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SVOLTA O SVOLTINA?

Aspettiamo da anni che succeda qualcosa, che un eventi particolare dia il giro a questa palude che invischia tutto e tutti… potrebbe essere questo il momento
Il cambiamento possibile
La settimana che comincia oggi potrebbe passare alla storia come la “settimana della svolta”. Ha cominciato ieri Grillo a Genova: in tanti in piazza a disegnare gli scenari per i prossimi mesi, con il consueto corollario di giornalisti “finti scemi” a raccontare una manifestazione diversa. Continuano a definire Grillo “il comico”, ma non parlano di Renzi come del “disoccupato” o di Cuperlo come del “funzionario di partito”, qualificandoli cioè per il lavoro che hanno fatto o fanno invece che per il ruolo politico che rivestono. Forse sperano di sminuirne la portata e il peso, non si accorgono che così legittimano quelli che definiscono i giornalisti “giornalai”, specie quando raccontano una realtà diversa da quella che vorrebbero vedere scritta. Un fenomeno lo speaker de La7 che ieri sera ha scambiato la proposta di referendum sull’euro con il referendum sull’Europa, come se fossero al stessa cosa…
Domani, martedì, la Corte Costituzionale dovrebbe dichiarare incostituzionale la legge elettorale con cui abbiamo, fra l’altro, costruito il Parlamento attualmente in carica.
Lo stesso Parlamento che la legge elettorale non è finora stato capace di cambiarla. Se non ho capito male, la decadenza dell’attuale legge elettorale, in assenza di altre determinazioni parlamentari, ripristinerebbe automaticamente la precedente, il Mattarellum. Essa viene dipinta oggi come la migliore delle soluzioni possibili, sovente dagli stessi che allora ne spiegavano i limiti e le debolezze: prima fra tutte il potere di ricatto dei piccoli partiti, causato in gran parte dal turno unico. Hanno già dimenticato i governi dell’Ulivo prodotti proprio dal Mattarellum, ricattati ora da Bertinotti, ora da Mastella (eppure non si sarebbero vinte le elezioni senza…) e fanno finta che quelli fossero bei tempi. In ogni caso – a meno del solito italico rinvio – in settimana dovremmo vedere anche la fine di questa sciagurata legge elettorale e con essa della pretesa che i segretari dei partiti/clan decidano chi sarà dentro e chi starà fuori.
Domenica prossima le primarie del PD. Hanno già un vincitore annunciato Renzi e credo oltretutto che Cuperlo e i suoi sostenitori comincino anche a temere di essere sorpassati dall’ex-outsider Civati. Difficile immaginare l’afflusso, anche se in tanti pensano che saranno molti di meno gli elettori che andranno stavolta ai tavoli delle primarie; difficile prevedere se Renzi prenderà più della metà dei voti, così da essere incoronato segretario senza il ballottaggio dell’Assemblea nazionale del partito; facile immaginare cosa farà se le prime due condizioni si avverassero. Dovrà fare quello che ha detto e sta dicendo in questi giorni perché anche solo l’ombra di un accordo/inciucio correntizio lo farebbe precipitare sottoterra, lasciando libero ai suoi oppositori il campo che lui si accinge a conquistare. Il PD da lunedì sarà comunque un’altra cosa: scissione o no, siamo destinati a trovare un quadro politico profondamente cambiato.
Speriamo che sia capace di smuovere questa società immobile e le coscienze intorpidire da decenni di conformismo. Che sia una svolta e non la solita svoltina a cui siamo già assuefatti.
Mariano
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