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MENO MALE CHE SILVIO C’E’

L’annuncio della ricandidatura del Cavaliere ha improvvisamente rivitalizzato soggetti e partiti che sembravano morti con lui. In attesa di un futuro che non viene mai, l’Italia assiste disperata.
Deliri d’estate
the_banquet Dunque Silvio non ha alcuna intenzione di farsi da parte, di sostenere Alfano e il suo rosario di Gasparri e Santanché e Cicchitto variamente combinati e agghindati da personaggi politici.
L’annuncio della sua nuova avventura elettorale, invece che gli entusiasmi di qualche tempo fa, ha suscitato apprensioni, timori, gesti di sconforto, palpeggiamenti alle parti basse, prese di posizione poco lusinghiere nei suoi confronti e tante altre manifestazioni di un imbarazzo per un ritorno al passato che non può che generare guai a ripetizione.
Questo nel centrodestra.
Nel centrosinistra, invece, è tutta un’altra storia. La ricomparsa di Berlusconi ha prodotto l’immediato risveglio dei suoi interlocutori di sempre, fra una Bicamerale e una ammiccante sottovalutazione di troppo.
Insomma di quelli che hanno responsabilità talmente evidenti nell’aver donato all’Italia il ventennio da incubo che non sembra ancora finito che farebbero meglio a nascondersi: D’Alema, Veltroni, solo per dirne due, ma anche i Rutelli, Letta, Franceschini, Bianco, Bindi, Finocchiaro e via sgranando tutta la classe dirigente di un centrosinistra che non ne ha azzeccata una e che non si vede come potrebbe farlo adesso con quelle stesse teste e con il nulla che vi alberga in quanto a idee.

Da che Silvio ha battuto un colpo sono di nuovo tutti lì a pontificare, a giudicare con la boccuccia atteggiata a saccenti superiori, a spiegarci come va il mondo e perché noi siamo incapaci di coglierne l’essenza, a fingere di occuparsi per paese mentre vanno a caccia del posticino di potere per sé e per i propri clienti. Non ci sono più i loro partiti perché la gente si è rotta le palle? Non importa, tengono ben stretto il disegnino del simbolo, qualcuno lo voterà: basta usare bene i soldini pubblici accantonati in passato… C’è il rischio che qualcuno prenda più voti di loro? Nessun problema: ecco servita una nuova legge elettorale che li garantisca o, mal che vada, tenersi stretta quella che già c’è, visto che il suo lavoro l’ha fatto bene.

Insomma sembra proprio che – mentre nel centrodestra qualcuno stia cercando di mandare Silvio in pensione, con la confusa consapevolezza che il suo ritorno non sarebbe un bene per il paese e neanche per il centrodestra stesso –, nel centrosinistra sono in parecchi a recitare oggi il mantra di questi anni passati: “Meno male che Silvio c’è”.

Mariano
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