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THE DAY AFTER

Ci va poco a trasformare una festa della democrazia in un colpo al basso ventre. La politica in movimento propone schemi e storie che ci tengono col fiato sospeso. E il paese va giù.
Primarie e politica
Pd/Primarie: Bersani-Renzi, verso un ballottaggio al fotofinishSi è consumato il primo turno delle primarie di parte consistente del centrosinistra con l’investitura di Bersani (peraltro già avvenuta all’atto della sua elezione a segretario del PD con primarie frequentate all’incirca dallo stesso numero di elettori di ieri, 3,2 milioni). Già, tutto il can can prodotto, l’attenzione ossessiva dei mass media nell’ultimo mese, manifesti, volantini, dichiarazioni, hanno alla fine prodotto lo stesso risultato delle primarie del PD di qualche anno fa (per Prodi non si erano superati i 4 milioni?).
Intendiamoci: la partecipazione è di una tale consistenza da ammirare l’abnegazione dell’organizzazione e quella degli elettori che hanno dedicato il tempo e due euro per essere parte di un evento entusiasmante come al solito. Un incasso di oltre sei milioni di euro rappresenta un altro bel risultato per PD, SEL e PSI, così come un bel risultato è garantito dall’emersione dall’anonimato di figure come la Puppato e lo stesso Tabacci, da premiare anche per la simpatia. Finalmente nel PD si intravedono componenti ideali e programmatiche certamente contraddittorie, ma che testimoniano una vivacità che non era mai emersa con questa chiarezza.
Poi c’è Renzi: all’inizio non lo sopportavo, soprattutto per quell’aria da guascone ad oltranza, poi perché preferisco personaggi politici fortemente ancorati al mondo delle professioni e dei lavori, capaci di praticare con coraggio la biodegradabilità del ruolo e vivere il ritorno al proprio lavoro come la fine dei una fase della propria vita e non come un fallimento catastrofico. Di rampanti che vivono di politica – perciò diversamente sensibili alle lusinghe elettorali – ne conosco troppi e non me ne piace nessuno. In questi ultimi giorni mi è diventato più simpatico, per le rottamazioni già ottenute e poi perché la chiesa e le borse gli preferiscono Bersani.
Spiace per Vendola, forse sperava in un risultato migliore, ma sinceramente gli è andata anche meglio del previsto, visto il progressivo dissolversi di SEL, incapace di scegliere se essere un satellite del PD o una alternativa capace di coagulare giovani e nuovi bisogni sociali. Adesso, per un’altra settimana saremo tormentati dal confronto/scontro Renzi /Bersani, tanto non abbiamo nessun altro problema più grave da affrontare e risolvere…

Intanto il resto della sinistra, e non solo, si consuma fra appelli, personalismi e attese del Messia (adesso si parla di Ingroia che torna in Italia a fare il Di Pietro), gli ecologisti fanno cose egregie (vedi Bonelli a  Taranto), ma fra loro c’è chi pensa subito a vanificarne i vantaggi mendicando qua e là al PD qualche posticino alla stregua dei partiti satellite (pratica politica che ha già ridimensionato in passato i Verdi nostrani), quando sarebbe invece ora di alzare la testa e lavorare a un movimento grande, forte, autorevole e indipendente.
Prof, lei cosa vota alle primarie?”, mi hanno chiesto parecchi miei studenti la settimana scorsa. “Io alle primarie non vado a votare per due motivi: senza una legge elettorale è difficile che chi vince sia davvero il prossimo premier, dunque non voglio subire altre delusioni. E poi, per votare alle primarie, occorre sottoscrivere la Carta di Intenti del csx e io non la condivido”.

Così ho fatto e farò. Con tanto dispiacere e un po’ di coerenza.

Mariano
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