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TRA IL DIRE E IL FARE

Dire una cosa e farne un’altra sembra essere lo sport preferito del nostro tempo. La politichetta si adegua: il mio sindaco per esempio…
Parole al bromuro
manoblaVenerdì 11 ottobre, inaugurazione delle attività annuali dell’UNITRE della mia città e presentazione dei corsi e dei docenti agli iscritti (vecchi e nuovi), tanti! Prende la parola il sindaco e attacca il refrain del valore della cultura e dell’istruzione: siccome la parlantina ce l’ha sciolta, la mena per più di dieci minuti sul tema, col tono e il fare convincente di chi queste cose le sa bene per averle praticate e vissute in prima persona.
Usa toni diversi, ma ricalca la retorica che il suo ghostwriter gli aveva messo a piene mani nella letterina che, un mese fa, ha fatto recapitare a tutti gli alunni grugliaschesi; diceva all’incirca che bisogna studiare, applicarsi, sforzarsi, per costruire un paese migliore. Bisogna rispettare chi vi insegna, chi vi trasmette conoscenze, esperienze e competenze… così diventerete bravi cittadini nel paese radioso che noi politici d’oggi vi stiamo preparando (non sono le parole esatte, ma il senso dello scritto era questo) e via bla bla bla, come sa ben fare, sovente senza dire niente, su qualunque argomento venga sollecitato a intervenire.

Solo la sera prima aveva discettato in pubblica seduta sull’ immagine dell’inceneritore – come se fosse un problema di propaganda e non di salute! come se la questione fosse di imbonire la gente e non di fornire precise e puntuali garanzia su come funziona, sulle emissioni e sui controlli - con fare saputo e da vero manager della politica, spaventando ancora di più i pochi cittadini che ascoltavano, scarsamente preoccupati dall’immagine e ben di più dalle emissioni.

Tornando però ai pipponi sul significato e sul valore dell’istruzione e della cultura a cui il Nostro ci sottopone oramai a cadenza settimanale in ogni sede possibile – all’apertura delle attività dell’UNITRE c’ero anch’io per anagrafe e poi perché sono uno dei docenti fin dai tardi anni ‘80, non mi manca molto al trentennio –, mi viene la nausea anche perché la contraddizione fra quel che dice e quel che fa è davvero troppo stridente, così che le parole e i concetti finiscono per assumere un significato talmente fasullo da irritare in profondità anche soggetti oramai imperturbabili e avezzi al peggio come il sottoscritto.

Per il Nostro l’istruzione è talmente importante che non ha terminato i suoi studi. “Avrà avuto altro da fare, diranno i più teneri, non è facile conciliare lavoro attività politica e studio.” Il Nostro, apprendiamo dal curriculum pubblicato sul sito del Comune, ha fatto l’assessore per 12 anni (i primi due in una giunta senza nome, gli altri 10 con il mitico Mazzù), poi fa il sindaco da un anno. Questi gli incarichi amministrativi li ha svolti a tempo pieno (parlo dello stipendio che il Comune gli ha finora versato). Da tre anni a questa parte di mestiere fa anche il portaborse del gruppo PD in Regione, non ha smesso nemmeno dopo che è stato eletto sindaco. E basta.

Qualche mese fa, ho visto un manifesto del Comune con la sua firma: dott. Roberto Montà. “Bene, ce l’ha fatta, mi sono detto, si è laureato” (in fondo, sono io quello che lo nominò assessore la prima volta, dando il via a una fulgida carriera politica, ma distogliendolo dai sudati studi). Volevo quasi quasi mandargli un biglietto di congratulazioni, poi ho preferito verificare: sono andato sul sito del Comune e non ho visto alcun aggiornamento del suo curriculum. Allora l’ho chiesto ufficialmente: il dott. è sparito. Immagino che la colpa della sua comparsa fosse di impiegati troppo sottomessi da immaginare che il loro sindaco…
Perché sono tornato su temi di questo squallore e bassezza? Non l’avrei fatto, sono rimasto in silenzio su questi aspetti dei personaggi politici che vanno per la maggiore nella mia città. Avrei continuato nel silenzio se non andassero in giro facendo prediche e distribuendo giudizi che sono l’opposto di quello che fanno. La politica si sputtana anche così, trasformata in un un diluvio di parole che sempre meno nascondono il vuoto di idee e il cinismo di chi usa qualunque mezzo e per affermare se stesso e i suoi amici.

Se non restituiamo alla parole il loro significato, a cominciare da quelle dei nostri rappresentanti, niente mai cambierà in questo povero paese.

Mariano

PS Spero che almeno voi, cari lettori, capirete bene che il tema non è il titolo di studio...
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