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UN GIOVANE SU CINQUE NON STUDIA E NON LAVORA

Una radiografia del futuro del paese del Bunga Bunga

Mentre pagine e pagine di parole e foto rendono conto del dramma di un vecchio sporcaccione e della tragedia della nazione che si è affidata a lui con la complicità dei suoi oppositori e dei suoi cortigiani, passa quasi inosservata la notizia che in Italia, fra i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni, bel il 21% non fa nulla. Vale a dire che non studia e non lavora.
Se i numeri hanno ancora un senso, significa che 1/5 dei soggetti che devono garantire un futuro al nostro paese sono già out, fuori dalla società e dalle sue dinamiche, o che stanno per esserlo. Fra loro ci saranno certamente aspiranti veline mancate - per mancanza di fisico o per scrupolo morale - e tanti calciatori che non hanno sfondato.

Certamente ci sono tutti gli espulsi da una scuola sempre più in affanno e sempre meno capace di educare e formare le nuove generazioni. Ci sono anche quelli che vivono in famiglia, senza arte né parte, e che continuano a cercare il lavoro giusto per loro senza avere le qualità necessarie nemmeno per trovarne uno dequalificato. Ci sono anche quelli che non vanno nemmeno più ai corsi di formazione per l'avviamento al lavoro, attività nelle quali il vero business non è per gli allievi, ma per le strutture e le scuole private che li organizzano e gestiscono.
Ci sono soprattutto quelli che - perché più deboli, per condizione personale o per condizione sociale - prima degli altri segnalano l'involuzione dell'Italia. Sono la prima linea degli esclusi di domani che andranno ad aggiungersi ai tanti di oggi che già vivono ai margini della società. Insomma sono la certificazione di un disastro sociale costruito nell'arco degli ultimi trent'anni e che adesso presenta il conto.
Che il centrodestra si occupi di difendere il vecchietto sporcaccione e uno stato senza legge è oramai noto, ma che nessuno, proprio nessuno, negli altri partiti e schieramenti politici imponga questi temi all'attenzione della discussione e dell'azione dei governi, questo è davvero un dramma.
Lo stiamo già pagando, ma lo pagheremo di più quando avremo bisogno di ricostruire questo paese e ci accorgeremo che mancano mattoni solidi, energie vive, capacità di sacrificio, intelligenza e coraggio di osare. Le qualità che di solito hanno molti giovani in qualunque nazione che abbia un futuro.

Mariano
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