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LA SCOMUNICA

Buon ultimo il Cardinale Bagnasco scarica Berlusconi: la proverbiale prudenza della Chiesa stavolta la fa arrivare fuori tempo massimo. I pericoli del  “relativismo” della Chiesa.
Il re è proprio nudo, l’ha detto perfino il cardinale.

bagnasco-berlusconi-110829200816_medium Un’altra tappa di questa agonia – di Berlusconi e dell’Italia – che non sembra finire mai: il cardinale Bertone – presidente della CEI, vale a dire dei vescovi italiani - ha finalmente detto quello che avrebbe dovuto dire parecchio tempo fa, quando i vizi privati del cavaliere cominciavano a emergere dalle cronache. Memorabile la lettera di Veronica Lario, sua moglie, su Repubblica di un paio di anni fa.
Se si fa eccezione per D’Alema ai tempi della bicamerale e Veltroni, quando pensava di sbancare l’Italia scegliendosi il Cavaliere come avversario pungiball, tutti lo hanno allontanato e scaricato.

LE MIE PRIGIONI 3

Una prima rassegna dei soldi stanziati e dei costi sopportati dai miei concittadini per le querele del sindaco e della sua giunta quando si chiedono spiegazioni sul loro operato.
Paga Pantalone!

Dopo la prima e la seconda puntata delle prodezze del sindaco di Grugliasco e dei suoi fidi - in attesa della terza che è lunga e succulenta e certamente non mancherà di divertirvi –, una piccola ricognizione sui costi sopportati dal Comune fino al 18 aprile di quest’anno. Non so dire se ne ha sopportato altri successivamente, ma credo proprio di sì. Non ho ancora le pezze giustificative perché ho atteso qualche mese prima di riformulare la domanda, ma non vi è dubbio che lo farò.
Il debutto è la Deliberazione n. 318/2004 della Giunta (tutti presenti) che conferisce l’incarico all’avvocato GA, stanziando €. 1.000 (il resto lo pagherà l’assicurazione del Comune, scrivono i nostri prodi e coraggiosi individui). Il 31 dicembre (Capodanno!) il Dirigente liquida la spesa di € 970,00. Siccome però l’avvocato ha presentato una nota spese di € 1224,00, i soldi non bastano e allora il Dirigente aumenta gli € 1.000 euro originali fino a € 1.224 (Determinazione n. 46 dell’ 11/02/2005). La causa, la prima, langue e il Comune non stanzia altri soldi per le spese legali per tutto il 2006.
Questo fino al 27 febbraio 2007 quando sindaco e assessori si rimettono al lavoro incaricando lo stesso avvocato GA di presentare nuova querela nei miei confronti e di Marco Sodano, giornalista de La Stampa (Deliberazione n. 61/2007).

CABLOGRAMMA

di Franco Maletti
Un po’ di pazienza…
luce In democrazia le cose si cambiano con il voto. Ma possiamo dirci ancora in democrazia?
Prima ancora del voto dovrebbe esserci la presa d’atto del proprio fallimento. Ma può un egoarca come Berlusconi arrivare a una simile ammissione? Perché dare una simile delusione ai tanti berluschisti adoranti?
Il Circo prosegue lo spettacolo: anche se le poltrone si svuotano, e almeno fino a quando i riflettori rimarranno accesi.

I COSTUMI DELLA POLITICA

Fra un incontro e una polemica, fra una promessa e un tradimento, un impegno e il suo contrario si consumano amicizie, conoscenze e intelligenze.
Dentro la sede… niente!

rosaed2 Uno degli elementi che da sempre stanno alla base dell’attività politica, sociale, associativa è dato dagli incontri. Persone, rappresentanti di gruppi, movimenti, associazioni, si incontrano per discutere, studiarsi, cercare dei punti di intesa o costruire scuse e occasioni per giustificare fratture e contrasti che diventeranno, magari, oggetto di “battaglie”, personali, politiche, associative…
Nella prima repubblica gli incontri politici servivano a regolare questioni fra partiti diversi o fra correnti dello stesso partito, a concordare alleanze, a decidere che fare di fronte al tema in discussione, a costruire idee e progetti che avrebbero poi dato luogo a programmi politici in larga parte orientati da una visione del mondo comune. Elaborata anche durante gli incontri.
Insomma, un rito in cui i grandi mostravano i muscoli ai piccoli: lo facevano con la forza dei numeri e, qualche volta, delle idee e della capacità di metterle in pratica. L’obiettivo era comporre, mettere insieme, ovviamente ciascuno cercava le migliori condizioni per spendere al massimo il suo consenso, vero o millantato.
Il linguaggio della politica durante la prima repubblica era militare: “combattere battaglie politiche”, “accerchiare l’avversario”, “andare all’offensiva”…

LA VIOLENZA E IL PARADISO


Dieci giorni fa Franco Maletti mi ha inviato questo pezzo sul decennale della distruzione della Twin Towers. Non l’ho pubblicato allora per una svista, forse non è un male perché non è finito nella babele delle troppe parole di quei giorni. Dieci anni e dieci giorni dopo...
Terrorismo e non violenza di F. Maletti

In questi giorni è impossibile non ricordare il tremendo attentato terroristico delle Twin Towers che dieci anni fa sconvolse l’America e il Mondo intero: dietro la garanzia del paradiso, attraverso il loro martirio e sostanziosi aiuti economici alle loro famiglie, alcuni uomini di Al Quaeda non esitarono a farsi esplodere, sequestrando e lanciando due aerei carichi di gente innocente contro due grattacieli di New York, uccidendo circa tremila persone la cui unica colpa era solo quella di trovarsi lì in quel momento.

Dieci anni fa questo fatto mi portò alla mente un convegno al quale assistetti molti anni prima e che aveva come tema la non violenza. Quasi tutti gli oratori che presero la parola, citarono Gandhi come linea guida delle loro convinzioni, per poi affrontare il tema con citazioni dirette e indirette a dimostrazione che la non violenza, a partire dal piano religioso, sia il denominatore comune della convivenza. Ma, quasi alla fine del convegno, prese la parola uno studente universitario africano, il quale senza timori espresse il suo pensiero dicendo che, avendolo vissuto sulla sua pelle, era giunto alla conclusione che “quello della non violenza è un atteggiamento ipocrita, in quanto la società è violenta già nelle sue radici, e, come tale, reagisce soltanto agli stimoli della violenza”. Poi, senza citare i casi diretti ai quali aveva assistito, faceva l’esempio del cane legato alla catena e che il suo padrone stava uccidendo a bastonate: “potete dire al suo padrone di smetterla, di fermarsi” diceva, “ma se lui non lo fa e se sapete che la vita del cane dipende da voi, allora dovete intervenire, con tempestività e con violenza…”.

L’INFINITA AGONIA

Tra manovre, manovrine, imbarazzi, volgarità, attacchi, scandali, zoccole e ruffiani la fine del regime sembra non arrivare mai
Il trionfo della volgarità

Fine Berlusconi Non c’è davvero limite al peggio. I giornali di questi giorni riportano ogni dettaglio delle intercettazioni che dicono agli Italiani, con crudeltà inconsueta, che sono dei cretini ad aver sopportato una simile occupazione di ogni parte dello Stato da parte di manigoldi e affaristi della peggiore specie.
Questo agli Italiani che hanno votato per b e che ancora lo voterebbero, magari con qualche dubbio in più. Per quelli che non l’hanno mai votato, l’insulto viene da un’opposizione che bada più a distinguersi nelle sue componenti che ad affrontare per davvero il nodo di una catena di errori politici dei suoi leaders che altrove li avrebbe già portati alla pensione e che qui invece continuano a pontificare in ogni luogo e situazione.
In politica – come in ogni attività umana – gli errori si fanno, è normale. Proprio per questo un bravo leader si distingue da un arruffapopolo anche per la sua capacità di ritornare sugli errori che ha commesso, facendo autocritica e cercando le soluzioni per non ripeterli più. Chi fallisce clamorosamente dimostra la sua grandezza ritirandosi e lasciando ad altri l’onere e il piacere della prima fila (qualcuno ricorderà Jospin che se ne andò dopo il crollo del PS francese alle presidenziali scorse).

TUTTI A SCUOLA, MA DOV’E’ FINITA?

12 settembre: si comincia. Sorprese amare, disinteresse e zero aspettative. La scuola è affondata.
Sopra il banco… niente!

scuola-antica Ci siamo. L’estate delle manovre multitasking, della P4, dell’opposizione che non c’è e delle barzellette sulle suore, è archiviata. Con l’apertura delle poche fabbriche rimaste e degli uffici un’avvisaglia dell’autunno l’avevamo già avuta. Adesso è definitivo: le vacanze sono finite, si torna a scuola.
Organici degli insegnanti e del personale tagliati ancora, classi numerose specialmente le prime. Invitabile conseguenza: aumento del numero dei bocciati alla fine dell’anno, cosa che procurerà certamente un orgasmo alla ministra Gelmini (la scuola più severa!), ma che è un bel danno alle persone e alla società tutta.
C’è ancora chi sostiene che non c’è relazione fra bocciature e numero di allievi per classe, basta entrare in una scuola superiore a carattere tecnico per accorgersi che le cose sono in relazione eccome: se non riesci a seguire individualmente gli studenti in difficoltà, come possono sperare in un recupero e nel successo scolastico? Saranno loro stessi a  chiamarsi fuori non appena verranno fatti bersaglio della raffica di insufficienze, di solito verso novembre/dicembre. Che poi gli insegnanti che hanno classi con pochi allievi si mettano per questo al lavoro per recuperarne il più possibile… beh, non c’è automatismo. Dovrebbe essere la dirigenza scolastica a intervenire perché tutti facciano il loro dovere e occuparsi di migliorare la qualità delle prestazioni dei docenti, magari in spazi confortevoli, puliti ed attrezzati, sennò a che serve?

LE MIE PRIGIONI 2

La storia di un’altra offensiva giudiziaria ai miei danni dei prodi amministratori di Grugliasco con a capo il sindaco mazzù, naturalmente persa e pagata da pantalone.
La politica della minaccia, del ricatto e dei favorini

Sul n. 4 del 5 maggio 2007 di Nuova Società un articolo di F. Vivarelli da conto della stagione elettorale oramai alle porte, con un’intervista al sottoscritto nella quale riprendo lo scandalo di Villa Claretta e oso criticare i metodi con cui mazzù e i suoi pretoriani operano in città.
Parlavo di costumi politici basati sulla minaccia, sul ricatto e sul favorino, parlavo delle 17 varianti urbanistiche, raccontavo la storia dei lavori di recupero di Villa Claretta, delle sollecitazioni al sindaco e del suo disinteresse verso i provvedimenti censori della Regione che pure avevo cercato di ritardare nell’interesse della città (che dovette restituire circa 500.000  euro di finanziamento a cause dei ritardi eccessivi nei lavori).
Scatta la querela del sindaco e della sua giunta, che viene depositata il 4 giugno 2007. Questa volta il giornale non viene querelato, ma è destinatario di una esilarante richiesta di rettifica che non mi risulta essere stata pubblicata, anche perché sarebbe uscita a elezioni fatte.
Il 9 giugno 2007 il Sostituto Procuratore chiede l’archiviazione della querela perché “la notizia di reato è infondata”. Un’amministrazione comunale accorta a questo punto avrebbe lasciato perdere, smettendola di spendere soldi pubblici per queste cose. Invece no, mazzù e i suoi no: il 19 luglio 2007 presentano opposizione e la macchina riparte.

LIBERTA’ DI LICENZIARE?

Franco Maletti ci spiega con semplicità e completezza come e quando si può licenziare e in cosa consistano i tentativi di allargare le maglie delle possibilità e i solchi fra i sindacati.
La politica dell’ingiustizia di F. Maletti
(per saperne di più in fatto di licenziamenti) 

Il licenziamento nelle aziende con un numero di dipendenti superiore ai quindici viene sostanzialmente catalogato in tre modi diversi:
Per giustificato motivo soggettivo
Si caratterizza per il fatto che è riferito al soggetto (singolo lavoratore), e che il licenziamento deve essere per una giusta causa (grave mancanza, fatto che generi sfiducia nel rapporto ecc.) ossia motivato dal datore di lavoro con ragioni credibili e incontestabili. Nel caso che il lavoratore si rivolga al giudice è onere del datore di lavoro provare rigorosamente la fondatezza del licenziamento.
Per giustificato motivo oggettivo
Può essere singolo o plurimo. Si caratterizza per il fatto che normalmente è riferito alla chiusura di una branca dell’attività aziendale (reparto, sezione, filiale, o tipo particolare di attività).

PAROLE AL CALDO

Manovre, posizionamenti, ambizioni, aspirazioni, competenze, capacità, velleità… che caldo!
Nella mia città

cantiere-gru … è tutto un gran parlare, incontrarsi, disegnare scenari, immaginare alchimie che mettano insieme tutto e il suo contrario (leggi). Si fanno congetture, si sondano i papabili, si commentano le alzate di ingegno, si deplorano gli eccessi. Nominati nei consigli di amministrazione per meriti politici discettano di conflitti di interesse, ex-vestali dell’ortodossia comunista prendono ordini dai costruttori e dai preti con la stessa naturalezza con cui li prendevano prima dalle coop rosse.

Nella mia città ha praticamente chiuso la Pininfarina, della Bertone ogni tanto si legge qualcosa che fa sperare, ma lavoro niente. Vedo tante gru ( e non sono uccelli) e poco Grugliasco, tanta superbia e poco ascolto, tanta retorica e nessuna voglia di trarre lezioni dalla storia, a cominciare da quella recente; tanta ipocrisia e poca voglia di cambiare davvero.

Bisogna proprio darci un taglio e cambiare rotta. Nella mia città.

Mariano

CREDIBILITA

Dire e smentire in tempi di crisi mondiale
Ci vorrebbe un lapicida  di F. Maletti


smentire Molti degli argomenti che riguardano il nostro futuro sarebbero sicuramente di più facile comprensione se descritti da un lapicida, un incisore di iscrizioni su pietra. Prima di tutto perché quelli che, a seconda delle convenienze, smentiscono il giorno dopo quello che hanno dichiarato il giorno prima verrebbero subito smascherati e non potrebbero dare la colpa ai giornalisti. Secondo vantaggio, quello di evitare lunghi e soliloqui pieni di fumo, tendenti a dissolversi come un sogno distratto.
Una maggioranza degli italiani ha ormai concluso che la classe politica non è più credibile. Infatti, quanti sono tra i parlamentari, tutti nominati, quelli in grado di ragionare in modo autonomo e di comportarsi di conseguenza? Gli avvocati e le “ragazze” del premier? Quelli che hanno votato che Ruby è la nipote di Mubarak? Gli intrallazzatori e i faccendieri che continuano ad arricchirsi alla faccia nostra? I crociati delle quote latte pagate dal contribuente? Quelli che vanno scilipotando responsabilità? Quelli che aspettano una cartolina da Antigua? I vari “messi lì” perché innocui e servizievoli? I razzisti e gli omofobi? Quelli che “capiscono” la strage di Oslo? Quelli la cui unica preoccupazione è quella di arrivare a fine legislatura con il portafoglio pieno e, per cui richiesta l’ennesima fiducia, votano qualunque cosa?

LE MIE PRIGIONI 1

Invece di rendere conto di come spendono i denari pubblici, querelano chi osa criticare. naturalmente a spese della collettività.. e non ne rispondono mai. La storia di una persecuzione, prima puntata.
Chiedi chiarezza… ti querelo!

Il 9 febbraio 2007,  “La Stampa” pubblica un articolo che racconta, con dettaglio di documenti e cifre, la storia del recupero di Villa Claretta, un edificio storico di Grugliasco, parzialmente finanziato da fondi regionali. Il giornalista riprendeva i contenuti di un dossier che avevo predisposto, analizzando tutti gli atti e le modalità di esecuzione dei lavori, dai quali si evinceva che l’amministrazione grugliaschese aveva accettato varianti onerose e discutibili per circa 500.000 euro e ne aveva perduto altrettanti di finanziamenti pubblici, restituiti alla Regione per il mancato rispetto dei tempi (leggi l’articolo).
Cosa fanno gli amministratori grugliaschesi? Il 27 febbraio si riunisce la Giunta e, tutti presenti, danno incarico al sindaco di querelare i colpevoli, il sottoscritto e il giornalista Marco Sodano, autore dell’articolo, stanziando anche un anticipo per assoldare un avvocato. Per Sodano è la prima querela a Grugliasco, per me si tratta della seconda, sempre a opera degli stessi (mazzù, Montiglio, Zucca, Viotti, Montà, Porcelli, Piovano, Marabese, Cavallo, in rosso i miei miracolati). Ne avrò poi anche una terza, ma due mesi dopo.
La querela viene archiviata, ma il sindaco il 10 luglio 2007 si oppone, chiedendo pronunciamento del giudice. Il procedimento va avanti, fino a quando l’8 febbraio 2008 il P.M. Sostituto Procuratore Paolo Toso torna a chiedere l’archiviazione della querela del sindaco e degli assessori.