NOVITA'
latest

468x60

header-ad

IL PRANZO DEI CRETINI 2

Una nuova puntata della storia copre di ridicolo gli amministratori e di amarezza i loro cittadini…
Caro amico ti scrivo
Dopo che la forma di protesta messa in atto dalle famiglie grugliaschesi con lo “sciopero del panino” aveva preso piede nelle scuole e rischiava di trasformarsi in una onda anomala che poteva travolgere la mediocrità del sindaco portaborse e della sua giunta, ecco scendere in campo l’ASL e i presidi delle scuole.
Una quanto mai tempestiva comunicazione dell’ASL afferma che i bambini non possono consumare il panino in classe (per ragioni di igiene) e i presidi prontamente comunicano alla famiglie che non sarà più consentito consumare i panini in classe nei giorni di protesta contro il caro-mensa.
Naturalmente omettono di dire che non è obbligatorio che i bambini “protestanti” vadano a mangiare a casa: a scuola c’è il refettorio e possono consumarlo lì, insieme ai loro compagni “ortodossi”.

TESSERE

I congressi locali del PD eleggono delegati e confermano le analisi pessimistiche sullo stato del partito…
Lo specchio d’Italia
Fra polemiche e accuse si consumano i congressi dei circoli locali del PD: candidati che si accusano di manipolazione delle tessere, “signori” del PD in movimento a spostare consensi da uno all’altro, improvvisi aumenti di iscrizioni che saranno, anche stavolta, seguiti da repentine diminuzioni. Insomma tutto il bello della peggiore partitocrazia… in un partito che continua indefesso a vantarsi di essere il più democratico fra quelli presenti e sopravvissuti sulla scena politica.
Per un altro verso si tratta di un vero peccato: la scommessa del PD è stata un avvenimento importante nella storia politica d’Italia, per questo la sua incompiutezza e la sua riduzione ad aggregato di bande personalistiche e componenti nostalgiche che ne hanno segnato anche  il percorso difficoltoso, non lasciano sperare in un epilogo felice. L’idea di costruire un polo dove potessero convivere e reciprocamente sostenersi, potenziarsi e vivificarsi anime diverse, ma tutte accomunate dall’idea della necessità modernizzazione della società e dell’economia, della riduzione delle ingiustizie, dell’eguaglianza delle opportunità, del progresso sociale e umano… era un’idea potente, quella giusto per rilanciare l’Italia nel mondo.

PENSIERI DALL’ATO OPPOSTO di F. Maletti

L’ignoranza trionfa, la presunzione anche. C’è un nuovo totem che cresce nell’incultura…
Strafalcioni costituzionali

LAVORI IN CORSO PEDONI DALL’ATO OPPOSTO” recitava il cartello di un cantiere stradale che ho letto stamattina. “Che ignoranti !” era il commento. Qualcuno sorrideva e cambiava percorso senza fermarsi, altri si fermavano a fotografare il cartello col telefonino. Nessuno che protestasse per il fastidio di dovere attraversare la strada (assai trafficata) per doverla successivamente riattraversare alcuni metri dopo per riprendere il proprio cammino.
Un grossolano strafalcione a riprova dell’italico analfabetismo di ritorno oppure una simpatica trovata per strappare un sorriso al posto dei soliti improperi?” Mistero.

LA MANOVRA

Tasse che spariscono e ricompaiono col nome cambiato e l’importo aumentato, levate di scudi di questa o quella componente di una società cristallizzata e ripiegata su se stessa, insomma…
Sprofonda Italia
Il governo NapoLetta sforma la sua manovra economica, finge che sia una svolta, un grande cambiamento. I giornalisti pronti si accodano (con poche lodevoli e residue eccezioni) e si sdraiano, accendendo i loro megafoni sempre meno efficaci per propagandare il verbo della cricca. Passa qualche ora e le reazioni alla propaganda non sono quelle attese: si ribellano gli industriali, perfino i sindacati borbottano e sembrano alzare la testa, l’Italia e l’Italietta entrano in lieve agitazione (tranquilli, è lieve!). Aumenta la preoccupazione e calano ancora i consumi perché ci si prepara al peggio, perfino chi ha i soldi preferisce non spendere, non si sa mai.
Ci si indigna per le tasse che tornano col nome cambiato e l’importo aumentato, per le spese folli della Difesa, mica solo per gli F35, che da sole fanno una manovra economica.

I RE MIDA ALL’INCONTRARIO

Non c’è solo chi tramuta in oro tutto quel che tocca…. C’è anche il rovescio della storia. Ovvero chi trasforma l’oro in cacca, fra gli applausi dei compari
Orecchie d’asino
La vicenda dello “sciopero del panino”, in atto oramai da un mese nelle scuole del mio comune, le azioni delle famiglie, l’incapacità del sindaco e dei suoi complici di trovare una soluzione, anche solo  costruire canali di comunicazione limpidi con il mondo della scuola in ebollizione… meritano qualche riflessione e considerazione poco “politica”, ma molto pratica.   
La prima è che in soli dieci anni la premiata coppia M&M (Mazzù e Montà) ha distrutto un’eccellenza cittadina, un progetto a cui hanno lavorato amministratori, scuole, insegnanti, famiglie, operatori economici nei dieci anni precedenti al loro arrivo sulla scena grugliaschese.
La seconda è che questa non è l’unica: che dire dell’Università, fermatasi al giorno in cui Mazzù venne eletto per la prima volta e mai più ripartita se non nelle chiacchiere e negli annunci  giornalistici ai quali non è mai seguita alcuna azione pratica? Che dire del deserto del parco Le Serre, ridotto a rovine abbandonate con al centro un tendone di un teatro che apre quando capita? Il teleriscaldamento? I costosissimi lavori al Parco Porporati? o quelli di via Galimberti? I debitori eccellenti con cui si accompagnano i Nostri senza chiedersi se sia proprio il caso?

TRA IL DIRE E IL FARE

Dire una cosa e farne un’altra sembra essere lo sport preferito del nostro tempo. La politichetta si adegua: il mio sindaco per esempio…
Parole al bromuro
manoblaVenerdì 11 ottobre, inaugurazione delle attività annuali dell’UNITRE della mia città e presentazione dei corsi e dei docenti agli iscritti (vecchi e nuovi), tanti! Prende la parola il sindaco e attacca il refrain del valore della cultura e dell’istruzione: siccome la parlantina ce l’ha sciolta, la mena per più di dieci minuti sul tema, col tono e il fare convincente di chi queste cose le sa bene per averle praticate e vissute in prima persona.
Usa toni diversi, ma ricalca la retorica che il suo ghostwriter gli aveva messo a piene mani nella letterina che, un mese fa, ha fatto recapitare a tutti gli alunni grugliaschesi; diceva all’incirca che bisogna studiare, applicarsi, sforzarsi, per costruire un paese migliore. Bisogna rispettare chi vi insegna, chi vi trasmette conoscenze, esperienze e competenze… così diventerete bravi cittadini nel paese radioso che noi politici d’oggi vi stiamo preparando (non sono le parole esatte, ma il senso dello scritto era questo) e via bla bla bla, come sa ben fare, sovente senza dire niente, su qualunque argomento venga sollecitato a intervenire.

LA VIA MAESTRA

Questo lo slogan della manifestazione di ieri a Roma in difesa della Costituzione. Un pomeriggio importante, interessante, con qualche notazione di colore e un paio di dubbi...
Roma, piazza del Popolo
DSC_0045Si parla di cinquantamila persone, qualcuno aumenta la cifra. Eravamo comunque tanti ieri pomeriggio a Roma, molti di più di quelli che pensavo avrebbero preso treno e bus per arrivare fin lì da tutta Italia. Tutti a reclamare rispetto, prima di tutto delle regole che tengono ancora insieme questo sgangherato paese, quelle stesse regole a cui stanno mettendo mani “saggi” improvvisati e di parte, sorretti da un parlamento di nominati in base a una legge elettorale che fra qualche settimana corre il rischio di essere cancellata dalla Corte Costituzionale.
Temevo di partecipare a una manifestazione di “conservatori”, gente pronta a mobilitarsi per difendere il passato a qualunque costo, anche a quello di ipotecare duramente il futuro. Mi sbagliavo, il sentimento e gli slogan erano di tuttaltra natura: si parte dalla Costituzione per attuarla, si parte dalla Costituzione per cambiarne le parti anacronistiche o che richiedono adattamenti alla società di oggi. Si parte dalla Costituzione per cambiare l’Italia, questa è la via maestra.
Nessuna scorciatoia, nessun saggio, nessun inciucio.

BENEDETTA IGNORANZA

Arriva anche l’indagine OCSE a certificare l’ignoranza degli Italiani, da 16 a 65 anni. Partita la caccia alle giustificazioni, che ci sia una qualche correlazione fra ignoranza e “stabilità” politica?
Il valore della conoscenza
Survey of adult skill” ' è un’indagine OCSE che ha coinvolto 166 mila persone di 24 fra i paesi più avanzati del Mondo, uniformemente distribuite per fasce d’età dai 16 ai 65 anni: Lo studio ha certificato che gli Italiani sono all’ultimo posto nelle competenze alfabetiche definite come “fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l'inclusione sociale” e al penultimo nelle competenze matematiche, “fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta". Sempre l’indagine, stabilito il livello minimo di competenze necessarie per essere parte attiva nella società di oggi, accerta che solo il 30% degli Italiani le possiede. Significa che una percentuale consistente di nostri connazionali (la stragrande maggioranza) non ha le competenze di base per sopravvivere nella società complessa di oggi e per costruirsi una vita accettabile in un mondo così sofisticato (leggi la scheda italiana).
Da una lettura più accurata si evince che le statistiche sono trascinate verso il basso dalla fascia più anziana della popolazione (55-65 anni) e che fra i giovani va un po’ meglio, ma preoccupa la situazione delle competenze dei giovani che non lavorano e non studiano, le più basse in assoluto.

IL GONFALONE

Alle cerimonie pubbliche gli Enti partecipano mandando il gonfalone, ai funerali privati il mio Comune ce lo manda lo stesso, portato dai Vigili in divisa
Il senso dei simboli
Oltre un mese fa è morto un ex-assessore della mia città, aveva 74 anni. Lo ha fatto a lungo l’assessore (credo più di quindici anni, era già assessore allo sport nel 1979), per tanto tempo e con meriti e demeriti, è finito rottamato con la fine della prima repubblica nel 1992 e per via delle vicende che l'hanno accompagnata, qui a Grugliasco. Se avessi saputo della sua morte probabilmente ai funerali ci sarei andato: lo conoscevo da così tanto tempo…
Nel corso dei suoi mandati da assessore è incorso in alcune disavventure giudiziarie: la prima, tentata concussione ai danni di una cooperativa che si era aggiudicata la gestione del parco Porporati (aveva esercitato pressioni perché rinunciassero all’appalto in favore del secondo classificato, un aderente al partito dell’assessore, promettendo in cambio la gestione delle altre aree verdi della città), poi chiusa nel 1994 con un patteggiamento e una condanna a dieci mesi.
La seconda, una condanna a due mesi per corruzione (in continuazione con altra pena) per aver ricevuto tangenti da Aimeri per fargli vincere l’appalto per la raccolta rifiuti, nei primi anni ‘80. L’assessore faceva parte di quelli che avevano patteggiato, uscendo dal procedimento prima che si arrivasse al processo.

IL PIANTO DEL COCCODRILLO

Un mondo che non si capisce più, avvolti nella paura di perdere quello che si ha e immersi nella retorica che rende troppo lontani i fatti dalle parole che li raccontano…
Mediterraneo
Ieri pomeriggio un personaggio felliniano percorreva via Roma a Torino, in quel momento piena di gente per lo struscio del sabato e poi da quelli richiamati dalla manifestazione “Portici di carta”, vetrina-esposizione di tante librerie ed editori locali. Un uomo, di circa sessant’anni, palesemente fuori di testa, cantava brani di “Bandiera rossa” interrotti da un’imprecazione ripetuta ossessivamente: “Italiani coglioni!”. Sotto i portiti la sua voce rimbombava producendo uno strano effetto-cappella, come se a gridare quell’imprecazione di uomini ce ne fossero ben di più. I passanti lo schivavano, qualcuno abbassava la testa. Chissà che cosa avrà voluto stigmatizzare…, ma non importa: passavo di là anche io e avevo mille motivi per pensare che avesse ragione lui.
Il grosso del carico della carretta di morte (oltre duecento cadaveri)  sta ancora a oltre 30 metri di profondità, in attesa che il tempo migliori e il lavoro di recupero posa finalmente iniziare. Le lacrime televisive scorrono copiose, ma cominciano a diminuire.

ROMA, 12 OTTOBRE

Fondare un partito? Non grazie. Fondare l’Italia? Certo! Si parte dalla Costituzione
Un viaggio coi fiocchi
Il mio amico Robby ha comprato i biglietti del treno: andiamo a  Roma alla manifestazione del 12 ottobre in difesa della Costituzione e contro le manovre bipartisan per metterci mano con una disinvoltura che spaventa. Non andiamo a fondare un nuovo partito o a giocare a chi è più a sinistra, andiamo semplicemente a sostenere le ragioni che Barbara Spinelli scrive con chiarezza stamane su Repubblica.
Speriamo che ci sia tanta gente e che il messaggio arrivi forte e chiaro: per rifare il paese si parte dalla Costituzione. Essa non è un simulacro incriticabile e immodificabile, è la sintesi più alta raggiunta al termine di una stagione che ha costruito un embrione di coscienza nazionale: va trattata con cura oltre che, possibilmente, attuata in ogni sua parte.
Ecco l’articolo.