Quando un computer si inchioda o semplicemente va a rilento, un bel reset rimette le cose a posto… quasi sempre. Le elezioni di ieri sono un bel reset: ripartirà la macchina?
In attesa del prossimo…
I giornalisti più accorti hanno capito già da lunedì che avrebbero dovuto inventarsi un linguaggio nuovo per raccontare l’Italia uscita dalle urne: ci stanno provando, con qualche invitabile scivolone all’indietro, ma si capisce che stanno facendo tutti gli sforzi possibili.
La gran parte dei loro colleghi no: continuano a parlare di “populismo”, “protesta” e altre cavolate del genere, attribuendo ai Cinquestelle la loro (di giornalisti allineati e assuefatti) visione della politica, le loro comode categorie di interpretazione della realtà. Non hanno fatto alcuno sforzo per capire chi erano e da dove venivano costoro, per ascoltare che cosa volevano e adesso… continuano con le stesse sciocchezze che hanno scritto e detto in tutti questi mesi. Molti politici anche.
Vedere le facce stravolte degli arroganti “vincitori annunciati” trasformarsi in ghigni ammuffiti a mano a mano che scoprivano la voce del paese che usciva dalle urne, ascoltare i loro commenti imbarazzati prima e poi allarmati sono vere grandi soddisfazioni che si vivono una volta sola nella vita, anche se vorresti ripeterle spesso.
Sentenza della Corte dei Conti, tutti assolti con tante scuse?
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Una fiammata sui giornali, qualche pettegolezzo in paese e sembra che tutto
sia passato in campana. Erano bravi e innocenti amministratori di
Grugliasco,...