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L’INFINITA AGONIA

Tra manovre, manovrine, imbarazzi, volgarità, attacchi, scandali, zoccole e ruffiani la fine del regime sembra non arrivare mai
Il trionfo della volgarità

Fine Berlusconi Non c’è davvero limite al peggio. I giornali di questi giorni riportano ogni dettaglio delle intercettazioni che dicono agli Italiani, con crudeltà inconsueta, che sono dei cretini ad aver sopportato una simile occupazione di ogni parte dello Stato da parte di manigoldi e affaristi della peggiore specie.
Questo agli Italiani che hanno votato per b e che ancora lo voterebbero, magari con qualche dubbio in più. Per quelli che non l’hanno mai votato, l’insulto viene da un’opposizione che bada più a distinguersi nelle sue componenti che ad affrontare per davvero il nodo di una catena di errori politici dei suoi leaders che altrove li avrebbe già portati alla pensione e che qui invece continuano a pontificare in ogni luogo e situazione.
In politica – come in ogni attività umana – gli errori si fanno, è normale. Proprio per questo un bravo leader si distingue da un arruffapopolo anche per la sua capacità di ritornare sugli errori che ha commesso, facendo autocritica e cercando le soluzioni per non ripeterli più. Chi fallisce clamorosamente dimostra la sua grandezza ritirandosi e lasciando ad altri l’onere e il piacere della prima fila (qualcuno ricorderà Jospin che se ne andò dopo il crollo del PS francese alle presidenziali scorse).

Da noi no. D’Alemoni è ancora lì a fare il leader – ammirato e venerato da una quota consistente di personaggi che continuano a ritenerlo “molto intelligente”, come se questo bastasse ad assolverlo dagli errori a ripetizione che ha fatto negli ultimi vent’anni, sempre con quell’aria boriosa stampata sulla faccia –, lo stesso per Veltroni che, all’'annuncio dell’autunno, si fa vivo a spiegare che cosa sarebbe bene fare com’era bello il PD quando lui era segretario.
E che dire di Vendola, uno dei miei preferiti? Mi piacerebbe che – almeno una volta e sommessamente – dicesse che il suo voto all’affossamento di Prodi fu un gravissimo errore. Apparirebbe più umano e credibile, diverso dai politicanti ai quali siamo oramai abituati.

Se i nostri leaders non sanno nemmeno fare questo, come possiamo dare loro il credito di cui hanno bisogno per costruire una decente uscita dal berlusconismo? “Ora tocca a noi”, dicono, ma a fare cosa?

C’è da dire che questo centrosinistra – pure con tutti i limiti e le debolezze che non basterebbe tutto il blog ad elencare – è comunque su un altro pianeta rispetto alla fiera del PdL e delle Lega. Malavitosi che parlano col premier a tu per tu e sullo stesso piano, zoccole usate come animali da allevamento per soddisfare prima e ricattare poi il potente preso al cappio; affari di famiglia e affari di stato allegramente mischiati in un pastone dove l’unica morale è quella del furbacchione. Di tutto, davvero di tutto.

Ma quando la faranno finita? Credo che sia chiaro a tutti, anche al Capo dello Stato, che il vero problema con le borse mondiali e con l’Europa sta in questo grumo marcio che occupa lo stato e sta lentamente uccidendo il paese. Questo cancro (con le sue metastasi) si continuerà a pensare di poterlo curare con qualche pastiglia di analgesico o è ora di un intervento chirurgico invasivo e profondo che provi almeno a salvare il paziente?

Mariano
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