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NELL’EPOCA DEL SURROGATO di F. Maletti

Generalmente il surrogato è, per definizione, quel prodotto alimentare di minor valore usato al posto del prodotto genuino…
Le illusioni d’oggi
san_simpson Chi ha la mia età si ricorda sicuramente che, nella crisi dell’immediato dopoguerra, il surrogato più famoso era quello del caffè: un prodotto quasi identico a vedersi, ma molto, molto differente in quanto a sapore. Però ci si accontentava. Anche perché il rito di preparazione del surrogato era del tutto simile a quello della preparazione del caffè vero: con un effetto illusorio che evaporava soltanto per quelli dal palato più raffinato che ancora ricordavano il sapore del caffè vero.
Io all’epoca ero troppo piccolo per bere il caffè, ma apprezzavo molto il surrogato della cioccolata prodotto dalla marca Ferrero (la Ferrero non me ne voglia per questa citazione che oggi potrebbe ingenerare un dubbio sull’ottima qualità dei suoi prodotti !), e che i miei ogni tanto mi compravano nelle occasioni per le quali me ne ero reso meritevole.

Altri tempi. Ma, con la crisi che ci sta attanagliando, non troppo.
Nel mondo virtuale nel quale da alcuni anni stiamo vivendo, quello che la televisione ed i suoi spettacoli di intrattenimento ci fanno vedere è, nella sua realistica finzione, di una tale qualità superiore ( a partire dai protagonisti di Dallas e Beautiful per citarne alcuni), che quando spegniamo il televisore abbiamo la netta impressione che la nostra vita sia soltanto un surrogato di quello che dovrebbe essere. E proprio da qui, a mio parere, è nata la predisposizione emotiva a favore dell’incantatore Berlusconi: dell’illusionista che ti fa vivere il sogno di una vita da fotoromanzo o da telenovela. E così, i dettagli noiosi della quotidianità vengono messi da parte, insieme agli affetti sicuri e duraturi, per correre dietro alle “carriere” facili: magari di velina, di calciatore, di escort, di persona di successo.

E’ così che oggi, dicembre 2012, aprendo gli occhi, scopriamo che tutto intorno a noi è diventato il “surrogato” di quello che dovrebbe essere: la Costituzione Italiana diventa un surrogato, ignorato o diversamente interpretato a seconda delle convenienze; le tasse sono un surrogato del dovere civico di pagarle, tanto che qualcuno non le paga affatto; la giustizia è un surrogato della legalità, e viene riconosciuta soltanto se non lede i propri interessi personali; la stessa libertà diventa un surrogato, in quanto l’assenza di regole la priva di ogni suo valore.
In questo clima tremendo, il voto popolare con il sistema del “porcellum” non si può nemmeno definire un surrogato, perché si è andati oltre. Dovremo accontentarci in futuro dell’artifizio delle primarie per avere almeno un “surrogato” di democrazia?

“Onore” quindi al Partito Democratico che apre alle primarie per i suoi elettori. Ma che non sia questa la soluzione definitiva per il futuro. E, insieme alle primarie, ci sia il preciso impegno, una volta vinte le elezioni, di fare una legge elettorale nel rispetto della democrazia e della volontà popolare.
In definitiva, la crisi che sta colpendo duro il nostro Paese è la conseguenza, NON di “avere vissuto al di sopra delle nostre possibilità”, ma la conseguenza di una illusione e di un sogno che ci sono stati abilmente propinati per lunghi anni. Troppi di noi hanno rifiutato una vita “normale” considerando quest’ultima un “surrogato” della sua vita possibile. Chi tarderà ad aprire gli occhi, temo che vedrà soltanto, aprendoli, le rovine della sua esistenza.

F. Maletti

13 dicembre 2012-12-13
franco.maletti@libero.it
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