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I FIGLI DELLA SERVA

E via a celebrare le modifiche governative del diritto di famiglia che equiparano tutti i figli, eliminando ogni discriminazione… Davvero saremo tutti figli allo stesso modo?
Sapore di beffa
dannatiNon c’è telegiornale che non apra su Letta che predica che “d’ora in poi non ci saranno più figli di serie A e figli di serie B, ma solo figli”, per decreto governativo (sempre che il Parlamento ratifichi). Il paese va a fondo, annunciano di tutto e non fanno un tubo, Berlusconi impazza dettando le regole e piegando il PD e il parlamento alle sue volontà… ma noi commentiamo con prosopopea e retorica unticcia un notizia certamente rilevante, ma…
Lo spiega bene N. Chomsky che, per distogliere l’attenzione da un problema vero, basta inventarsene un altro e battere la grancassa perché le persone comincino a dimenticarsi della realtà a favore dell’effimero. Lo fanno continuamente (ricordate i delitti estivi? quelli da pagine e pagine insieme a ore di trasmissioni con plastici della scenda del delitto ed esperti a spiegare il tutto?), speculando su un popolo di ignoranti resi tali dal degrado (voluto) del sistema di istruzione e da un’informazione che versa nello stato comatoso che sappiamo. Così possiamo per qualche minuto dimenticarci che i famosi “figli tutti uguali” non hanno uno straccio di futuro.
Oltretutto non è neanche del tutto vero, nel nostro paese ci sono figli e figliastri. Di fronte allo Stato siamo figli in modo diverso e la cosa non accenna a finire.

Fra i contribuenti ci sono quelli che sono tassati alla fonte e pagano caro e fino all’ultima lira; accanto a loro convivono persone che non hanno mai dichiarato e pagato un centesimo, che utilizzando i servizi di tutti – dalla scuola per i loro pargoli al pronto soccorso quando stanno male - e che perfino se ne lamentano quando non funzionano come vorrebbero. Finora sono stati loro i più garantiti dal potere politico, i figli di serie A,  di qualunque colore esso fosse: e domani?

Fra i cittadini ci sono quelli che “conoscono qualcuno” e perciò riescono ad avere la visita medica subito, a passare davanti agli altri eludendo la coda, a ottenere con semplicità quello che costerebbe sforzo e impegno. Poi ci sono gli altri, quelli che “non conoscono qualcuno” o che “non se ne avvalgono”: aspettano mesi per un controllo, finiscono sempre nei posti e negli orari peggiori, pagano fino all’ultima lira e, sovente, si prendono anche i pesci in faccia.

Fra gli automobilisti, i consumatori, gli spettatori… di figli della serva ce ne sono eccome! Ce ne sono anche fra quelli che chiedono scontrini e fatture; per i loro rappresentanti politici, che non rendono completamente deducibili le spese documentate, sono figli della serva di uno stato minore.

Così, mentre Napo/Letta ci indica la luna sperando che non gli guardiamo l’unghia sporca del dito buono, dimentichiamo che in questo paese l’eguaglianza di fronte allo Stato è una chimera. Senza nulla togliere alla grande equiparazione fra i figli, un migliore sostegno alla maternità e paternità (naturale, adottiva, polimorfa e quel che si vuole) aiuterebbe certamente di più che tutta questa lagnosa pubblicità nella quale la parola “adozione” contrassegna sia un nuovo legame fra persone che decidono di allargare la loro famiglia dando tutto (beni e affetto) e la pur importante e lodevole presa in carico di un animale d’affezione.
Ma siamo Italiani, una lacrimuccia di commozione per il bel provvedimento e via al mare col suv!

Mariano
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