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P4: LO SPECCHIO DELL'ITALIA DI OGGI

Chi si raccomanda per la direzione di un teatro, chi chiede un’interrogazione-siluro, chi un posto per il figlio, chi un accomodamento, chi ancora per un incontro eccellente…
L’Italia che abbiamo è quella che vogliamo?

L’inchiesta denominata P4 sta portando alla luce l’esistenza di una cupola che attraversa il mondo dell’economia, quello delle grandi imprese, perfino dei “riformatori” della politica, dei grandi manager di stato, dei padroni dell’informazione.
Tutti nelle mani di Bisignani, un abile faccendiere che sapeva (e forse ancora ben sa) come giostrarsi in una società malata e in un mondo dove l’ essere amici di conta infinitamente di più dell’ essere capaci di o anche di essere utili a. Insieme a lui un magistrato, Papa, che onora la categoria.
Ora è parlamentare del PdL e con lui operano tanti altri personaggi minori, tutti coinvolti e partecipi di questo progetto che aveva come denominatore comune il controllo dell’informazione e il suo utilizzo per alimentare la rete e distruggere mediaticamente tutti gli avversari, in politica, negli affari, nella vita.
Un bell’impasto di malavita organizzata, presidente della RAI, esponenti del bel mondo e dello spettacoli, carrieristi accecati dalla voracità. gli stessi che hanno spolpato l’Italia e che anche oggi continuano a rosicchiarne il poco che resta. Chi si raccomanda per la direzione di un teatro, chi chiede un’interrogazione-siluro, chi un posto per il figlio, chi un accomodamento, chi ancora per un incontro eccellente…
Hanno fatto ciò che agli Italiani riesce storicamente meglio: creare una mafia, cioè costruire un gruppo criminale dove l’omertà e il reciproco ricatto sono il cemento che tiene assieme le persone, le rende le una serve delle altre, ma tutte unite da un interesse comune così forte da rendere i legami d’acciaio.Almeno fino a quando il sistema non va in crisi.

Questo sembrerebbe essere il caso della P4, costruita attorno a Berlusconi e forte finché lui lo è stato, ora assai meno protetta così che le sue attività e i suoi affiliati cominciano a venire a galla. Rincresce dirlo, ma è la plastica rappresentazione del sentimento e delle attitudini di una parte larga del nostro paese, diffusa a tutti i livelli della società e a tutte le latitudini: quella per cui una concessione pubblica diventa ben presto un’attività privata esclusiva, quella per cui vanno avanti gli amici e non i migliori, una mano lava l’altra, oggi a me domani a te, domani è un altro giorno, e comandare e meglio che fottere.

E’ questa l’Italia che vogliamo?

Mariano

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