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LA SCUOLITE

In tempi di “annuncite” e di altre patologie che segnalano la trasformazione della realtà in virtualità, anche la scuola…
La bua dello studente
Non stavo bene”, ti dice lo studente assenteista con l’occhio finto-spento a cercare di supportare il concetto che ha appena espresso.
Stava talmente male che si sta già ingozzando di pizza sintetica e coca-cola, eppure non sono ancora le nove del mattino.
Eh, prof, non posso mica parlare con lei di queste cose da donne”, allude la fanciulla che ha il ciclo tre o quattro volte al mese, così regolare che spacca il secondo. E giustifica l’uscita anticipata per forti dolori, proprio come quel suo compagno che, in odore di interrogazione, ha preferito stare male dalle 9 alle 10, guarire alle 11,30 e poi riammalarsi verso le 13, in tempo per schivare l’ultima ora, quella fatale.
Il virus della scuolite gira come un pazzo per le scuole, colpisce quelli predisposti, dal sistema immunitario indebolito da pomeriggi a giocare col pc o a trastullarsi in altri modi che è meglio solo evocare. O anche solo acciaccati dall’inattività forzata, o ancora dagli sforzi per sfuggire ai redde rationem della vita, perfino intaccati nel profondo dall’ansia di non farcela a schivare gli assalti degli adulti vogliosi di prestazioni secondo le loro aspettative esagerate, genitori o insegnanti che siano.
Di qui la scuolite, che si manifesta in varie forme e con sintomi non sempre identici.
I medici fanno fatica a riconoscerla, infatti prescrivono ai fanciullini discrete quantità di analisi e  visite specialistiche, tutte da richiedere rigorosamente a colleghi che lavorano solo al mattino, durante le ore di scuola.
Così, mentre gli studenti al mattino contendono ai pensionati i posti migliori nelle code per le analisi e le visite specialistiche, il resto del modo si ingegna a consultare professionisti che ricevono in orari poco apprezzati dall’utenza, tardo pomeriggio e prima serata.
A uso dei medici che stentassero a riconoscere le varie forme di scuolite, proviamo a indicarne le principali:
SCUOLITE ACUTA: si manifesta con attacchi improvvisi e violenti, di solito al momento di alzarsi dal letto. Alle volte compare anche prima di un compito in classe o di una interrogazione non programmata (se prevista, invece, la forma prevalente è quella  della….)
SCUOLITE SUAVIS: il paziente non lamenta dolori particolari, è preda di una generica indisposizione che assume forme cangianti, dal generico “mal di pancia” al più impegnativo “conato di vomito interruptus”. Alterna momenti di grande disagio – che risolve chiedendo compulsivamente di andare in bagno per ritornarvi con un panino nascosto nelle vesti e una lattina nella tasca posteriore dei pantaloni – a fasi di stanca. In questo caso appoggia il capino sul banco e si rilassa; sembra solo che dorma, in realtà è vigile e segue le lezioni come  e di più di quando sta bene. E’ disposto a farsi uccidere mentre spiega all’insegnante che le cose stanno proprio così.
SCUOLITE ALLUCINATORIA: ai sintomi della scuolite suavis si aggiungono deliri allucinatori duranti i quali il pupo o la pupa si sentono vittime della società e si comportano di conseguenza, lanciando sguardi torvi alla volta di chiunque osi interloquire con loro o, semplicemente, ricordare dove si trovano e a fare cosa. Un altro tipo di delirio che è frequente incontrare è quello di onnipotenza: il malatino si crede Dio e parla dei suoi diritti come se fossero comandamenti. Dei doveri neanche l’ombra di una ricordo.
SCUOLITE MAIOR: con l’appoggio pieno delle famiglie che, spalleggiando il pupo e assistendolo nella malattia con generose giustificazioni, ne amplificano gli effetti perversi sull’organismo. Così rendono cronici sintomi e manifestazioni che potrebbero risolversi con terapie convenzionali quali sequestro del telefonino, divieto di uscire la notte, pasti regolari consumati in luoghi deputati e seguendo le convenzioni sociali più desuete. 
SCUOLITE BIUNIVOCA, la peggiore: si manifesta solo in locali scolastici e in presenza di insegnanti anch’essi afflitti dalla stessa malattia. La fase acuta si raggiunge verso metà mattinata quando il docente comincia a delirare e a scambiare i suoi desideri per veri ricordi di quand’era giovane. Mirabilmente corrisposto dallo studente che pensa a “capitano, mio capitano” e desidera che l’attimo sia davvero ancora più fuggente.

Mariano
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