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L’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE

Tempi di campagna elettorale, la follia e la paura di perdere il posto fa fare cose di cui un normale essere umano si vergognerebbe. Ma questi sono davvero senza limite…
Il porta a porta dell’assessore
ecoleBuon giorno signora maestra”, esordisce sfoderando un radioso sorriso l’assessore all’Istruzione del mio comune davanti alla maestra che gli ha aperto la porta dell’aula dove sta lavorando, “sono passato a segnalare che sono candidato nelle liste del PD e che è proprio importante che mi votiate alle prossime elezioni. Anzi, già che ci sono, lascio un po’ di depliant e di miei santini, così potrà darmi una mano. Naturalmente ho l’autorizzazione della preside…” .
Deve essere andata più o meno così nei giorni scorsi nella scuola in cui ho insegnato per molti anni, la Bruno Ciari e immagino che possa andare così anche nelle altre scuole dove questa scena si è già verificata o si verificherà in futuro.
Quando mi è stata segnalato questo comportamento davvero incredibile mi sono arrabbiato, poi mi è venuto lo schifo.

L’assessore in questione si chiama Stefano Colombi ed è anche un insegnante: che concezione ha lui dell’educazione, del ruolo dell’istituzione scolastica, degli insegnanti, delle famiglie e degli allievi? Deve avere una opinione ben bassa, se riduce la scuola – tra l’altro in orario di lezione – a una palestra per la sua propaganda elettorale personale. Che razza di educatore è?

E che razza di preside è quella che permette una cosa del genere? Non si rende conto che, a partire da questo momento, qualunque candidato alle elezioni amministrative potrebbe chiedere la stessa cosa, trasformando la scuola in una palestra di promesse, calunnie e minacce (che l’assessore spande peraltro a piane mani)? O è talmente presa a decrittare circolari da non rendersi conto che il suo ruolo è prima di tutto quello di preservare quella famosa “autonomia scolastica” che è fatta anche di orgoglio e di indipendenza?

Alla Ciari ci ho lavorato per tanti anni, lì ci ho fatto le battaglia per ottenere il tempo pieno, in difesa dei colleghi precari e per una scuola che integrasse e rispettasse tutti. Non mi sognerei mai di passare per le classi a distribuire il mio materiale. Non l’ho mai fatto e mai lo farò.
Un assessore uscente, peraltro, dovrebbe parlare con opere e azioni. Se non l’ha fatto finora – e lo stato delle scuole, strutture e sostegno del Comune, lo testimonia adeguatamente – difficile che possa farlo nel corso del mese che resta prima delle elezioni.
Se fa così con le maestre delle scuole, chissà come si comporterà nei confronti dei lavoratori della  cooperativa che ha ceduto a sua moglie all’atto della nomina a assessore!

Mariano
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