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LA MAIONESE IMPAZZISCE

Monti, Casini, Bersani, D’Alema, Fini, Bossi, Berlusconi, Maroni…
Una tassa sulla delusione
mouse_sweeping_welcome Davvero una stagione politica di cui conserveremo un ricordo allucinato, quella che stiamo vivendo da oramai troppi mesi.
Sei mesi fa, fine dell’incubo Berlusconi e governo tecnico che promette lacrime e sangue per evitare il tracollo.
Naturalmente tutti dimenticano con sorprendente velocità le origini e le cause del tracollo… ma è una caratteristica italica quella di avere una memoria corta e che, per di più, funziona a intermittenza. Resta, ben alimentato dai mass media, una vaga sensazione di fregatura, di procedimento poco democratico, di trame non proprio da democrazia matura, ma fa lo stesso: il risultato spazza via di dubbi. Berlusconi è finalmente fuori dalle palle, l’Italia e gli Italiani cominciano una stagione nuova, più austera e fasciata da un loden verde, meno chiassosa e glamour, più parsimoniosa e responsabile.
Primo atto, la riforma delle pensioni.
In poco tempo e senza grandi opposizioni, gli Italiani over 50 si ritrovano con qualche anno in più da lavorare e un contributo di solidarietà da onorare, solo che manca il lavoro e la solidarietà va a sbattere contro la constatazione che i privilegi vero non li ha toccati nessuno. Per gli under 50 precariato e  disoccupazione, ai privilegiati che sono andati in pensione con pochi anni di lavoro e rendite stratosferiche nessuna riduzione, nessun taglio vero.
Secondo atto, le liberalizzazioni: annunci a raffica, minacce di barricate, manifestazioni, lobbies in azione… flop! Sono stati liberalizzati solo quelli che non avevano santi in paradiso, per tutti gli altri è rimasto tutto come prima.
Terzo atto, la riforma del mercato del lavoro, cominciando dall’articolo 18 (alle storie che raccontano sugli investitori vogliosi di calare in Italia non ci crede neanche più un bambino), per passare agli incentivi e alle forme nuove di assunzione e trattamento contrattuale. Niente di fatto, tante parole e qualche ora di sciopero a carico dei lavoratori che ho fatto anch'io.

Poi il ddl anticorruzione di cui stiamo seguendo le peripezie in Parlamento e poco di più. Insomma, la tanto proclamata modernizzazione, lo svecchiamento, la flessibilizzazione del sistema, sono tutti slogan disattesi perfino nelle azioni più semplici.

D’altra parte, perché credere che i “professori” - membri di una casta ancora più chiusa di quella della politica, capace di piazzare i propri pupilli e famigliari in ogni sorta di cattedra e incarico universitario, inamovibile perfino dopo che è andata in pensione e garantita dall’accesso alla morte da privilegi e garanzie che nemmeno il feudalesimo - potessero davvero fare del nostro il paese del merito, della leggerezza, della velocità, del rispetto delle regole?

Loro vanno a fondo nei sondaggi di gradimento, nonostante le principali testate continuino a celebrarne i fasti, il paese è sempre più disorientato e pronto a ricevere il prossimo uomo della provvidenza, in un eterno ritorno al fascismo alimentato da una cultura che non l’ha davvero mai metabolizzato.

La nemesi. Mentre si bombarda ciò che rimane la società italiana, piovono tasse, tante tasse, tasse su tutto. Fra poco ne istituiranno una anche sulla delusione e sarà salata.

Mariano
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