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I FIGHETTI DELLA POLITICA

Qualche settimana fa sono stato apostrofato da un giovanotto isterico con un microfono in mano che mi strillava “Mi dia del lei!”… adesso ve lo racconto.
La forma e la sostanza
freddy3 Seduta del Consiglio comunale della mia città. Fa le veci della presidente momentaneamente assente  il consigliere più votato – un giovanotto che deve avere davvero molti meriti per essere così popolare, solo che nessuno è in grado di elencarli –, chiedo la parola e mi rivolgo a lui, come sempre, con il tu (i miei figli hanno 32 e 37 anni, lui meno).
Dovevate sentirlo: si mette a starnazzare nel microfono “Mi dia del lei!” e sembrava che tutto il suo investimento culturale, emotivo, sentimentale (forse perfino sessuale)  stesse nel farsi in questo modo riconoscere da me come autorevole, rappresentativo e importante. Non c’è stato verso di farlo capire… era così’ preso dalla sua prosopopea, forse perché per la prima volta qualcuno di accorgeva di lui, a mesi di distanza dalla sua elezione trionfale, anche se non per un contributo particolarmente illuminante alla città.
Inarrestabile, tanto da andarsi poi a vantare con altri piccoli sgherri della sua fatta, della grande performance ai danni del “male assoluto”, il sottoscritto. Patetico nella inutilità del suo gesto e della sua mancanza di rispetto – questa sì sostanziale – all’istituzione e ai rappresentanti della città. Dati i metodi e il concetto di democrazia che lui e i suoi sodali esprimono, ho anche tentato di evocare il “voi fascista”, imposto dal regime per contrastare il lei degli smidollati stranieri, ma non ha capito l’allusione, probabilmente per ignoranza.
Pazienza, la notte ho dormito bene lo stesso, ma un po’ di preoccupazione ce l’ho.

Il giovanotto, infatti, riprendeva con la veemenza della superficialità quel vezzo che tanto piace alla politicona e alla politichetta: quella di inciucioni che ne fanno di tutti i colori insieme, ma che nelle sedute pubbliche si danno del lei come se non si conoscessero. Scambiano il rispetto per le istituzioni con la forma; pensano, come lui, che il lei darà lustro a un Consiglio comunale dove non più tardi di un mese fa  votava facendo le corna in spregio alle altrui proposte.

Il giovanotto in questione – che magari si sarà anche chiesto che meriti avesse il Trota bossiano per essere stato eletto in Lombardia con tutti quei voti – si chiama Gaito. Siede in Consiglio comunale a Grugliasco e si sentirà dare del tu da me fino a quando non mi dimostrerà di aver fatto qualcosa di così grande e importante da meritarsi l’agognato lei.

Mariano
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