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IL SINDACO BLAGUEUR

Una storiella di arroganza e ignoranza, ma questa è l’Italia di oggi
Politicanti sull’orlo di una crisi di nervi
Adesso chiamo la Polizia Postale e mi faccio dire chi è stato a girare la mia e-mail a Turigliatto”. Questa è più o meno la frase con cui il sindaco della mia città ha minacciato i consiglieri di maggioranza, immagino col suo solito fare fra i minaccioso e il ricattatorio. Io, Turigliatto, non c’ero, ma la storia me l’hanno raccontata ben tre dei numerosi supporters presenti (uno all’insaputa dell’altro), ancora stupefatti per la sicumera e la follia del primo cittadino, costretto dalla sua disperazione a parlare della Polizia Postale come di un servizio di vigilantes a sua disposizione per la persecuzione dell’opposizione e dei pochi pensanti del suo partito rimasti. Ma cosa era successo di così grave da farlo sbroccare in questo modo preoccupante?
Ecco la storia. Nella ridente cittadina in cui vivo – ridente per modo di dire. visto che i capelli da strappare sono già stati cavati e le lacrime tutte versate – l’amministrazione comunale decide di privatizzare l’unico nido pubblico rimasto (leggi). Una misura che va a sommarsi ad altre pietose inefficienza della giunta, così che sembra davvero che il Comune voglia fare cassa tagliando sulla scuola e sui servizi ai giovani. Scoppia un putiferio, alimentato prevalentemente dalle mamme e dai papà dei bimbi del nido, preoccupati non tanto per i loro pupi, ma per quelli che verranno dopo.
Nasce un comitato, partono iniziative, insomma il solito sano desiderio di partecipare che coglie l’Italiano quando scopre che l’hanno fottuto troppo e troppo a lungo. Incontri in Comune, fuori dal comune, trattative, assemblee infuocate, commissioni consiglieri e quant’altro sul tema. La maggioranza che sostiene il sindaco sembra vacillare e allora lui - di solito scostante e sprezzante con tutti , specialmente con i suoi sostenitori – sente il dovere di mandare una e-mail di resoconto (alla sua maniera) di quanto fatto sul tema asili-nido. Eccola.
La sua e-mail contiene apprezzamenti non lusinghieri su parecchi dei soggetti coinvolti (ce n’è anche per me, per le mamme del nido, per la loro pagina fb) e molti errori di grammatica, dato che deve averla scritta di fretta e di furia. Soprattutto però da bene l’idea del suo modo di concepire la pubblica amministrazione, la partecipazione, la gestione dei servizi, il rapporto con i cittadini, la sua stessa idea di Stato. Questa e-mail viene mandata (immagino per sbaglio) anche a persone che non l’avrebbero mai dovuta ricevere, fra queste il sottoscritto.
Che non aspetta neanche un minuto a pubblicarla sul blog della Lista civica che rappresenta in Consiglio comunale: è un documento importante, che finalmente apre uno squarcio sul modo con cui questi politici d’oggi concepiscono l’esercizio del potere nell’amministrazione cittadina. Naturalmente il blog rischia di andare in tilt per i contatti che crescono esponenzialmente: un bel pezzo di città, quella che partecipa di più, legge e considera. Quello che vuole, ma considera.
E che ti fa il nostro? Invece di cercare di rimediare alla figuraccia – o anche soltanto scegliendo il silenzio perché la gente dimentica in fretta –, se ne fa un’altra ancora più clamorosa. Chissà se qualcuno del suo entourage riesce a fargli capire la differenza fra la cronaca, l’informazione e i reati informatici di cui la Polizia Postale si occupa, e pare pure bene! Potrebbe provarci il capogruppo del PD, titillatore di smartphone, oppure qualcuno sul suo luogo di lavoro (il nostro sindaco integra il salario della carica facendo il portaborse in Regione), magari distogliendolo dai social su cui notiamo che passa del bel tempo. Oppure potrebbe riunire il Direttivi di Avviso Pubblico – associazione di comuni e enti pubblici contro le mafie – di cui il nostro è addirittura presidente nazionale per studiare nuove forme per meglio tenere sotto controllo una città che è oramai allo sbando.
Politici d’oggi!
Mariano
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