL che le faceva sapere che non aveva più il medico della mutua e che avrebbe dovuto cercarsene uno nella nuova ASL in cui era andata a stare.
“Accidenti! - aveva pensato Anna quando aveva ricevuto il plico al suo nuovo indirizzo - davvero l’informatica ha fatto miracoli… il collegamento fra le banche dati ha permesso all’ASL di sapere in tempo reale che avevo cambiato casa e di invitami a regolarizzare la situazione per quanto riguarda la scelta del medico di base.