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RICAPITOLANDO…

Ultime ore dell’anno in grande trepidazione nel mondo della politica e non solo in quello. Nascono liste, spariscono partiti e movimenti storici, cadono teste, altre risorgono. Su tutti Monti, l’ingrato, e la sua vittima Bersani.
La fregatura
12-Rudolf-Mates--illus.-for-A-Forest-Story-by-Josef-Kozisek-(Czechoslovakia--1929)_900 Dunque, il PD sostiene per un anno un governo che ne fa di cotte e di crude, somministrando agli Italiani dosi di ingiustizia come raramente ne avevano avute. Ministri imbarazzanti, nullafacenti e, a volte, anche un po’ compromessi e chiacchierati. Fornero qua e là, Clini il Tarantino e via cantando.
Il PD beve tutto in nome di un senso di responsabilità che sa tanto di cascami del Fattore K, quello per cui il PCI negli anni ‘70 e ‘80 non era mai abbastanza (democratico, occidentale, filoborghese…) per poter andare al governo. Lo fa anche perché così pensa di maturare una specie di diritto a governare, quasi che la politica non avesse insegnato esattamente il contrario. Già che c’è, elimina anche ogni forma di concorrenza nella sinistra, approfittando della dabbenaggine e dello spirito conservatore dei suoi leaders, più occupati a garantire se stessi che a innovare, modernizzare, realizzare qualche brandello di maggiore giustizia sociale.
Così sembra proprio che – dopo gli errori madornali da Occhetto a D’Alema/Veltroni e così per 18 lunghi anni di rassegnazione a Berlusconi – adesso tocchi a loro: si fanno una bella coalizione con SEL (che fine, Vendola!) e PSI e sono a posto.

95

Un fantastico saggio di Davide Mattiello che diventa manifesto politico, una boccata di ossigeno e una spinta ad agire per cambiare il mondo.
Tanti auguri, ragazzi!
95 Avete presente il ruolo del Viks per un influenzato dal naso chiuso e dalla gola in fiamme? 95 di Davide Mattiello è questo: ti stura l’anima, da aria fresca al cervello e da corpo a un sogno, quello di cambiare il mondo. Non ha l’aspetto di un programma politico, ma lo è. Totalmente.
Il titolo si riferisce all’anno di nascita dei ragazzi che diventeranno maggiorenni 18 anni nel 2013. A loro – che si affacciano al mondo della pienezza dei diritti (e dei doveri) - si rivolge in special modo il libro, così: “[…] Ti vorranno far credere che questo è il mondo migliore possibile, che ad avere troppi grilli per la testa si finisce male, che è meglio amministrare con decoro piuttosto che cercare strade alternative, nell’ignoto. Lasciali perdere, sono veleno. Perché la democrazia non è un dato: è sempre e soltanto un processo”.
Ho letto il libro una prima volta, tutto d’un fiato (perché così si deve leggere la prima volta) e mi sono sentito per le prime 57 pagine ai bordi di una manifestazione colorata, fantasiosa, leggera e allegra. Da pag. 58 ci sono entrato dentro e sono anch’io stato parte di quella fiumana di persone, individui, sentimenti, aspirazioni e speranze. Ecco la prima virtù del libro: allegro, “sparato”, leggero eppure denso e spesso, saporito e intrigante. Sono arrivato alla fine che non mi bastava, con in testa l’idea che il bello me l’ero perso per la troppa frenesia, per il chiasso e per il brio.
Allora l’ho riletto, stavolta a pezzi.

LA DISSIMULAZIONE

Finché le parole riescono a “chiamare” le cose e i concetti col loro nome, possiamo stare tranquilli. Quando comincia il saccheggio dei significati delle parole, c’è davvero da preoccuparsi…
L’assassinio delle parole
escher2 Sono davvero tempi difficili quelli che stiamo vivendo e ancora più difficili si annunciano quelli che stanno arrivando: un mondo sfibrato, una società sempre più sfilacciata, relazioni devastate dalla noia e dall’usura di stili di vita che non sono mai stati sostenibili e che adesso stanno marcendo con i cascami che lasciano in ciascuno di noi. Non c’è bisogno di scomodare il collasso del pianeta per registrare il degrado dell’ambiente a partire dall’umanità che lo costituisce, il tutto falsificato dall’immagine ritoccata da mani esperte in comunicazione, capaci di farci vedere quello che non è, di negare con naturalezza ciò che è vero, cioè di dissimulare.
Restavano le parole, l’ultimo baluardo contro la menzogna e la dissimulazione.

BUON NATALE

Dato che – per risollevare questo paese intristito e macilento - non ci resta che sperare in Gesù Bambino, perfino noi che non ci crediamo tanto, una bella immagine per un augurio speciale di un Natale senza la tristezza dell’oggi e con la gioia dell’ingenuità dell’infanzia.
Attenti: Gesù Bambino non fa il professore, neanche il puttaniere e neppure il politico a tempo pieno. Guai a scambiare i personaggi del presepe d’oggi per i salvatori dell’Italia di domani.



Speriamo di trovare qualcosa di buono sotto l’albero, cercate bene e…
TANTISSIMI AUGURI!

Mariano

LA SOLITA ITALIETTA

La politica di un paese da 60 milioni di abitanti ridotta all’attesa di un annuncio…
Monti/Berlusca: moderati?
dissimulations Si candida? Non si candida? E con chi? Contro chi? Sono oramai queste le notizie che tutti i giorni riempiono pagine su pagine dei nostri quotidiani oltre che i talk show televisivi. Alternate alle sceneggiate berlusconiane, degna parabola discendente di vent’anni di follie e di cascami del craxismo degli anni ‘80.
Se Monti abbia fatto bene o male sarà la storia dei prossimi anni a dircelo, ma oggi sappiamo già di quanti suoi ministri imbarazzanti – Clini per dirne uno –, di una straordinaria dipendenza dai potentati economici, dell’ignavia che ha contraddistinto i suoi rapporti col Vaticano (come se andare a messa equivalesse e bere tutte le ingiustizie che la gerarchia religiosa rivendica come dovute dallo stato italiano), dello squilibrio evidente fra i “sacrifici” imposti alla gente comune e la benevolenza esagerata verso chi può.

NELL’EPOCA DEL SURROGATO di F. Maletti

Generalmente il surrogato è, per definizione, quel prodotto alimentare di minor valore usato al posto del prodotto genuino…
Le illusioni d’oggi
san_simpson Chi ha la mia età si ricorda sicuramente che, nella crisi dell’immediato dopoguerra, il surrogato più famoso era quello del caffè: un prodotto quasi identico a vedersi, ma molto, molto differente in quanto a sapore. Però ci si accontentava. Anche perché il rito di preparazione del surrogato era del tutto simile a quello della preparazione del caffè vero: con un effetto illusorio che evaporava soltanto per quelli dal palato più raffinato che ancora ricordavano il sapore del caffè vero.
Io all’epoca ero troppo piccolo per bere il caffè, ma apprezzavo molto il surrogato della cioccolata prodotto dalla marca Ferrero (la Ferrero non me ne voglia per questa citazione che oggi potrebbe ingenerare un dubbio sull’ottima qualità dei suoi prodotti !), e che i miei ogni tanto mi compravano nelle occasioni per le quali me ne ero reso meritevole.

FOLGORAZIONI

Prima adoperano una società pubblica per i loro comodi (e non solo) fra le proteste generali, poi quando non serve più cercano di sbarazzarsene… così tutti dimenticheranno prima.
I pentiti a intermittenza
Le Serre 1Non cessano davvero mai di stupire gli amministratori della mia città e i loro centrosinistri supporter politici. Qualche sera fa ci hanno offerto uno spettacolo impagabile della deriva italica trasferita sul locale, dimostrando anche concretamente che l’incapacità a volte è peggio della malafede. L’oggetto della seduta della commissione consigliare di cui mi onoro di far parte era il piano di rilancio della società “Le Serre”, interamente comunale e da noi più volte definita “La Mangiatoia”,  non certo alludendo al brucabile manto erboso del prato centrale, peraltro soffocato da un osceno tendone che ha devastato il complesso, fra un crollo e l'altro. La riunione serviva a presentare il cosiddetto "Piano industriale", ma naturalmente non è stato distribuito alcun documento, solo qualche slide in slang anglo-grugliaschese che fa sempre effetto. Noi però ce lo abbiamo lo stesso (leggi).
Siccome me ne sono già occupato più volte su questo blog (anche i Carabinieri, l’Ispettorato del Lavoro e chissà chi altri ancora…), rimando ai post precedenti le informazioni sul pregresso di questa società e delle sue recenti attività. Vi racconto solamente la più recente performance della politichetta locale.

OUTING di F. Maletti

Un democratico non è andato a votare alle primarie. Qui ce ne spiega le ragioni.
Contro il populismo
Musco Anche se non se ne è accorto nessuno io non ho votato alle primarie. Se lo avessi dichiarato prima delle votazioni, al contrario se ne sarebbero accorti tutti: dando ciascuno la sua etichetta di convenienza. Etichetta, beninteso, avente come fine ultimo quello di dimostrare al mondo dei votandi la gravità del mio “errore”. Ovviamente.
Faccio, a posteriori ma non tardivamente, (in quanto tragicamente attuali), un breve elenco dei miei “perché”.
Non ho votato alle primarie perché questo “bagno di democrazia” distoglie l’attenzione dal fatto che in molte realtà locali del PD la democrazia non esiste e nessuno sembra preoccuparsene più di tanto.

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE di A. Camilleri

Questo è il testo (non rivisto dall’autore) di un intervento di Andrea Camilleri ad Convegno sulla riforma della P.A. nel marzo del 2000. Lo invitò Bassanini e Camilleri regalò ai presenti anche un testo del ‘600 che ben rappresenta come nulla cambi mai per davvero fino jn fondo….
Una riforma dei cittadini
conformism-1920x1080Una piccola premessa. Quando il Ministro Bassanini mi ha telefonato per chiedermi di intervenire a questa convenzione, mi sono immediatamente chiesto: "Ma io che c'entro?".
Riflettendoci, subito dopo, ho capito che avevo non solo il diritto, ma anche il dovere di esserci, perché la cosa, in quanto cittadino italiano, mi riguardava direttissimamente. Mi sono, quindi, pentito del mio atteggiamento iniziale. E questa è una buona ragione per intervenire, ma non lo sarebbe se non lo facessi nei termini in cui lo so fare io. Vogliate perdonarmi, dunque, se vi racconterò una favola.
C'era una volta e, per essere onesti, c'è ancora un paese chiamato Iliata. Questo paese, che un tempo era governato da una monarchia e poi era diventata una Repubblica fondata sul lavoro, come asseriva la sua Costituzione, si proclamava monoteista.

PIOVONO SOFFITTI

Oramai nella mia città è la psicosi: i controsoffitti dei locali del Comune vengono giù con allarmante frequenza. L’ultimo crollo a Villa Claretta, ora Museo del Toro dopo essere stata il monumento allo spreco… con relativo corollario di querele.
Minimizzare il cartongesso
Villa Claretta
Un anno fa circa vengono giù  trecento metri quadri di controsoffitto - cartongesso e struttura in lamiera - all’interno della Nave nel Parco Le Serre, una struttura nuova fino ad allora adibita a manifestazioni, mostre e concerti. Per fortuna sotto non c’era nessuno, ma complicare le cose ci si è messa l’Amministrazione comunale che ha cercato di far passare sotto silenzio l’incidente, con risultati tragicomici. La Procura sta ancora indagando e il sequestro è concluso di recente.
La settimana scorsa è stata la volta del controsoffitto dell’ingresso della Scuola Media 66 Martiri, celebrata dal giornalista pret-à-porter del sindaco con un un articolo grondante miele e melassa.

PRIMARIE E SORPRESE di G. Lava

Il mio amico Giovanni non cessa di sorprendermi. Non avevo mai letto un pezzo così capace di rappresentare uno stato d’animo sempre più diffuso: quello di chi non ne può più, ma non per questo cessa di battagliare per cambiare le cose. (Il blog di Giovanni)
Perché ho votato Renzi
Le mie fotoE alla fine anch'io sono andato a votare e - scandalo - ho votato per Renzi. Sono andato a votare in primo luogo per esercitare il diritto di dire la mia in una vicenda che riguarda sì il centrosinistra esistente, ma anche quello virtuale di chi come me non si ritrova nel centrosinistra realizzato e che anzi critica ferocemente un giorno sì e l'altro pure, perché lo vorrebbe diverso, molto diverso da quello reale.
E poi sono andato per votare Renzi per il merito di aver messo in discussione l'apparato centrale e periferico del partito. Ma vi pare poco per un partito dove finora è valsa la regola che si poteva fare carriera solo grazie ad una qualità: la fedeltà cieca e supina a capi e capetti. La cura Renzi non può che essere salutare per tutti e il primo a giovarsene è lo stesso Bersani che dice cose mai osate prima.

THE DAY AFTER

Ci va poco a trasformare una festa della democrazia in un colpo al basso ventre. La politica in movimento propone schemi e storie che ci tengono col fiato sospeso. E il paese va giù.
Primarie e politica
Pd/Primarie: Bersani-Renzi, verso un ballottaggio al fotofinishSi è consumato il primo turno delle primarie di parte consistente del centrosinistra con l’investitura di Bersani (peraltro già avvenuta all’atto della sua elezione a segretario del PD con primarie frequentate all’incirca dallo stesso numero di elettori di ieri, 3,2 milioni). Già, tutto il can can prodotto, l’attenzione ossessiva dei mass media nell’ultimo mese, manifesti, volantini, dichiarazioni, hanno alla fine prodotto lo stesso risultato delle primarie del PD di qualche anno fa (per Prodi non si erano superati i 4 milioni?).
Intendiamoci: la partecipazione è di una tale consistenza da ammirare l’abnegazione dell’organizzazione e quella degli elettori che hanno dedicato il tempo e due euro per essere parte di un evento entusiasmante come al solito. Un incasso di oltre sei milioni di euro rappresenta un altro bel risultato per PD, SEL e PSI, così come un bel risultato è garantito dall’emersione dall’anonimato di figure come la Puppato e lo stesso Tabacci, da premiare anche per la simpatia. Finalmente nel PD si intravedono componenti ideali e programmatiche certamente contraddittorie, ma che testimoniano una vivacità che non era mai emersa con questa chiarezza.

LA SCUOLA IN SUBBUGLIO

Scioperi, cortei, assemblee infuocate, ma che succede nella scuola italiana? Il governo Monti rianima perfino gli insegnanti. Sabato 24, manifestazione nazionale con defezioni importanti.
L’eterno equivoco
Il poco accorto ministro Profumo esterna la sua volontà di aumentare di sei ore l’orario degli insegnanti delle medie e delle superiori – ovviamente senza alcuna contropartita economica - e subito si scatena la giusta protesta degli insegnanti.
Ma come – dicono – il nostro orario non è mica fatto delle sole ore frontali di lezione! Ci sono i rapporti coi genitori, i consigli di classe, i collegi dei docenti. Le lezioni dobbiamo pur prepararle, oggi più che mai con le nuove tecnologie a cambiare la didattica e a richiedere ore di lavoro per la costruzione di schemi e supporti all’apprendimento da servire ai pargoletti poco propensi allo studio tradizionale. E poi ci sono i compiti da correggere…”.
Tutto vero: ma è per tutti la stessa cosa? Tutti fanno compiti in quantità che poi debbono correggere? Tutti preparano lezioni e si sbattono per aggiornare metodi e contenuti del loro lavoro? Ovviamente, no, e sarebbe terribile se gli insegnanti fossero tutti uguali, assatanati di scuola e persecutori di studenti.

I FIGHETTI DELLA POLITICA

Qualche settimana fa sono stato apostrofato da un giovanotto isterico con un microfono in mano che mi strillava “Mi dia del lei!”… adesso ve lo racconto.
La forma e la sostanza
freddy3 Seduta del Consiglio comunale della mia città. Fa le veci della presidente momentaneamente assente  il consigliere più votato – un giovanotto che deve avere davvero molti meriti per essere così popolare, solo che nessuno è in grado di elencarli –, chiedo la parola e mi rivolgo a lui, come sempre, con il tu (i miei figli hanno 32 e 37 anni, lui meno).
Dovevate sentirlo: si mette a starnazzare nel microfono “Mi dia del lei!” e sembrava che tutto il suo investimento culturale, emotivo, sentimentale (forse perfino sessuale)  stesse nel farsi in questo modo riconoscere da me come autorevole, rappresentativo e importante. Non c’è stato verso di farlo capire… era così’ preso dalla sua prosopopea, forse perché per la prima volta qualcuno di accorgeva di lui, a mesi di distanza dalla sua elezione trionfale, anche se non per un contributo particolarmente illuminante alla città.

CONTRO I LADRI DI FUTURO

Due manifestazioni hanno segnato A Torino al giornata del 14 novembre 2012. Un entrambe e in tutta Europa c’è la richiesta di un altro modo di uscire dalla crisi.
Più tagli, più ragli

imageI lavoratori da p.za Vittorio a p.za Castello, gli studenti da p.za Arbarello alla sede della Provincia, ieri 14 novembre hanno dato vita a due cortei pieni di gente e determinati a far sentire la partecipazione torinese a una giornata europea di protesta contro il modo con cui i governi e le forze politiche affrontano la crisi finanziaria e produttiva, scaricando il peso dei tagli sui più deboli e sui servizi che mitigano gli effetti della crisi e aiutano le giovani generazioni a costruire il loro futuro.
C’era tanta gente, tanta consapevolezza, tanta voglia di farsi sentire. C’erano anche i soliti noti e, quindi, anche i soliti disordini a corollario. Così ancora una volta l’attenzione verso le sacrosante ragioni della protesta è stata distolta a favore delle “azioni dimostrative” tanto inutili quanto pericolose perché sbagliano sempre il bersaglio.
Lo slogan più bello era proprio quello degli studenti di una scuola superiore della città “Più tagli, più ragli”, ottima sintesi degli esiti di un continuo assalto alla scuola che va dalla Gelmini a Profumo, passando per tutti i governi degli ultimi anni, a cominciare da quel Berlinguer che sdoganò la scuola privata dotandola di finanziamenti e status.

COMINCIARE DALL’EUROPA di F. Maletti

Passare dall’ Europa della finanza a quella dei popoli, dell’ambiente e della socialità. Questo dovrebbe essere il primo punto del programma elettorale dei partiti italiani…
Oltre l’euro, l’Europa
Nell’Europa delle disuguaglianze, l’unica cosa apparentemente uguale per tutti è l’euro. Infatti, questa uguaglianza si modifica e addirittura si dissolve a seconda di quello che decidono gli speculatori finanziari (banche e privati) facendo in modo che in ciascuno Stato l’euro abbia un costo variabile.
Con un sistema che arriva in alcuni casi ad affamare il presente ed il futuro di interi popoli: così come sta avvenendo in Grecia e, in misura minore in Spagna, Italia, Portogallo. Disequilibrando a piacimento le relative economie nazionali.
In tutto questo gioca il fatto che, (corruzione ed evasione fiscale a parte) ancora oggi, l’Europa è un agglomerato di Nazioni profondamente disuguali tra di loro.

PIU’ OBAMA PER TUTTI

In questa giornata di commenti degli esiti delle elezioni presidenziali degli USA non c’è nessuno in Italia che si dichiari pro-Romney, manifestando il dispiacere per la sua trombatura. Come mai?
Il carro del vincitore
Ve la ricordate la scena del Berlusca che, in perfetto stile cafonal, strillava eccitato “Mr Obama, Mr Obama!!!”, solcando la sala fra due ali di persone interdette? Era, il Berlusca, la stessa persona che lo aveva definito “abbronzato” e che, a poca distanza da quella gaffe, si comportava come se nulla fosse, ostentando una famigliarità con Obama che si spingeva fino al punto di lamentarsi con lui, a mezzo interprete, delle persecuzioni di cui era vittima ad opera della magistratura comunista e del complotto dei mass media italiani.
Ancora una volta il Nostro rappresentava bene il nostro popolo e le sue attitudini più dure  a morire: il conformismo, la cafonaggine, la superficialità, l’irresponsabilità e quella grande attitudine e essere banderuole, sempre pronti a salire sul carro del vincitore. Perfino quando non importa a nessuno se lo fai o no.

GLI SCHERZI DELL’INCONSCIO

Certe volte la toppa è peggio del buco…
Fusi e refusi
Martedì scorso (30 ottobre), nel corso di una seduta del Consiglio comunale della mia città, mi vedo recapitare un libretto dal titolo “LUCIANO ROSSI “CIANINImpegno e passione civile per Grugliasco", dedicato a una valente figura di sindaco del passato e scritto da Giuseppe Rizzo, già dipendente del Comune e, una volta in pensione, consigliere comunale prima dei DS e poi del PD, mi pare.
Intendiamoci, una bella copia del libretto c’era per tutti e gratis, visto che l’autore aveva deciso di farcene gentile omaggio. Oltretutto parla di una stagione felice per la nostra città e di personaggi che hanno saputo ideare e costruire un modello di servizi e di “città umana” coi fiocchi. Il volume contiene una ricostruzione della storia della città dal dopoguerra al 1975, anno in cui “Cianin” lasciò la carica di sindaco a Pensati – sarà eletto poi in Consiglio regionale e diverrà Assessore all’Agricoltura -  dopo circa nove anni di intenso lavoro.
Arrivo a pag. 102, dunque quasi alla fine del testo, per leggere un contributo di Marco Lo Bue classificato dall’autore come “già sindacalista e Sindaco di Grugliasco dal 1989 al 2001, direttore del CIDIU”. Ohibò, il Rizzo mi ha cancellato dalla storia cittadina.

CIURI CIURI

Ma quali analisi del voto in Sicilia, a Roma regna il terrore…
Bufale e castrati
Ancora non erano definitivi i risultati delle elezioni siciliane che già era cominciata la solita giaculatoria dei leaders politici: l’antipolitica qua, l’antipolitica là, mio dio l’astensionismo!, la distanza fra la Casta e la ggente, la riforma elettorale, l’agenda Monti, moderati ed estremisti, il trionfo del populismo eccetera.
Con la sfacciataggine dell’impunito - che ha paura di non esserlo più, ma che ancora non sa come potrebbe comportarsi diversamente da come ha fatto finora – la passerella televisiva ha amplificato il rumore delle sberle che il sistema dei partiti andava prendendo in Sicilia, seggio dopo seggio, paese dopo paese città dopo città. Cominciava la discussione su ciò che c’è di buono in questa scossa elettorale e su cosa c’è di cattivo.
E via con i luoghi comuni sull’astensione: preoccupazione per il basso numero di votanti e nessuna autocritica sulle ragioni che hanno allontanato dalle urne più della metà degli elettori.

SE 200.000 VI SEMBRAN POCHE

Un traguardo simbolico di cui rendere conto agli affezionati visitatori del blog..
www.marianoturigliatto.it
Il 25 ottobre 2012 questo blog ha toccato le 200.000 pagine vistate dal maggio 2008, un numero da vertigini (adesso che è domenica 28 ottobre sono 200.529).
Fino al maggio 2008 avevo un mio sito; l’ho trasformato in un blog della famiglia Google per risolvere la disperazione di vederlo più off-line che on-line a causa delle continue aggressioni di hacker e virus vari. Ci fu un momento in cui era diventato un ricettacolo di cose porno così aggressive – si annidavano nei commenti ai post - che pensai seriamente di chiudere l'esperienza col web. Nell’estate 2007 ai servizi porno si aggiunsero anche i link di un sito di neonazisti russi che utilizzava il mio dominio come mirror per le comunicazioni dei dementi che corrispondevano fra loro. Il mio sito è finito perciò ben presto fra quelli bloccati dagli antivirus…

IL SINDACO CONTABALLE

Oggi la sveglia è stata deliziosa. Insieme al caffè, un articolo su “La Stampa” ha rallegrato la giornata di tanti amici delle cose pulite. Il Sindaco mente spudoratamente…
… e la società del Comune sotto indagine
In passato la Società Le Serre srl l’abbiamo chiamata in tanti modi: il più azzeccato è La Mangiatoia. Forse non eravamo lontani dalla realtà, ma attendiamo l’esito delle indagini in corso e non smettiamo di sperare di esserci sbagliati.
Noi stiamo lavorando sugli incarichi ai professionisti, sulle modalità di appalto dei lavori, sulle spese, sulle assunzioni per fare quello che gli elettori di Grugliasco ci hanno dato mandato di essere: opposizione, controllo. Lavoriamo anche ai disastri della Nave e del progressivo abbandono dell’area da parte dei soggetti più qualificati, fino a farne ilo deserto che è oggi.
Una cosa la visita dei carabinieri di questi giorni l’ha già prodotta: abbiamo la prova che il Sindaco di Grugliasco o è uno sprovveduto o è un bugiardo.

LA RIVOLTA DEGLI INSEGNANTI

Una cosa buona del governo Monti: finalmente gli insegnanti si sono arrabbiati, qualcuno per ragioni nobili, qualcuno no. Ma il valore positivo resta l’arrabbiatura e il dibattito sulla scuola che ne sta derivando.
Profumo di scuola
Nella Legge di Stabilità di quest’autunno il Governo ci mette anche l’aumento di orario per gli insegnanti delle medie e delle superiori: sei ore in più alla settimana. Qualcuno (il sottosegretario) dice che si tratta di ore per attività complementari alla docenza, vale a dire correzione elaborati e preparazione delle lezioni, tutte cose che gli insegnanti già fanno. In questo caso la Legge recepisce ciò che è ovvio e che sarebbe inutile mettere in discussione.
Altre fonti dello stresso Governo spiegano che, invece, si tratta proprio di ore di lezione. Il provvedimento serve a risparmiare sulle supplenze e sugli incarichi a coprire posti vacanti. Per essere un governo dei tecnici di casino ne fanno parecchio, soprattutto perché non dicono nulla sull’Università, luogo in cui i docenti per contratto fanno 350 ore l’anno di lezione, una alla settimana!
Appena la notizia esce dalle segrete stanze, subito fa il giro delle scuole e l’allarme sale.

LA RIVOLTA DEI CLIENTI

A forza di promettere e di millantare per carpire il voto si perde il senso della misura e si finisce per generare illusioni rapide e celeri disinganni… Con il corollario di guai in arrivo.
Promesse da portaborse
Vent’anni di berlusconismo – di quella schifezza viscida che ha disfatto la società e indotto destra e sinistra a sposare comportamenti e costumi molto simili fra loro e tutti al limite – lasciano sul terreno pratiche politiche ed elettorali che si credevano sepolte con la prima Tangentopoli e che, invece, sono oramai il sale dell’agire politico di questa repubblica al collasso.
Nel grande e nel piccolo bisogna essere “amici” di qualcuno per poter esigere diritti riconosciuti e non negoziabili; per sperare in qualcosa di meglio bisogna “mettersi al servizio” di questo o quel piccolo boss locale, mendicando favori e sperando nella sua benevolenza; non si è più disposti a credere nella promessa di un lavoro o di una casa popolare, ma “non si sa mai”: nel dubbio meglio votare il boss, magari stavolta potrebbe toccare a noi.

LE CACCHE DEI CANI E L’AUTORITA’

Trascrivo una e-mail che ho ricevuto – ovviamente emendata da tutti gli elementi che potrebbero portare al riconoscimento di chi me l’ha mandata, visto il clima di “democrazia mafiosa” che si respira nella mia città - e la risposta che ho dato alla mittente. Segno dei tempi: tolleranza zero verso i possessori dei cani,  verso i furbetti la tolleranza si alza. Come? Riducendo gli organici degli addetti al controllo dei finti poveri e le dichiarazioni false. Capito?
L’astuzia del sindaco, il cittadino ingannato e l’educazione civica
Gentile Turigliatto,

Le scrivo per rappresentare la voce di alcune persone anziane che non hanno modo di contattarla  perché non dispongono né di un pc né sanno utilizzarlo. Io mi chiamo NB e abito a Torino ma sono solita a "frequentare" Grugliasco in quanto ci abita la mia nonnina di ormai 80 anni.
Le scrivo in quanto voglio esprimere a nome di tante persone il rammarico per quanto sta succedendo a Grugliasco in questi giorni.
Pare che il sindaco Montà abbia deciso di utilizzare la tolleranza zero con i possessori di cani. Tutti i giorni, mi riferiscono, i vigili di Grugliasco stanno facendo multe ai possessori di cani che trovano senza guinzaglio e poco importa se la bestiolina è alta poco più di 10 cm o se il cane anche se grosso è anziano, e ancora più triste, poco importa se la persona è in cassa integrazione prende 700, 00 euro al mese e non ce la fa.

POESIA PURA: UN'INTERVISTA di Velardi

Ecco l’intervista di Claudio Velardi sul Fatto quotidiano di oggi. Si parla di D’Alema
Miele…

E questo è il suo pezzo apparso sul blog “Front Page”il 4 ottobre scorso.

Caro Massimo,

noi che (come molti altri) ti abbiamo seguito, condiviso e amato quando cercavi di fare dell’Italia un “paese normale”, oggi non riusciamo a riconoscerti nella parte che ti sei assegnato. O meglio: ti riconosciamo fin troppo bene, e per questo vorremmo dirti, con affetto e con serenità, di smettere.
Questa battaglia – la battaglia dell’amalgama mal riuscito contro Matteo Renzi – non è la tua battaglia. Il partito (con la minuscola) che vorresti difendere dall’attacco dei barbari non è da tempo il Partito (con la maiuscola) in cui sei cresciuto e di cui orgogliosamente custodisci l’eredità.

MATTEUCCIO DA FIRENZE di F. Maletti

Si sta entrando nel vivo delle primarie del PD e schierarsi a favore di uno dei contendenti è e sarà lo sport di questi tempi. Franco ne parla con la solita schiettezza…
Chi rottama cosa?
Di concreto si sapeva nulla di lui, fino a quando alcuni mesi fa è apparso sul giornale un articoletto che dava notizia delle dimissioni, in Firenze, di un suo assessore che, nel motivare la sua decisione, dichiarava: “Pensavo che un sindaco eletto avesse il dovere di mettersi al servizio della Città, e non che la Città dovesse mettersi al servizio del sindaco così come in Firenze sta avvenendo…”.
Caspita!” ho pensato ”Ecco un sindaco che in politica sa quello che vuole per sé: al punto che pur di aumentare il proprio potere è pronto a dimenticare le più elementari regole democratiche e le stesse ragioni della sua elezione”…

L’ANTIPOLITICA

Certe volte gli avvenimenti di una piccola città rappresentano bene lo stato dell’Italia d’oggi.
Il senso delle istituzioni
foto maggioranza grugliascoQuella che vedete è una foto (mia) di una seduta del Consiglio Comunale di Grugliasco, ridente comune di 38.000 abitanti. L’ho scattata durante la votazione di un emendamento al programma del Sindaco il 27 settembre scorso.
Quello che vedete fare linguacce, oltre che un consigliere comunale, è anche il segretario del PD locale, si chiama Soncin. Invece quello che vota sventolando un sacchetto bianco contenente un panino è il capogruppo, sempre del PD, si chiama Bianco. Si sono comportati in questo modo per gran parte della giornata di consiglio, non intervenendo mai se non per dileggiare l’opposizione e per provare a impedire che si trattassero i temi centrali del loro programma amministrativo (ancora da approvare a oltre 4 mesi dalle elezioni non certo per colpa delle opposizioni).

MALA TEMPORA CURRUNT 2

Non si sgonfia la faccenda, tante parole ma nessuna risposta al domandone sui rimborsi elettorali.
Ancora sull’affaire regione…
Dopo gli articoli apparsi sui giornali - se ne da conto e copia nel post che precede – altri giornali si sono occupati della faccenda.
Ieri (giovedì) Il Fatto quotidiano (leggi) ha pubblicato un’intervista che riprende esattamente i termini della faccenda.
Sempre ieri Il Corriere della Sera (leggi) ha pubblicato una lettera di Mercedes Bresso che ribatte all’articolo di lunedì scorso.
Infine, oggi, La Stampa (leggi) finalmente si accorge della cosa e ne scrive, richiamando l’indagine in corso e le iniziative della Procura torinese.

MALA TEMPORA CURRUNT

La storia dei rimborsi elettorali delle elezioni 2005 assume di colpo una rilevanza che nemmeno pensavo…
Affaire Regione: la sveglia
La storia dei rimborsi elettorali alla lista “Insieme per Bresso” nel quinquennio 2005/10 - quella che ho più volte raccontato nell’indifferenza generale - ha improvvisamente cominciato a interessare i mass media, gli stessi che l’avevano ignorata due anni e mezzo fa.
Non voglio fare altri commenti perché non ho altro da aggiungere, perciò riporto una sintetica rassegna stampa. Segnalo che domani, mercoledì 3 ottobre, dalle 15 alle 17 sarò anche su TG SKY 24.
Comincia “Il Mattino” di domenica con un’intervista (leggi) che riprende i temi del mio post “Essere casta” e richiama le storie di cui sono pieni i giornali di questi giorni.

UNA PRECISAZIONE di F. Maletti

Perché non sono più iscritto al PD
Marameo Nei giorni scorsi su questo blog è stato pubblicato un articolo da me scritto sul PD dal titolo: “Questo PD spesso così mal rappresentato”. L’articolo conteneva alcune mie riflessioni e Mariano, incautamente, lo presentava come “le riflessioni di un iscritto”. Immediatamente interveniva sul blog il segretario di Circolo Soncin per chiedere una rettifica non sul contenuto dell’articolo, ma perché io “non risulto iscritto”.
Poiché tale rettifica non spetta a Mariano Turigliatto ma al sottoscritto, sono ben felice di chiarire.

REGIONI: IL POTERE DEI SOLDI

Se non provi non capisci. Quando poi capisci, l'anestetico sta già facendo effetto...
Essere casta
Non avrei mai immaginato di scrivere questo post, ma gli avvenimenti di questi giorni mi trascinano a parlare nuovamente della mia esperienza di consigliere regionale, conclusa oramai due anni fa.
In questi giorni ne leggiamo e sentiamo di tutti i colori (e ancora tante ne vedremo e sentiremo nei prossimi) sui trattamenti economici della casta regionale, benefit e fuori-busta compresi. Più difficile trovare un'analisi "dal di dentro" del fenomeno, della lievitazione dei privilegi e dei soldi, oltre che della crescita esponenziale della voracità dei singoli e dei gruppi.
Nei cinque anni in cui sono stato in Regione non mi sono mai fatto rimborsare benzina, autostrada, pasti, missioni e altre cose di cui in questi giorni si tratta diffusamente: il mio lauto stipendio bastava e avanzava a coprire anche le spese vive del mio vagabondare per il Piemonte e a consumare qualche pasto mentre ero in trasferta "per servizio".

ALLA FESTA DEL PD di F. Maletti

Si è appena chiusa la Festa provinciale del PD. Un iscritto ci è andato…
Un PD spesso così mal rappresentato…


Nelle settimane scorse si è conclusa la festa torinese del Partito democratico. Tra le varie iniziative, ce n’era una che aveva attratto la mia attenzione: si trattava di un dibattito avente per tema “La democrazia, la legalità e lo sviluppo ai tempi della crisi”. Ospite il giudice Caselli. Il tema mi interessava, e così ci sono andato con un piccolo anticipo sull’orario: il tempo necessario per incontrare qualche vecchia conoscenza e scambiare due parole.
Là ho visto (non faccio nomi) una buona parte della nomenklatura del PD locale scambiarsi carinerie come si fa tra vecchi amici. Nulla di particolare insomma, salvo la percezione che vi fosse da parte di ciascuno una personale esibizione di candidatura (o ri-candidatura) alle prossime elezioni politiche. Perché “non si sa mai”.
Prima che iniziasse il dibattito ho avuto il tempo di riflettere. E, facendo un ragionamento più ampio, mi sono reso conto che il PD è cambiato molto poco rispetto alle sue origini: nel senso che non è stato capace di evolversi e di maturare. Il Partito Democratico, ancora oggi, è un contenitore di contraddizioni: tutte quelle possibili.

MODELLI DI VITA

Toga party pagati da noi, spese folli, crescita esponenziale dei finanziamenti ai partiti e agli eletti. Tutte cose che si sapevano e si supponevano ben prima che emergessero con la forza di questi giorni. Non sarà che siamo tutti - chi più chi meno - un po’ Fiorito?
Il Fiorito che c’è in noi
festa_pdl_festa_pdl_lazio_kika_5_1 Che la politica italiana fosse oramai sotterrata dal marciume di una casta selezionata per vent’anni sulla base della fedeltà al capo - a destra come a sinistra e con oramai così poche eccezioni da renderle trascurabili – era cosa ampiamente risaputa. Che questa classe politica sia diventata un peso insopportabile per questo paese sull’orlo del fallimento è anche questo ormai chiaro e assodato, solo che non sempre siamo consapevoli degli effetti che i suoi comportamenti producono e dell’impatto devastante delle parole e dei costumi sul resto del paese.  
Sorge il sospetto che continuino a spolpare l’Italia perché sanno che quasi tutti gli Italiani, al loro posto, farebbero uguale. E’ solo una questione di ruolo, di astuzia, di capacità di leccare, di spregiudicatezza, ma la casta alla fine è come il paese.

IL BUCO IN PIAZZA

Altro ché cadere in basso: sotto il suolo c’è il sottosuolo… e giusto davanti al palazzo comunale!
Il foro
foro-di-traiano1 Parecchi anni fa, nel corso di un esame di idoneità assistevo un collega che interrogava un allievo, tanto intelligente quanto ignorante, sulla storia di Roma antica.
Non sapeva proprio niente, tanto che arrivò per disperazione l’argomento a scelta. Lui scelse di trattare le istituzioni della città. Il professore, rinfrancato, allora gli chiese “Che cos’è il foro? A cosa serve?”. Il simpatico lazzarone rispose con sicumera: “Il foro è un buco al centro della piazza, a cosa serve di preciso non lo so, ma la gente si incontrava lì” .
Deve aver pensato la stessa cosa l’assessore ai Lavori Pubblici della mia città, che è anche il vice-sindaco – quello che era convinto che i privati facessero beneficienza al Comune di Grugliasco (leggi) -,  quando qualcuno gli ha illustrato il progetto del parcheggio sotterranei nella piazza del Comune. Almeno così ce lo ha raccontato in commissione  oramai oltre due mesi fa.

LA SCUOLA DIGITALE

In arrivo i fondi per sviluppare anche qui da noi la didattica del terzo millennio, attraverso l’uso delle tecnologie che hanno già cambiato il modo di imparare dei nostri ragazzi.
Classi 2.0: pionieri, pregiudizi e problemi
foto pc ultaportaili
Un bel passo avanti per la scuola italiana e per quella piemontese in particolare: dalle solite paginate di parole sul grembiulino e sul voto di condotta, quest’anno siamo passati alla scuola digitale. Anche i giornali si sono accorti che la scuola è cambiata e sta cambiando, soprattutto si sono accorti che anche i ragazzi usano cellulari, tablet e pc, con questo modificando i contenuti e il modo con cui li imparano. In realtà un fatto specifico ha scosso i giornalisti dalla noia della ripetizione: il ministro Profumo che ha stanziato oltre due milioni di euro per avviare la cosiddetta scuola digitale, aiutato da uno stanziamento analogo della Regione Piemonte (leggi su Repubblica).
Dunque la Direzione Scolastica Regionale avrà a disposizione quattro milioni di euro per dotare le scuole di attrezzature che stimolino una didattica innovativa non perché piena di apparecchi moderni, ma perché capace di accompagnare i ragazzi a imparare in modo più naturale e comunque vicino alle modalità di oggi.
Ha dalla sua alcune importanti sperimentazioni già in corso da almeno cinque anni, alcune promosse anche da noi nella più totale indifferenza dell’assessore regionale di allora, Gianna Pentenero (PD), forse perché troppo complesse da comprendere.

IL PROCESSO DI INFERNALIZZAZIONE di F. Maletti

A proposito di spread, di attacco finanziario, di terzo mondo, di paralimpiadi e di molto altro…  
Benessere civiltà e welfare ai tempi della speculazione finanziaria.
paralimpiadi_2012 Il benessere è un po’ come una droga: più ne hai e più è difficile riuscire a farne a meno. Quando poi questo benessere è consolidato al punto che i nostri figli ci sono nati dentro, diventa ancora più difficile per loro imparare a farne a meno anche solo in parte. Tutto questo spiega perché alcuni di noi, pur di mantenere od aumentare il loro benessere, si abbandonano consapevolmente a comportamenti illegali, che vanno dalla corruzione all’evasione fiscale, mettendo a tacere la propria coscienza con la giustificazione che solo così riescono a mantenere un livello di vita “accettabile”.
Benessere e civiltà sono il lato di una stessa medaglia, perché l’uno consente la realizzazione dell’altra. Rompere questo equilibrio, non rispettando le regole, significa cadere in un imbarbarimento morale che finisce per coinvolgere tutti i componenti ed i pilastri stessi della società civile.

FAVIA, LA 7 E GLI ALTRI

Oggi su “Il Fatto” un pezzo da leggere con gusto e da sottoscrivere parola per parola…
Il diavolo veste Grillo  di Marco Travaglio
 Ve l’immaginate un fuorionda di un consigliere regionale del Pdl o del Pd su B. o D’Alema che spadroneggiano nei rispettivi partiti? Non lo trasmetterebbe nessuno, per mancanza di “notizia”. Invece il fuorionda-findus del consigliere di 5 Stelle Giovanni Favia, scongelato da Piazzapulita dopo tre mesi di freezer, è la notizia del giorno. Eppure è stranoto che il Movimento fondato cinque anni fa da Grillo e Casaleggio discute da quand’è nato dei suoi problemi di democrazia interna, mentre i partiti che truccano i congressi e le primarie (quando li fanno) e inventano le tessere. Ne avevamo parlato nel nostro colloquio con Grillo, ricevendone risposte tutt’altro che scontate. E il fatto che la discussione si scaldi vieppiù con l’avvicinarsi del voto è un sintomo di salute e vitalità per M5S, pur affetto dalle tipiche malattie della crescita.
Dov’è dunque la notizia nel “caso Favia”?

COMPARSE A PAGAMENTO

Secchiate di indignazione alla scoperta che i politici regionali pagano per andare in televisione… In arrivo giustificazioni e assoluzioni.
L’anima del commercio
Pavone Lunedì scorso ho partecipato a una trasmissione su una nota emittente locale. Si commentava la situazione dell’Italia di oggi, stimolati dalle chiamate dei telespettatori e dalle suggestioni che il conduttore introduceva di volta in volta, quando a suo giudizio la tensione si allentava troppo. Lunedì prossimo ci tornerò a ragionare di scuola, portando l’esperienza e la parzialità di una vita sulle cattedre.
Come me tante altre persone – note per qualche loro competenza professionale, perché telegeniche, dalla parlantina sciolta, simpatiche o antipatiche, di destra o di sinistra o vai sapere di cos’altro dotate – vengono invitate a partecipare a trasmissioni televisive nelle emittenti locali che ancora fanno informazione.
Qualche volta l’informazione la fanno bene, altre meno. Se paragonate, per mezzi e disponibilità, alle reti nazionali, comunque, tanto di cappello perché lavorano in condizioni precarie e sempre con la spada di Damocle della raccolta pubblicitaria: senza quella non vanno avanti e in tempi di crisi tutto si complica.

LA RAGIONE DEGLI ASINI

Ma come si fa a vivere senza idee, senza speranze, senza ideali e senza voglia di cambiamento?”, ho scritto su FB quattro giorni fa. Via coi commenti, numerosi e sapidi. Ma c’è sempre chi la fa fuori dal vaso…
La forza delle idee
leccaculoBasta vincere per pretendere di avere ragione. Anche se si ha torto marcio. Un messaggio devastante per uno (sport) che ha bisogno prima di tutto di credibilità”. Così commentava un anno fa Capodacqua su “Repubblica” le dichiarazioni del ciclista Petacchi. Quest’ultimo, gasato dalla 21 vittoria di tappa a un Giro d’Italia, si spingeva a dichiarare che in realtà si trattava della sua 27 salita sul podio. Sei  “vittorie” gli erano state cancellate dopo che, nel 2007, era stato trovato positivo al doping e squalificato per un anno.
Ragionano nello stesso modo parecchi esponenti del ceto politico, locale e nazionale, convinti che la vittoria elettorale (indipendentemente dai mezzi e dalle condizioni realizzate per ottenerla) sia di per sé la migliore dimostrazione di aver ragione. Sovente non sanno nemmeno che questo modo di pensare è la negazione dei principi della democrazia liberale, quelli a cui credono di richiamarsi ogni volta che abbandonano il fare da “descamisados” – tono da squadrista, congiuntivo incerto, divieto dell’uso del passivo perché è da finocchi – per loro usuale e aprono la bocca culo di gallina per declamare qualche banalità che hanno letto nelle carte dei cioccolatini, possibilmente detta da qualcuno di destra così fa bipartisan.

COSE LORO

Come un centro per i giovani del comune, dotato di strutture e finanziamenti pubblici è diventato un ristorante privato che passa di mano in mano senza controllo e criterio. Oggi più di prima.
I giovani? Si grattino!

Nella mia città gli anziani dispongono di strutture adeguate e, in qualche caso, all’avanguardia. Non tanto per la gestione, sovente un po’ troppo clientelare, ma certamente per quantità e qualità degli edifici e il sostegno ai servizi. I giovani? Niente.
Da oltre dieci anni  il Comune ha acquisito una struttura per farne un centro dedicato ai giovani e siamo al punto di partenza. Tutto chiuso e i giovani si aggiustino! In più lo scandalo dei passaggi di mano nelle gestioni e le giravolte che hanno messo in atto gli amministratori pubblici grugliaschesi, fino a fare di un edificio comunale destinato ai giovani  un ristorante privato. Cose loro…, ma eccovi la storia e l'epilogo di oggi.

LE LEZIONI DELL’ILVA

Si consuma una tragedia “estiva” prima nel quasi silenzio dei mass-media, poi in un affollarsi ottuso che non riesce a cogliere e a restituire il senso di una città che si ribella.
Taranto e la via ecologista
Ilva-Taranto Nella vicenda dell’ILVA di Taranto ci sono tutti gli ingredienti del disastro nazionale: politici nuovi incapaci e collusi quanto i vecchi, finti imprenditori con l’allure del padrone delle ferriere, sindacati inadeguati, divisi e lontani da un rapporto libero con la base e la popolazione, autorità locali che hanno guardato dall’altra parte e che ancora lo fanno, funzionari pubblici corrotti, cosa ancora più grave perché preposti alla tutela della salute pubblica. E poi ancora:  mass media approssimativi, sdraiati sulle veline dei potenti, sinistre afone e combattute fra l’industrialismo a  tutti i costi e i costi dell’industrialismo di sfruttamento, bramose di finanziamenti per alimentare il costoso circuito del loro funzionamento e di campagne elettorali tanto più glamour quanto prive di idee e progetti. Il tutto impastato con le vite delle vittime: i Tarantini.

MORIRE DI LAVORO

Lavoro sempre più difficile da trovare, impossibile da conservare, pericoloso per le condizione in cui fa. Ma a chi importa?
L’Italia che non conta niente
danger_travailCredo di capire l’insofferenza  e l’incredulità con cui il mondo normale affronta i giornali e la tivù… per non dire delle chiacchiere della politica. Si occupano di un mondo che non c’è, lontano anni luce dalla vita della gente comune. Quella che muore in cantiere e si vede dedicato un decimo delle righe riservate alle sparate di Renzi o alle zoccole e ai prostituti al mare d’estate. Questa notizia l’ho letta poco più di due settimane fa e parla di un muratore che è morto cadendo in cantiere:
Giovanni Marras, muratore di 54 anni nato a Elini ed emigrato in Piemonte molti anni fa è morto ieri sera in cantiere di Torino. Marras è precipitato dalla scala nel cantiere edile alle porte di Torino e non si è più risvegliato.

VUOTI

Certe volte, a voler ricordare gli amici che non ci sono più, si finisce per lasciarsi andare a lagne insostenibili e offensive per chi è andato…
Pasquale
Sono oramai troppi anni che Pasquale non c’è più, morto un 6 agosto dall’altra parte del mondo.
Per un po’ di tempo ci siamo comportati come se dovessero ancora finire le vacanze d’estate: si trattava di aspettare un po’ e poi sarebbe arrivato anche lui, avrebbe ricominciato a chiamarci a rapporto, si sarebbe nuovamente preso cura di tutte le sue cose, comprese quelle di cui non si curava mai nessuno.
Insomma, avrebbe ricominciato a fare il Pasquale solito, quello che tutti conoscevamo, apprezzavamo, criticavamo e con cui, qualche volta, bisticciavamo.

DALLA CRISI ALLA DEMOCRAZIA 2.0 di Efisio Bova

Quelli di oggi non sono tempi ordinari. Una riflessione sulle cause della crisi strutturale e qualche indicazione su come trovare la strada per venirne fuori al meglio.
Mondo complesso, soluzioni all’altezza
web-2-and-democracy Le crisi non diventano croniche per carenza di buone risposte: diventano croniche per la mancanza di buone domande. Sono infatti le domande che orientano il pensiero e l'azione, le risposte giungono per ultime. Oggi non sono le soluzioni a mancare: è l'individuazione corretta dei problemi ad essere carente.
Nel corso della mia esperienza professionale ho notato che molto spesso quando le persone si trovano davanti ad un problema difficile da discutere e da risolvere fanno una cosa curiosa, Si creano una problema più semplice, anche inesistente, e ci si applicano con tutte le loro forze. Così risolvono l'imbarazzo, davanti a se stessi e agli altri, di sentirsi incompetenti.
In ambito politico succede la stessa cosa. 

CRISI ECONOMICA E DIRITTI CIVILI

Le preoccupazioni di un paese e il dibattito politico del centrosinistra segnano il baratro che si allarga ogni giorno fra il mondo della politica e la società reale.
Italia oscura
Image converted using ifftoanyInfuria in Europa una delle più terribili crisi economiche, in Italia i suoi effetti sono amplificati dalle ben note follie dell’ultimo ventennio e da una tale rete di privilegi e sprechi che segnano ulteriormente diseguaglianze e ingiustizie acclarate. Si taglia su tutto, meno che sulle cose davvero tagliabili, e si accredita ogni giorno di più l’idea che quella dei sacrifici sia ancora una volta una logica a senso unico e solo per qualche fesso che ci rimane preso dentro.
La gente non ce la fa più, ma il centrosinistra non se ne occupa, preferisce bisticciare su diritti civili, peraltro riconosciuti con leggi ormai dovunque tranne che qui.
Capite l’abisso che c’è fra una società dove convivere è una condizione normale anche per coppie di credenti, dove è difficile che il matrimonio sfarzoso con l’abito bianco e le carrozze finto-americano segni l’inizio di una unione indissolubile e senza tradimenti, dove il diritto alla sessualità e l’accettazione di stili di vita i più diversi sono messi in discussione solo da una minoranza fastidiosa della società; capite l'abisso che c'è fra tutto questo e i proclami di Casini (nomen omen), della destra puttaniera e dei cattolici democratici?

MENO MALE CHE SILVIO C’E’

L’annuncio della ricandidatura del Cavaliere ha improvvisamente rivitalizzato soggetti e partiti che sembravano morti con lui. In attesa di un futuro che non viene mai, l’Italia assiste disperata.
Deliri d’estate
the_banquet Dunque Silvio non ha alcuna intenzione di farsi da parte, di sostenere Alfano e il suo rosario di Gasparri e Santanché e Cicchitto variamente combinati e agghindati da personaggi politici.
L’annuncio della sua nuova avventura elettorale, invece che gli entusiasmi di qualche tempo fa, ha suscitato apprensioni, timori, gesti di sconforto, palpeggiamenti alle parti basse, prese di posizione poco lusinghiere nei suoi confronti e tante altre manifestazioni di un imbarazzo per un ritorno al passato che non può che generare guai a ripetizione.
Questo nel centrodestra.
Nel centrosinistra, invece, è tutta un’altra storia. La ricomparsa di Berlusconi ha prodotto l’immediato risveglio dei suoi interlocutori di sempre, fra una Bicamerale e una ammiccante sottovalutazione di troppo.

LE SCIOCCHEZZE DELL’ASSESSORE

Con l’avvio dell’attività amministrativa, anche nella mia città entrano in funzione le commissioni consigliari: servono a sviscerare i problemi e a mettere i consiglieri in grado di decidere al meglio. In teoria…
I privati e il pubblico
bufala-400 Mi occupo spesso – forse persino ossessivamente – dello strano rapporto che le amministrazioni locali d’oggi intrattengono con i privati, specialmente quelle che hanno delle velleità di sinistra. Da berlusconi in poi si è venuta affermando l’idea che pubblico (e suoi rappresentanti>) e privati sono sullo stesso piano, che il ruolo dell’amministratore è quello di arbitro fra interessi contrapposti o complementari. Il suo lavoro consiste nel mettere tutti d’accordo, utilizzando le risorse del potere per disporre al meglio e con il maggiore equilibrio possibile di quello che è di tutti.
Questa non è l’idea della democrazia borghese, a cui tutti dicono di rifarsi: i rappresentanti dei cittadini sono portatori di un interesse superiore, quello collettivo, che supera e comprende i tanti interessi particolari, quelli espressi dai “privati”. In Europa gli amministratori pubblici, di qualunque colore essi siano, accolgono suggerimenti, richieste e pressioni di interessi privati utilizzando procedure democratiche per rispondere loro al meglio e utilizzarli, se si riesce, per promuovere l’interesse collettivo. Da noi no, si presentano e si negozia, con i risultati che vediamo tutti i giorni.
Bene, accade che l’assessore al Lavori Pubblici della mia città si presenti nella prima seduta della sua commissione a illustrare il progetto di rifacimento della piazza centrale.

GIOVANILISMO E SENILITA’

A forza di nutrirsi di luoghi comuni ci si riduce e pensare come i tronisti, a vivere come le veline e a fare danni come i mediocri incompetenti di cui si nutre il nostro mondo
I tronisti della politica
old_vs_young1 E’ da qualche tempo che sento come insopportabile tutto questo invocare “i ggggiovani” come potenziali salvatori della patria – capaci, se messi nella condizione giusta, di dare la scossa a questo paese rimettendolo all’onore del mondo – in contrapposizione ai vecchi (o ai meno gggiovani) che l’avrebbero portato alla rovina. Ho cercato di controllare l’insofferenza dicendomi che forse è il frutto delle mie quasi 58 primavere. Non abbastanza da qualificarmi come “vecchio”, ma certamente sufficienti ad escludermi dalla preziosa appartenenza alla cerchia dei gggiovani.
Non credo che il noccio stia qui, quello che mi da fastidio è la strumentalità di questo modo di ragionare e di classificare il mondo, naturalmente a uso e consumo non dei giovani, ma solo di quelli fra loro che hanno vecchi robusti alle spalle, ai quali si sono già sottomessi per bene al fine di usufruire di tutte chances possibili di passare davanti ai loro coetanei, non per merito ma per conoscenza.
Ecco, questa ennesima mistificazione a danno dei giovani, quelli che lottano e meritano, mi fa davvero incazzare.

TEMPI D’ESAMI

Come tutti gli anni, una generazione sotto esame traccia il bilancio di un pezzo di strada che si avvia alla fine, mentre si affaccia ad un balcone dove non c’è più nemmeno la protezione della ringhiera: insieme alla speranza si sono fregati pure quella!
Chi esamina gli esaminatori?
Esame di Stato In questi giorni di Esami di Stato alla fine delle superiori, i giovani virgulti e le altrettanto giovani fanciulle sono sotto tensione: forse per la prima volta nella loro vita, la scuola li mette alla prova, ne giudica la preparazione e il curriculum, trasforma tutto questo in un voto che segna la prima tappa vera nel loro percorso di ingresso nel mondo adulto.
Lo fa alla maniera della scuola italiana, cioè abbastanza male e in modo certamente approssimativo, quando non sciatto. D’altra parte non esiste l’esame perfetto: l’alea dell’imprevisto fa parte dell’esame stesso, anche quando si svolge nelle migliori condizioni. La scuola italiana, però, ci mette del suo per rendere questo rito di passaggio un vero e proprio terno al lotto, a cominciare dalla stessa natura dell’esame di stato, quello che una volta si chiamava Maturità.