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SANITA’ E DELIRI

Questo paese va a picco: lo diciamo spesso per esorcizzare la paura che succeda sul serio. Eppure c’è tanta gente che lavora perché a picco ci si vada davvero… Provate a cambiare medico!

In questo paese complicato ne succedono davvero di tutti i colori. le storie di vessazione da parte della Pubblica Amministrazione sono però tra le più inquietanti perché ci confermano l’idea di essere nelle mani di delinquenti patentati, svogliati e a volte corrotti. Sentite questa storia.
Una signora, che chiameremo Anna, decide di trasferire la sua abitazione per avvicinarsi ai figli: deve aiutarli in negozio e badando ai nipoti quando i loro genitori sono l lavoro. Meglio stare a Grugliasco, nei paraggi, è più comodo per tutti. Le dispiaceva però di lasciare, insieme all’abitazione a Torino città, anche il suo medico di famiglia. Va da lui e gli chiede come fare (se si può) per mantenerlo come medico della mutua. Lui, gentile, rilascia una dichiarazione di disponibilità a continuare a prendersi cura della signora Anna, anche se, cambiando abitazione cambierà anche ASL. Nel frattempo Anna si è trasferita e, dieci giorni dopo l’avvenuto accertamento del cambio di residenza, ha anche ricevuto la comunicazione della vecchia ASL che le faceva sapere che non aveva più il medico della mutua e che avrebbe dovuto cercarsene uno nella nuova ASL in cui era andata a stare.
Accidenti! - aveva pensato Anna quando aveva ricevuto il plico al suo nuovo indirizzo - davvero l’informatica ha fatto miracoli… il collegamento fra le banche dati ha permesso all’ASL di sapere in tempo reale che avevo cambiato casa e di invitami a regolarizzare la situazione per quanto riguarda la scelta del medico di base.

VENARIA, MON AMOUR

Non è il solito post celebrativo delle meraviglie del passato, tornate a risplendere e ad attrarre turisti e curiosi, si tratta invece di
Un presente che incoraggia
Oltre 2500 voti al primo turno (il 17%, risultato in linea con le liste grilline), 9150 al ballottaggio (quasi il 70%) contro il candidato della nomenklatura PD. Con questo risultato Roberto Falcone si appresta a governare una città di 35 mila abitanti con 15 consiglieri comunali (su 24), tutti new entries nelle istituzioni cittadine. Una bella soddisfazione per lui, i suoi compagni di avventura e per i molti che, come me, nella sua vittoria ci speravano tanto per mandare a casa il peggiore PD (sempre che esista ancora uno migliore) insieme ai suoi usi, costumi, metodi, cooperative e camarille.
E’ inutile negare che questo risultato è stato reso possibile dalla frammentazione di liste e candidati a sindaco. Credo, per esempio, che siano incomprensibili ai più le ragioni che hanno prodotto la divisione fra le liste a sostegno di Saverio Mercadante e Fosca Gennari (insieme circa il 20% al primo turno), ma il M5S è stato bravo a cogliere le contraddizioni di un partito senza più nerbo e radicamento sociale.

LO STATO STRAPPATO

Una nuova ondata di arresti torna a ricordarci che mafia Capitale non ha ancora terminato di mostrarci di perversi effetti di un sistema di potere che va ben oltre la città di Roma…
La retata, parte seconda
Consiglieri comunali del PD e di FI, affaristi legati alle uniche attività redditizie rimaste in Italia, quelle collegate allo spolpamento di ciò che resta di questo Stato. Uno spregiudicato intreccio fra malavita e politica che neanche i romanzi più fantasiosi avrebbero potuto raccontare senza che gli autori scivolassero nel ridicolo. Attività economiche inventate per dragare fondi pubblici - magari persino speculando sui lavoratori impegnati, costretti a diventare “soci” di cooperative che di solidale hanno solo il nome – con i quali finanziare questo o quel personaggio pubblico, le sue campagne elettorali, le sue clientele e i suoi interessi personali. Costui, a sua volta, finanzia la corrente del partito che lo porta e, se proprio occorre, la campagna elettorale di tutta l’organizzazione.
Si è rovesciata la gerarchia della democrazia. Essa prevedeva che i partiti – organizzazioni sociali volte a promuovere progetti di trasformazione della società,  selezionando le persone idonee a realizzare al meglio sia il successo elettorale che la realizzazione del programma stesso – costruissero attraverso la discussione, la militanza, la propaganda e l’azione classi dirigenti capaci di governare nel momento in cui il partito sarebbe stato chiamato a farlo.

NON PODEMOS, MA ESPERAMOS

La faccia della Moretti domenica notte: pura poesia! E  Serracchiani e soci che, col solito sussiego, davano agli “altri” la colpa della sonora trombatura della Paita in Liguria…
Il gufo
… mi ha fatto piacere. Ancora più piacere mi ha dato lo strano modo con cui De Luca festeggiava la sua vittoria. E ancora, i musi scuri dei candidati del PD, tutti convinti che il partito avrebbe fatto sfracelli e che perciò avrebbero posato i loro culetti democratici nei consigli regionali, e riportati alla dura realtà da percentuali meno che bersaniane (perfino i loro elettori più fedeli sono stati costretti a catapultarsi sulle finte liste civiche e sostegno del loro candidati a presidente, pur di non votare quel simbolo e quella gente).
Il topos però è stato Renzi pateticamente vestito da soldato a fingere per le TV di essere uomo di stato, preoccupato non già delle elezioni regionali, ma della salute dei “nostri ragazzi” in missione umanitaria all’estero. A Roma le vallette e i valletti si apprestavano ad arginare le palate di cacca che, in parte, avevano previsto in arrivo per via dei sondaggi segreti a ridosso del voto. La buona retorica guerrafondaia prevede che, nei momenti difficili, il comandante stia con le prime linee per dare l’esempio e spronare i soldati fedeli. Renzi se la batte sistematicamente ogni volta che sente odore di difficoltà o di insuccesso lasciando i suoi a svolgere il compito più ingrato. Anche questo deve essere “rottamismo”, ma è certamente un modo di fare e di essere che dice parecchio del personaggio. Molto piacere mi ha fatto scoprire che il successo di Salvini è semplicemente un parziale travaso dei voti del PdL alla Lega, l’area elettorale del centrodestra e la sua consistenza sono all’incirca le stesse.
Ancora più piacere mi ha fatto scoprire quello che provavo di fronte alle notizie che davano conto dei risultati delle elezioni: non mi importava nulla che in Lombardia e Veneto avesse vinto il centrodestra, che il PD fosse andato indietro, che perfino il M5S avesse perso qualcosa.