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CAMBIARE PER FINTA

Ogni giorno un annuncio di qualcosa a cui il Governo sta lavorando, ogni giorno una promessa nuova e una nuova faccia della conservazione da abbattere e…
L’annunciazione continua
Molti anni fa – quando i mass media facevano ancora i loro lavoro e si interrogavano sul ruolo che deve avere l’informazione in una democrazia compiuta –, un mio parente lungimirante mi disse: “Se annunci castagnate tutte le domeniche d’autunno e inviti quanta più gente puoi, specialmente quella che sta così lontano che non verrà, ci saranno tante più persone che sentiranno i bruciori di stomaco anche se non hanno partecipato all’evento”. Aveva ragione, l’annuncio, il semplice annuncio, riesce da solo a suscitare risposte del corpo e della mente come se fossero davvero seguiti i fatti.
Siamo fatti così, pieni di sano realismo, disingannati quanto basta, disincantati e smaliziati, ma… sempre pronti a cascarci, a illuderci che davvero l’annuncio si è fatto sostanza, perfino quando l’evidenza ci afferma il contrario.
Questa è di nuovo una stagione un po’ così: la gran parte degli Italiani è davvero convinta che Renzi abbia abolito le Provincie (e i costi conseguenti), non ha voglia di dare retta a quelli che mettono in guardia dai costi e dai rischi di una riforma fatta a metà, giusto per poter dire di averla fatta: sono disfattisti, gente che non ha a cuore il paese e che cerca di mettere i bastoni fra le ruote dell’ultimo che ci sta provando a cambiare davvero. Lo stesso per la legge elettorale, la cosiddetta abolizione del Senato: chi obietta o avanza riserve viene subito tacciato come un conservatore accanito, di quelli che si sono resi responsabili di aver condotto il paese a questo punto. Insomma Cassandre che – come i fastidiosi “professori” – avanzano paure e dubbi per il gusto di rovinare il compito del premier e sminuirne la portata innovatrice.
Il fatto è che i critici in malafede effettivamente non mancano: una categoria per tutte, quella che accusa Renzi di non essere il prodotto di un’elezione (e Monti? e Letta?), oppure di aver fatto un accordo con Berlusconi (e voi, cari PDini, non ci avete fatto dei governi insieme, non avete evitato il conflitto di interesse eccetera?). Stanno quasi tutti nello stesso partito che Renzi ha scalato così bene, avviandone anche una mutazione genetica dalla celerità sorprendente.
Il fatto che essi esistano non può, però, azzerare la critica e l'analisi delle cose che il governo sta dicendo (più che facendo): la legge elettorale è una cagata, forse peggiore del Porcellum: taglia fuori troppi elettori dalla rappresentanza e non garantisce la governabilità, visto che i governi cadono per le dinamiche dei grandi partiti, non per i ricatti dei piccoli, come vorrebbero far credere. Letta è caduto per i ricatti dei piccoli o per gli esiti di una battaglia politica di Renzi contro di lui?
L’abolizione del Senato è una non-riforma, che infatti lascia spazio alle critiche ed alle manovre di chi utilizza la battaglia contro la proposta Renzi per regolare i conti con lui. perfino un disperato Berlusconi comincia a prendere le distanze, avendo capito che non saranno prese misure di salvaguardia nei suoi confronti e che a stare appiattito su Renzi potrebbe finire in un angolo da cui non uscirebbe più. Sui rinnovi dei Consigli di Amministrazione degli Enti e della aziende di Stato, sembra che le procedure (e quindi gli esiti) non siano diverse da quelle dei suoi predecessori, sulla politica estera eccetera.
Il tempo passato è ancora troppo poco, attendiamo fiduciosi di conoscere le misure economiche e come il governo troverà i soldi per soddisfare la promessa degli 80 €; soprattutto attendiamo che il governo faccia conoscere le sue priorità, visto che non può fare tutto contemporaneamente quello che Renzi ha promesso e sta promettendo in giro. Una tempistica più definita aiuterebbe a trasformare “sparate” in “promesse” e queste in “impegni” precisi e finanziati.
Questa sarebbe la riforma più importante, sarebbe anche un grande segnale ai fantomatici “investitori stranieri”, talmente evocati in questi anni di declino come “nemici dell’Italia” da risultare credibili come il babau:
“L’Italia sta cambiando – sarebbe come dire – ad annunci seguono misure, a queste finanziamenti, infine verifiche sull’efficacia dei provvedimenti assunti”.
Finirebbe così quella pioggia di annunci, di lanci giornalistici, di precisazioni e puntualizzazioni, di smentite e di nuovi annunci. Tutti destinati ad aumentare la confusione e quel senso di panico che inevitabilmente pervade chi sta su una nave che sembra sempre sul punto di affondare.
Perché arriva il giorno in cui alla castagnata ci vengono tutti quelli che hai invitato. Allora sono guai, quando scoprono che di castagne non ce ne sono più perché se le sono già mangiate tutte quelli che erano lì per creare e documentare l’evento.
Mariano 
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