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TEMPI D’ESAMI

Come tutti gli anni, una generazione sotto esame traccia il bilancio di un pezzo di strada che si avvia alla fine, mentre si affaccia ad un balcone dove non c’è più nemmeno la protezione della ringhiera: insieme alla speranza si sono fregati pure quella!
Chi esamina gli esaminatori?
Esame di Stato In questi giorni di Esami di Stato alla fine delle superiori, i giovani virgulti e le altrettanto giovani fanciulle sono sotto tensione: forse per la prima volta nella loro vita, la scuola li mette alla prova, ne giudica la preparazione e il curriculum, trasforma tutto questo in un voto che segna la prima tappa vera nel loro percorso di ingresso nel mondo adulto.
Lo fa alla maniera della scuola italiana, cioè abbastanza male e in modo certamente approssimativo, quando non sciatto. D’altra parte non esiste l’esame perfetto: l’alea dell’imprevisto fa parte dell’esame stesso, anche quando si svolge nelle migliori condizioni. La scuola italiana, però, ci mette del suo per rendere questo rito di passaggio un vero e proprio terno al lotto, a cominciare dalla stessa natura dell’esame di stato, quello che una volta si chiamava Maturità.

IL BILANCIO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

La potente tesoriera della campagna elettorale ha chiuso i conti. Possiamo finalmente dare i numeri e fare anche noi un po’ di chiarezza sui costi della nostra politica. Eccoli.
Il costo della democrazia
BILANCIO CAMPAGNA ELETTORALE 1 Ecco qua i conti economici della nostra campagna elettorale, suddivisi per centri di spesa (leggi qui). Segnalo che tutte le entrate sono donazioni di privati (parecchi si sono poi anche candidati nelle liste), molti amici e tutti ben motivati e felici di partecipare a un’impresa importante. Oltre a questo un contributo della Federazione dei Verdi a sostegno della lista degli Ecologisti, naturalmente finita nel calderone del conto comune.

Il grosso delle spese è materiale cartaceo: manifesti, volantini, cartoline, santini (quando non pagati direttamente dal singolo candidato).
Rilevante (almeno per noi) le spese per la bella festa finale.

Bene, tutto qua. Un grazie di cuore a Gabriella che ha tenuto conti e conticini (e ancora tiene) con ammirabile precisione e leggerezza. Abbiamo bisogno di persone come lei per andare avanti bene verso le molto prossime puntate.

SCIATT’ITALIA: NON E' DI MIA COMPETENZA

La vita quotidiana di questi giorni è segnata da intoppi e incazzature superiori a quelle di tempi meno critici. Aumenta il menefreghismo o diminuisce la nostra capacità di sopportazione?

Una firma sbagliata sulla pratica, una svista dell’impiegato o una sua sottovalutazione, e il circuito infernale si blocca: il malcapitato deve ricominciare, girare da un posto all’altro, produrre nuova carta che richiede nuove code e nuove istanze.
Così i tempi della risposta si dilatano, la quantità di interventi si moltiplica, ognuno deve dire la sua e giustificare la sua posizione nella struttura burocratica, il cittadino si fa sempre più piccolo e indifeso.
Nessuna paura, lo stesso cittadino inerme, una volta passato dall’altra parte della barricata, si comporterà nello stesso modo, trasformandosi in uno sciatto vessatore e consumatore del tempo e dei nervi altrui. Questo nella burocrazia pubblica, ma nel privato non è mica diverso, non lo è nemmeno nei rapporti più circoscritti e intimi: di fronte a una richiesta di assumersi una piccola responsabilità, di fare semplicemente il proprio dovere…. un bel chissenefrega e via verso nuove manifestazioni di un un individualismo distruttivo e ottuso.

Di fronte al tuo chissenefrega, come pensi che reagirà il tuo interlocutore? Nello stesso modo, ma non te ne importa. Se avrò bisogno di qualcosa cercherò una raccomandazione o un favorino di qualcuno che conosco o che potrebbe domani avere bisogno di me. Così l’Italia va in rovina e gli stessi menefreghisti deplorano questa china discendente attribuendone la colpa agli altri.
Così, se sul tuo posto di lavoro qualcuno si prende la responsabilità di farlo al meglio, tu ti coalizzerai con gli altri dipendenti per fargli terra bruciata intorno: guai far vedere al dirigente (o al padrone) che, a parità di orario, si possono fare più cose e perfino senza ammazzarsi, meglio osservare il degrado del nostro orgoglio professionale dalla sedia dove il nostro culo deplora coi colleghi lo scadere della qualità italiana.

E poi, chissenefrega se quel poveraccio è costretto a correre come una scheggia anche per fare il tuo di lavoro: lui non è garantito, lavora per una cooperativa e forse non è nemmeno del tutto in regola. Dunque deve trottare e fare anche quello che potresti e dovresti fare tu, mentre le tazzine del caffè del bar si raffreddano a sentire la cagate politiche che spari senza sosta.

Chissenefrega se potresti tirare via quelle erbacce davanti all’ingresso mentre spieghi ai tuoi colleghi che bisognerebbe proprio farlo, se non ti chiedi mai che cosa potresti fare per migliorare le tue prestazioni, la salute della tua azienda e la vivibilità del luogo di lavoro.

Chissenefrega se il tuo modo di scegliere in politica produce guasti che pagherai anche tu, ci sarà sempre qualcuno sotto di te a cui dare la colpa, qualche precario o co.co.co. da far aspettare ore mentre tu sorbisci caffè alla macchinetta cianciando di giustizia sociale e di rinascita dell’Italia.

Qualche vittima da sfruttare per farle fare quello che potresti tranquillamente fare tu, se solo non avessi perso l’ambizione di essere una persona rotonda invece della figurina piatta che sei, quella con cui la casta gioca a completare un album che non finisce mai.

Ma chissenefrega!

Mariano

IL RISPETTO DELLE REGOLE di F. Maletti

Si parla tanto del rispetto delle regole, ma le nostre culture prevalenti sono da tempo quella della giustificazione e del perdono, anche a sproposito. Esperienze di vita e riflessioni sull’oggi.
Il pentimento e la redenzione: la negazione delle regole
rules Chi crede che la vera libertà significhi assenza di regole adesso è servito.
Ci stiamo accorgendoci tutti soltanto ora della gravità dei guasti prodotti dal mantra berlusconiano: quello che, nel corso degli anni, ha arricchito lui ed i suoi cortigiani oltre l’inverosimile. Mentre cominciava a soffiare il vento della crisi “noi” spendevamo patriotticamente oltre quattro miliardi di euro per salvare Alitalia. E, per mantenere fede alle promesse fatte in campagna elettorale, l’abolizione indiscriminata dell’Ici riduceva sul lastrico il bilancio di interi Comuni. Tuttavia questo serviva, ai Proci itacesi, stabilmente insediati nel governo, per giustificare feroci tagli lineari alle attività più importanti dello Stato, alla svendita per fare cassa di interi patrimoni comprati spesso con quattro soldi da speculatori senza scrupoli. Soldi di tutti noi che abbiamo assistito impotenti al saccheggio, mentre un porcaccione settantacinquenne si divertiva, facendo sesso a pagamento con delle minorenni. Diceva e dice di avere diritto a divertirsi dopo tanto lavoro fatto per il suo Paese.

FRANCIA E GRECIA: N/EURO

Le elezioni francesi e quelle greche nella drammatizzazione ignorante e colpevole dei mass media nostrani: un groviglio di opinioni scambiate per fatti e fattoni che sparano cazzate. Intanto l’informazione muore.
Elezioni: chi ha vinto?
Euro-Europa Se qualcun altro oltre a me ieri ha cercato sui nostri quotidiani nazionali numeri e dati per capire come sono andate le elezioni di domenica in Francia e in Grecia si sarà accorto che non mancavano le opinioni,ma di numeri ne circolavano proprio pochi. Tranne quelli che servivano a spiegare la fantomatica svolta pro-euro dei Greci e la vittoria “schiacciante” dei socialisti francesi anche al secondo turno.
Vediamo come sono andate veramente le cose e cominciamo dalla Grecia, lasciando perdere i dati sull’affluenza perché non sono interessanti se non per rilevare che il calo dei votanti significa che sempre più persone non si ritrovano nell’offerta politica oppure che hanno perso qualunque speranza nella politica come strumento per la trasformazione della società. Nea Democratia ha il 29,7% (129 seggi col premio di maggioranza), Syriza il 26,9% (71 seggi), PASOK 12,3% (33 seggi), “Greci Indipendenti” (destra) 7,5% e 20 seggi, “Aurora Dorata” il 6,9 e 18 seggi, Sinistra Democratica il 6,3% e 17 seggi, Partito Comunista 4,5% e 12 seggi. Per trovare questi dati sono dovuto andare sul sito del “La Voce della Russia.

IL FATTO QUOTIDIANO E LA VIGNA DI GRUGLIASCO

Un pezzo uscito oggi sul Fatto Quotidiano la racconta bene delle miserie della mia città.
Il curriculum vitae
Sul Fatto di oggi, 15 giugno, un articolo di Stefano Caselli (leggi) racconta una storia scandalosa, ma purtroppo tristemente frequente in questa Italia da dimenticare. E' capitata nella mia città e mi vede coinvolto come vittima del fascismo strisciante che ne pervade la vita politica, così come accade in chissà quanti altri luoghi.
Della questione me ne sono occupato in occasione della cronaca del consiglio comunale (leggi), quello dove il PD e i suoi alleati hanno votato in massa per Vigna, unico consigliere comunale del PdL – protagonista dell’articolo – come presidente della commissione di controllo e garanzia.

Il burattinaio Montà sogghignava e osservava le sue marionette consigliari realizzare uno dei tanti autogoal nella più totale indifferenza dei più e del pubblico presente, molto occupato a schierarsi e poco a capire la gravità di quello che stava accadendo.
Mano male che c’è ancora chi ha il coraggio di parlare di queste storie, di raccontare di questo paese alla deriva e della pochezza della sua classe politica.

LA PROFESSORESSA SBAGLIA I CONTI

L’errore clamoroso nella stima degli esodati la dice lunga non solo sul supporto tecnico a decisioni che cambiano la vita delle persone, oltre che il bilancio dello stato, ma anche sull’affidabilità dei professori.
Le vittime della boria
retraite_2Dunque, secondo l’INPS, il numero degli esodati sarebbe oltre cinque volte la stima fornita dal Ministero del Welfare e sbandierata per settimane fino a farne un vessillo della malafede sindacale. Ricorderete tutti che più volte i responsabili sindacali avevano segnalato che il numero della Fornero era eccessivamente basso rispetto alla stima che i loro centri studi avevano immaginato, ma lei niente: dritta per la sua strada con l’aria arcigna da piemontese tutta d’un pezzo e il sussiego di chi sta lavorando per una masnada di deficienti che cercano solo di metterle i bastoni fra le ruote.
Ricorderete anche che intorno al tema si erano sviluppate discussioni anche importanti, riassumibili nel tentativo di rispondere alle seguenti domande:

MONTI? NO, CALO

Governo paralizzato, paese nel panico, politica impotente economia al collasso
Terremoti
terremoto1La terra continua a tremare e zone importanti del nostro paese entrano in difficoltà perché il disastro non accenna a fermarsi. Le attività economiche non ripartono, la ricostruzione stenta a decollare anche solo dal punto di vista del progetto, ogni volta che sembra passato il peggio una nuova scossa riapre ferite, genera crolli e produce scoramento.
Di solito, di fronte  a un disastro di queste proporzioni un paese si raccoglie, si riunisce, ammutolisce e cerca le ragioni profonde per trovare una tregua necessaria a soccorrere, cercare risorse e mezzi e trovare i modi più efficaci per sostenere la ricostruzione. Forse è davvero così, ma ho dei dubbi che il sentimento della politica di oggi sia questo.

CRONACHE DI UN CONSIGLIERE COMUNALE 2

Seconda adunanza: dove il PDmenoelle vota in massa il candidato del PdL, anche lui. come il sindaco, portaborse in Regione. Poi, espulsioni e.. sorpresina finale con fuoriprogramma dedicato. 
DemoLezioni di democrazia
Delorean Ieri, 6 giugno, seconda puntata. Il Consiglio è convocato per approvare alcune delibere “tranquille” e per eleggere i presidenti delle commissioni consiliari: cinque di queste avranno presumibilmente un candidato della maggioranza, l’ultima è quella di controllo e garanzia; la presidenza spetta all’opposizione.
Serpeggia un certo nervosismo, alimentato anche dalla richiesta che il capogruppo dell’IdV Carioscia formula alla presidente del consiglio, sua ex (forse) compagna di partito: vuole leggere una dichiarazione al termine dei lavori ordinari. Sono giorni che girano voci di espulsioni e di discussioni feroci all’interno del partito che i maligni hanno già ribattezzato “Italia dei livori”, dunque potrebbe essere una succulenta puntata che alimenterà il gossip locale e le pulsazioni di un poco tranquillo Montà.

BUFFO BUFFON & BUFFONI A GO GO

Sono più indegne le dichiarazioni dell’uomo simbolo della Juve o le trovate dei tanti che non riescono proprio a coglierne la gravità?
Scommettiamo?
calcioscommesse Che il mondo del calcio - e non solo quello di questo sport/spettacolo - fosse marcio e corrotto non lo impariamo certo dalle ultime indagini sulle partite combinate. Si sa… e basta, ma si spera anche sempre che l’operato delle società, degli sponsor, delle televisioni, di tutti quelli che hanno interessi economici rilevanti, sia tale da impedire che il marcio diventi un cancro che divora l’organismo.
Perché, se così fosse, vorrebbe dire che, insieme alla decenza e all’etica, hanno smarrito anche il senso della convenienza, contribuendo in modo ottuso alla morte della fonte delle loro ricchezze. Invece sembra proprio che le cose stiano così: il calcio finisce la sua parabola storica fra scandali e ignominie che ne minano la credibilità alle fondamenta, fino al crollo finale che sembra oramai prossimo.
In questo quadro – che non è solo italiano anche se nel nostro paese la drammatizzazione è d’obbligo – si inseriscono le vicende delle star e dei tifosi, vero termometro dello stato della nazione.

ESODANDI ED ESODATI – BOTTA E RISPOSTA di F. Maletti

A seguito del post di Franco Maletti pubblicato su questo blog (leggi), un lettore gli ha scritto proponendogli il suo caso. Anche stavolta il caso singolo diventa paradigma.
Cornuti e mazziati?
"Buongiorno, ho letto (per caso) il suo parere sugli esodati e spero di non disturbarla con il mio caso personale, che userò solo per dire che non sono d'accordo sulle sue conclusioni.
Sono nato il 15.2.54, ho riscattato 4 anni di laurea e lavorato 32 anni effettivi in Banca (Unicredit)per cui al 31.12.2008, con 36 anni di contributi, ho accettato l'uscita da Unicredit e l'adesione al Fondo Esuberi. Il suo articolo parla di scelta azzardata, e, alla luce di quanto sta succedendo, lo è, anche se ancora non si sa bene cosa succederà e non ho capito se farò parte dei 65.000 salvaguardati nè cosa esattamente significhi, però mi permetta di osservare quanto segue: