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PRIMARIE E SORPRESE di G. Lava

Il mio amico Giovanni non cessa di sorprendermi. Non avevo mai letto un pezzo così capace di rappresentare uno stato d’animo sempre più diffuso: quello di chi non ne può più, ma non per questo cessa di battagliare per cambiare le cose. (Il blog di Giovanni)
Perché ho votato Renzi
Le mie fotoE alla fine anch'io sono andato a votare e - scandalo - ho votato per Renzi. Sono andato a votare in primo luogo per esercitare il diritto di dire la mia in una vicenda che riguarda sì il centrosinistra esistente, ma anche quello virtuale di chi come me non si ritrova nel centrosinistra realizzato e che anzi critica ferocemente un giorno sì e l'altro pure, perché lo vorrebbe diverso, molto diverso da quello reale.
E poi sono andato per votare Renzi per il merito di aver messo in discussione l'apparato centrale e periferico del partito. Ma vi pare poco per un partito dove finora è valsa la regola che si poteva fare carriera solo grazie ad una qualità: la fedeltà cieca e supina a capi e capetti. La cura Renzi non può che essere salutare per tutti e il primo a giovarsene è lo stesso Bersani che dice cose mai osate prima.

THE DAY AFTER

Ci va poco a trasformare una festa della democrazia in un colpo al basso ventre. La politica in movimento propone schemi e storie che ci tengono col fiato sospeso. E il paese va giù.
Primarie e politica
Pd/Primarie: Bersani-Renzi, verso un ballottaggio al fotofinishSi è consumato il primo turno delle primarie di parte consistente del centrosinistra con l’investitura di Bersani (peraltro già avvenuta all’atto della sua elezione a segretario del PD con primarie frequentate all’incirca dallo stesso numero di elettori di ieri, 3,2 milioni). Già, tutto il can can prodotto, l’attenzione ossessiva dei mass media nell’ultimo mese, manifesti, volantini, dichiarazioni, hanno alla fine prodotto lo stesso risultato delle primarie del PD di qualche anno fa (per Prodi non si erano superati i 4 milioni?).
Intendiamoci: la partecipazione è di una tale consistenza da ammirare l’abnegazione dell’organizzazione e quella degli elettori che hanno dedicato il tempo e due euro per essere parte di un evento entusiasmante come al solito. Un incasso di oltre sei milioni di euro rappresenta un altro bel risultato per PD, SEL e PSI, così come un bel risultato è garantito dall’emersione dall’anonimato di figure come la Puppato e lo stesso Tabacci, da premiare anche per la simpatia. Finalmente nel PD si intravedono componenti ideali e programmatiche certamente contraddittorie, ma che testimoniano una vivacità che non era mai emersa con questa chiarezza.

LA SCUOLA IN SUBBUGLIO

Scioperi, cortei, assemblee infuocate, ma che succede nella scuola italiana? Il governo Monti rianima perfino gli insegnanti. Sabato 24, manifestazione nazionale con defezioni importanti.
L’eterno equivoco
Il poco accorto ministro Profumo esterna la sua volontà di aumentare di sei ore l’orario degli insegnanti delle medie e delle superiori – ovviamente senza alcuna contropartita economica - e subito si scatena la giusta protesta degli insegnanti.
Ma come – dicono – il nostro orario non è mica fatto delle sole ore frontali di lezione! Ci sono i rapporti coi genitori, i consigli di classe, i collegi dei docenti. Le lezioni dobbiamo pur prepararle, oggi più che mai con le nuove tecnologie a cambiare la didattica e a richiedere ore di lavoro per la costruzione di schemi e supporti all’apprendimento da servire ai pargoletti poco propensi allo studio tradizionale. E poi ci sono i compiti da correggere…”.
Tutto vero: ma è per tutti la stessa cosa? Tutti fanno compiti in quantità che poi debbono correggere? Tutti preparano lezioni e si sbattono per aggiornare metodi e contenuti del loro lavoro? Ovviamente, no, e sarebbe terribile se gli insegnanti fossero tutti uguali, assatanati di scuola e persecutori di studenti.

I FIGHETTI DELLA POLITICA

Qualche settimana fa sono stato apostrofato da un giovanotto isterico con un microfono in mano che mi strillava “Mi dia del lei!”… adesso ve lo racconto.
La forma e la sostanza
freddy3 Seduta del Consiglio comunale della mia città. Fa le veci della presidente momentaneamente assente  il consigliere più votato – un giovanotto che deve avere davvero molti meriti per essere così popolare, solo che nessuno è in grado di elencarli –, chiedo la parola e mi rivolgo a lui, come sempre, con il tu (i miei figli hanno 32 e 37 anni, lui meno).
Dovevate sentirlo: si mette a starnazzare nel microfono “Mi dia del lei!” e sembrava che tutto il suo investimento culturale, emotivo, sentimentale (forse perfino sessuale)  stesse nel farsi in questo modo riconoscere da me come autorevole, rappresentativo e importante. Non c’è stato verso di farlo capire… era così’ preso dalla sua prosopopea, forse perché per la prima volta qualcuno di accorgeva di lui, a mesi di distanza dalla sua elezione trionfale, anche se non per un contributo particolarmente illuminante alla città.

CONTRO I LADRI DI FUTURO

Due manifestazioni hanno segnato A Torino al giornata del 14 novembre 2012. Un entrambe e in tutta Europa c’è la richiesta di un altro modo di uscire dalla crisi.
Più tagli, più ragli

imageI lavoratori da p.za Vittorio a p.za Castello, gli studenti da p.za Arbarello alla sede della Provincia, ieri 14 novembre hanno dato vita a due cortei pieni di gente e determinati a far sentire la partecipazione torinese a una giornata europea di protesta contro il modo con cui i governi e le forze politiche affrontano la crisi finanziaria e produttiva, scaricando il peso dei tagli sui più deboli e sui servizi che mitigano gli effetti della crisi e aiutano le giovani generazioni a costruire il loro futuro.
C’era tanta gente, tanta consapevolezza, tanta voglia di farsi sentire. C’erano anche i soliti noti e, quindi, anche i soliti disordini a corollario. Così ancora una volta l’attenzione verso le sacrosante ragioni della protesta è stata distolta a favore delle “azioni dimostrative” tanto inutili quanto pericolose perché sbagliano sempre il bersaglio.
Lo slogan più bello era proprio quello degli studenti di una scuola superiore della città “Più tagli, più ragli”, ottima sintesi degli esiti di un continuo assalto alla scuola che va dalla Gelmini a Profumo, passando per tutti i governi degli ultimi anni, a cominciare da quel Berlinguer che sdoganò la scuola privata dotandola di finanziamenti e status.

COMINCIARE DALL’EUROPA di F. Maletti

Passare dall’ Europa della finanza a quella dei popoli, dell’ambiente e della socialità. Questo dovrebbe essere il primo punto del programma elettorale dei partiti italiani…
Oltre l’euro, l’Europa
Nell’Europa delle disuguaglianze, l’unica cosa apparentemente uguale per tutti è l’euro. Infatti, questa uguaglianza si modifica e addirittura si dissolve a seconda di quello che decidono gli speculatori finanziari (banche e privati) facendo in modo che in ciascuno Stato l’euro abbia un costo variabile.
Con un sistema che arriva in alcuni casi ad affamare il presente ed il futuro di interi popoli: così come sta avvenendo in Grecia e, in misura minore in Spagna, Italia, Portogallo. Disequilibrando a piacimento le relative economie nazionali.
In tutto questo gioca il fatto che, (corruzione ed evasione fiscale a parte) ancora oggi, l’Europa è un agglomerato di Nazioni profondamente disuguali tra di loro.

PIU’ OBAMA PER TUTTI

In questa giornata di commenti degli esiti delle elezioni presidenziali degli USA non c’è nessuno in Italia che si dichiari pro-Romney, manifestando il dispiacere per la sua trombatura. Come mai?
Il carro del vincitore
Ve la ricordate la scena del Berlusca che, in perfetto stile cafonal, strillava eccitato “Mr Obama, Mr Obama!!!”, solcando la sala fra due ali di persone interdette? Era, il Berlusca, la stessa persona che lo aveva definito “abbronzato” e che, a poca distanza da quella gaffe, si comportava come se nulla fosse, ostentando una famigliarità con Obama che si spingeva fino al punto di lamentarsi con lui, a mezzo interprete, delle persecuzioni di cui era vittima ad opera della magistratura comunista e del complotto dei mass media italiani.
Ancora una volta il Nostro rappresentava bene il nostro popolo e le sue attitudini più dure  a morire: il conformismo, la cafonaggine, la superficialità, l’irresponsabilità e quella grande attitudine e essere banderuole, sempre pronti a salire sul carro del vincitore. Perfino quando non importa a nessuno se lo fai o no.

GLI SCHERZI DELL’INCONSCIO

Certe volte la toppa è peggio del buco…
Fusi e refusi
Martedì scorso (30 ottobre), nel corso di una seduta del Consiglio comunale della mia città, mi vedo recapitare un libretto dal titolo “LUCIANO ROSSI “CIANINImpegno e passione civile per Grugliasco", dedicato a una valente figura di sindaco del passato e scritto da Giuseppe Rizzo, già dipendente del Comune e, una volta in pensione, consigliere comunale prima dei DS e poi del PD, mi pare.
Intendiamoci, una bella copia del libretto c’era per tutti e gratis, visto che l’autore aveva deciso di farcene gentile omaggio. Oltretutto parla di una stagione felice per la nostra città e di personaggi che hanno saputo ideare e costruire un modello di servizi e di “città umana” coi fiocchi. Il volume contiene una ricostruzione della storia della città dal dopoguerra al 1975, anno in cui “Cianin” lasciò la carica di sindaco a Pensati – sarà eletto poi in Consiglio regionale e diverrà Assessore all’Agricoltura -  dopo circa nove anni di intenso lavoro.
Arrivo a pag. 102, dunque quasi alla fine del testo, per leggere un contributo di Marco Lo Bue classificato dall’autore come “già sindacalista e Sindaco di Grugliasco dal 1989 al 2001, direttore del CIDIU”. Ohibò, il Rizzo mi ha cancellato dalla storia cittadina.

CIURI CIURI

Ma quali analisi del voto in Sicilia, a Roma regna il terrore…
Bufale e castrati
Ancora non erano definitivi i risultati delle elezioni siciliane che già era cominciata la solita giaculatoria dei leaders politici: l’antipolitica qua, l’antipolitica là, mio dio l’astensionismo!, la distanza fra la Casta e la ggente, la riforma elettorale, l’agenda Monti, moderati ed estremisti, il trionfo del populismo eccetera.
Con la sfacciataggine dell’impunito - che ha paura di non esserlo più, ma che ancora non sa come potrebbe comportarsi diversamente da come ha fatto finora – la passerella televisiva ha amplificato il rumore delle sberle che il sistema dei partiti andava prendendo in Sicilia, seggio dopo seggio, paese dopo paese città dopo città. Cominciava la discussione su ciò che c’è di buono in questa scossa elettorale e su cosa c’è di cattivo.
E via con i luoghi comuni sull’astensione: preoccupazione per il basso numero di votanti e nessuna autocritica sulle ragioni che hanno allontanato dalle urne più della metà degli elettori.