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ECOLOGISTI: EPPUR SI MUOVE!

Una serata alla Fabbrica delle E a parlare di ecologia in politica

Una serata affollata, quella di ieri alla Fabbrica delle E. C'era Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, a ragionare di Costituente ecologista, di politica di programmi, di credibilità personale di chi si mette in gioco, di necessità di coniugare le varie ecologie (della politica, della natura, dell'economia, della finanza...) in un programma politico ed elettorale di trasformazione del nostro paese. Di fronte a un pubblico curioso e attento è stato interrogato e ha risposto colpo su colpo per due ore davvero intense.
E' impossibile rendere conto di tutti i temi trattati e delle domande e sollecitazioni che sono venuti dal pubblico, non sarei capace di darne conto e finirei per rendere torto alla ricchezza della serata. Per questo mi limito ad alcune riflessioni in libertà.

La prima riguarda gli altri invitati alla serata, che non si sono presentati scrivendo che non volevano parlare con noi, segnatamente con me, troppo "governista".

La serata non era fatta per parlarci fra noi, ma per raccontare ai partecipanti cosa sta succedendo nel mondo dell'ecologismo; la presa di posizione dimostra - se ancora ce ne fosse bisogno - di persone intolleranti, settarie e berlusconiane nei modi con cui riducono la politica allo schema dei reality, dove il confronto non si fa con chi partecipa, ma solo fra quelli deputati a dare spettacolo.
Un'edizione in chiave ecologista del vecchio vizio degli estremisti: ricercare la purezza assoluta individuando il nemico sempre fra chi è più vicino e indicandolo al disprezzo dei propri adepti per cementarne la loro devozione. Si tratta della sindrome bonsai, che taglia sistematicamente le radici per preservare l'albero nelle condizioni più idonee a controllarlo, salvo poi piangere se il tagli l'hanno fatto morire.

Seconda riflessione: costruire un forza politica partendo dal basso e non ritagliandola, come si fa oggi, su un leader che è scritto perfino nel simbolo, non è davvero cosa facile. A maggior ragione se si vuole che erediti il meglio rimasto di un soggetto politico oramai alla frutta e che ha perciò deciso di sciogliersi: è il caso dei Verdi che hanno fatto un congresso un anno fa decidendo che si sarebbero annegati in un soggetto politico plurale, ecologista, civico, laico attraverso un percorso di promozione e partecipazione alla Costituente Ecologista.
Occorre però che tutti facciano la loro parte, cercando di costruire una struttura accogliente, aperta e contaminabile da tutti quelli che hanno voglia di starci, non cercare compulsivamente una riedizione di storie già viste, avventure già vissute, fasti già decaduti. Per questo ho dato la mia disponibilità a cercare di costruire qualche gruppo di lavoro che valorizzi ciò che i Verdi piemontesi ancora possono dare nell'immediato e, nello stesso tempo, a lanciare il futuro nella forma che la Costituente Ecologista deciderà di assumere. Non è in gioco la collocazione del mio culo su qualche poltrona, ma la trasformazione di una speranza in un progetto e di questo in un insieme di persone che si danno da fare per cambiare l'Italia.

Terza riflessione: è ben strano che il sottoscritto venga osteggiato perché governista.
Sono tra i pochi della combriccola a non aver cambiato partiti, ad aver marciato sempre con la schiena dritta, a non aver mai aspirato ad alcun incarico di sottogoverno e a non averne mai ottenuto uno (per la verità uno ce l'ho avuto: non aveva nè indennità nè gettone di presenza); giro anche oggi a testa alta, forte della stima delle persone comuni e della stizza della politica e della politichetta dei leaderini senza truppe.
Ce ne sono tanti anche nel nostro mondo e non ne hanno neppure la stoffa e la caratura.
Chi legge questo post mi conosce e conosce la mia storia recente e quella passata... ecco la riflessione amara intorno a quelli che puntano il dito sugli altri per distogliere l'attenzione dalle loro miserie.

Ieri sera, mentre ascoltavo, pensavo anche a tutte queste cose e mi domandavo se ho ancora voglia di permettere agli altri di scambiare la mia umiltà e la mia ritrosia con la poca qualità che contraddistingue parecchi personaggi del nostro mondo, imponendomi con questo di correre dietro a tutti i cretini che passano dalla mie parti, in nome di un impegno preso e della disciplina che si deve dare chiunque accetti di condividere con altri un'avventura importante.

Scusate la superbia, ma temo che la risposta cominci ad essere negativa.
Per fortuna questi momenti no poi passano e si torna a rispettare gli impegni presi.

Mariano
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